L'intervento si è incentrato sull'applicazione in più tempi dei fertilizzanti azotati su grano, al fine di consentire produzioni di qualità, in particolare con elevato contenuto proteico; a tal proposito sono stati citati anche diversi progetti di ricerca, tra cui il programma Sigrad, per il miglioramento del contenuto proteico del grano attraverso la concimazione azotata.
Giordani ha sottolineato l'importanza della diagnostica nel determinare l'effettiva esigenza di azoto della pianta, che cambia durante lo sviluppo della coltura, da varietà a varietà e di anno in anno, a seconda del tipo di clima e di terreno; tra i vari metodi citati, oltre all'applicazione di alcuni modelli matematici vi è anche il ricorso all'NTester, uno strumento di Yara utile per rilevare dati circa la corretta nutrizione azotata della pianta a partire dal contenuto di clorofilla delle foglie.
Una volta definita l'esigenza effettiva della coltura, l'obiettivo diviene quello di fornire alla coltura azoto nei momenti e nelle quantità in cui effettivamente questo elemento è maggiormente richiesto; sono note le esigenze nutrizionali in alcune fasi di crescita del grano, tipo la fase di botticella, in cui il frumento ha una più alta necessità di ricevere l'azoto; di conseguenza la concimazione con un d'ammonio, dovrà essere effettuata nei momenti in cui la pianta risponderà meglio e cioè dovrà essere frazionata in più interventi per massimizzarne l'efficienza.
E' stato dimostrato che con una miglior ripartizione delle diverse dosi di azoto, a parità di unità applicate, si può arrivare ad avere il massimo di resa in granella con un maggior contenuto di proteine. I formulati ricoperti, con urea condensata o con inibitore, non sono quindi la soluzione definitiva alle questioni sollevate dalla direttiva nitrati ed alle esigenze attuali di qualità delle produzioni; come dimostrato, una precisa gestione dei fertilizzanti azotati di più largo consumo, applicati in maniera frazionata e in precisi momenti del ciclo colturale, consente di ottenere ottimi risultati dal punto di vista qualiquantitativo, poiché garantisce alla coltura di assorbire tutto l'azoto somministrato, impedendo perdite inquinanti dell'elemento a completa tutela dell'ambiente circostante.
L'applicazione frazionata è a tutti gli effetti una tecnica che consente a un determinato quantitativo di azoto di venir assimilato in maniera ragionata nel tempo.
Resoconto tratto da Yara News
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Fonte: Yara