Bassi dosaggi, massima resa. Questi gli obiettivi in genere di ogni pratica nutrizionale. Ovvero, ottenere il massimo delle rese possibili, applicando la quantità minima di fertilizzanti atta a raggiungere tali obiettivi. Il tutto, a vantaggio anche della riduzione dei carichi ambientali di concimi, obiettivo che si è posta la Comunità europea con il proprio Farm to Fork.
Quando si parla di cereali tale regola generale trova una prima risposta nella deposizione di appositi granulari nei solchi di semina, operazione espletabile proprio al momento in cui si pone a dimora la coltura. La meccanizzazione ha elaborato in tal senso un ricco ventaglio di soluzioni, portate o trainate, che prevedono la presenza di microgranulatori atti allo scopo. In tal modo diviene possibile espletare due pratiche nello stesso momento. Talvolta anche di più, se il cantiere di lavoro contempla anche un'ultima lavorazione superficiale operata dall'aggiunta alle seminatrici di dischiere o di attrezzature rotative.
In altri casi, i fertilizzanti granulari stessi sono stati realizzati in modo da avere una granulometria e un peso specifico sovrapponibile a quello del frumento, permettendo di mescolare il concime al seme e di localizzare contemporaneamente le due componenti. Il vantaggio di tali formulati risiede nella semplicità di distribuzione, a sua volta parametro che consente l'impiego di seminatrici "basic", senza microgranulatori.
Alcune seminatrici stanno però sviluppando sistemi atti a disporre il concime granulare leggermente più in basso rispetto alla linea di semina. In tal modo si massimizza la disponibilità per le radici che, appunto, verso il basso andranno a svilupparsi.
Fosforo elemento chiave
L'elemento chiave in sede di semina è soprattutto il fosforo, dal momento che esso ricopre un ruolo preminente proprio nelle primissime fasi di sviluppo della coltura. Essendo però dotato di mobilità pressoché nulla nel terreno è bene localizzarlo il più possibile nell'area che per prima verrà esplorata dalle radici del frumento.
In tal modo si potrà esaltare il cosiddetto "effetto starter" a tutto vantaggio di una crescita veloce della coltura e di un corretto livello di accestimento e di tolleranza ai primi freddi invernali.
I concimi granulari disponibili
Su Fertilgest sono censiti al momento 64 formulati granulari contenenti fosforo utilizzabili alla semina. Alcuni in "purezza", cioè senza altri elementi abbinati. Altri con un'aggiunta di azoto a diverso titolo, pur rimanendo il fosforo l'elemento predominante nella formulazione in termini percentuali. Altri ancora all'azoto aggiungono anche potassio.
Oltre ai tre macroelementi, presenti o meno in modo combinato, alcuni formulati includono anche zolfo e zinco, anch'essi importanti per i cereali in quanto rientrano in diversi processi metabolici verso i quali è bene non creare la situazione in cui vi sia qualche fattore limitante alla crescita.
Ancora, alcune soluzioni organo-minerali contengono anche matrici organiche a base di acidi umici e fulvici a rilascio modulato, i quali espletano anche una sorta di protezione a fosforo e zinco, assicurando un'eccellente efficacia anche a bassi dosaggi.
Infine, elevata completezza in termini nutrizionali, seppur diversi ai precedenti per composizione e profilo di missione, la si può trovare anche nei microgranulari che a fosforo, azoto, potassio, zolfo e zinco aggiungono anche alcuni microelementi di estrema utilità alla coltura, come ferro e manganese. Il primo è un cofattore di alcuni enzimi coinvolti nella fotosintesi, influendo positivamente sull'assorbimento di azoto e nella sintesi di ormoni che possono influenzare positivamente lo sviluppo della pianta. Il tutto, conferendo ad essa una maggiore resistenza agli stress abiotici. Il manganese, da parte sua, è anch'esso coinvolto nella fotosintesi clorofilliana e nella sintesi di alcuni amminoacidi.
La scelta del fertilizzante da impiegare alla semina può quindi contare su un ampio ventaglio di soluzioni, fra le quali il concime più idoneo dovrà però tenere conto di una serie di variabili legate al grado di fertilità del terreno, in modo da selezionare quello più confacente a completare la disponibilità nutrizionale della rizosfera.
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Fonte: AgroNotizie