Sono le soluzioni alternative a basso impatto ambientale le protagoniste dei lavori dedicati alla difesa della vite dall’oidio che sono stati presentati negli atti delle Giornate fitopatologiche del 2020.

I cinque interessanti lavori dedicati a questo tema hanno complessivamente riguardato:
  • l’attività nei confronti dell’oidio da parte di latte in polvere, siero di latte, laminarina, Bacillus amyloliquefaciens (ceppo FZB24), Bacillus pumilus (ceppo QST2808), zolfo, Cos-Oga, alcuni fertilizzanti e biostimolanti;
  • effetti sulle caratteristiche delle uve e sul vino da parte di diversi prodotti impiegati nella fase finale della difesa anti-oidica: Cos-Oga, Bacillus pumilus (ceppo QST2808), zolfo e laminarina.

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Attività nei confronti dell’oidio da parte di latte in polvere, siero di latte

Dopo alcune esperienze preliminari condotte nel 2017, il Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna e Astra Innovazione di Faenza, nel biennio 2018 e 2019, hanno condotto due prove di campo a Tebano (Ra) in cui sono stati utilizzati latte in polvere e siero di latte, a diversi dosaggi, nella difesa della vite dall’oidio a confronto con un testimone e con una tesi in cui è stato utilizzato lo zolfo, come prodotto standard di riferimento.
In entrambe le annate l’intera campagna anti-oidica è stata condotta con i prodotti in prova che sono stati complessivamente impiegati in 10 trattamenti nel 2018 e in 11 trattamenti nel 2019.

Nel 2018, con un’incidenza dell’83,5% di attacco sul testimone, è stato saggiato solo il latte in polvere, ad uso zootecnico e a diversi dosaggi, che ha fornito una performance in linea con lo zolfo, dal quale l’efficacia si è differenziata, anche se non in modo significativo, al dosaggio più alto (3kg/hl con una quantità di acqua che è variata tra i 500 e i 1000 l/ha in base al diverso grado di sviluppo della vegetazione).

Nel 2019, con un’incidenza del 92,5% di attacco sul testimone, sono stati saggiati il latte in polvere, al dosaggio più alto provato nell’anno precedente, e il siero di latte, ad uso zootecnico, che hanno fornito una performance che si è statisticamente differenziata sia dal testimone che dallo zolfo.

Il lavoro presentato, a conferma di quanto già evidenziato in bibliografia dal 2001, evidenzia l’elevata efficacia anti-oidica sia del latte in polvere che del siero di latte, paragonabile e anche superiore dello zolfo, dal quale comunque le due sostanze sperimentate si differenziano anche per l’assenza di effetti negativi sulla vinificazione.

In particolare, il siero di latte, riconosciuto dalla normativa europea come prodotto di base, potrebbe quindi essere utilizzato efficacemente nei programmi di difesa biologica della vite. Peraltro, gli autori segnalano che sarebbero utili ulteriori indagini per perfezionare le dosi di impiego e per selezionare le singole proteine del latte depositarie dell’attività fungitossica nei confronti degli oidi delle colture.


Attività nei confronti dell’oidio da parte di Bacillus amyloliquefaciens (ceppo FZB24) e Bacillus pumilus (ceppo QST2808)

Il Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo (Ba) e il dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari hanno presentato due prove su uva da tavola sull’attività nei confronti dell’oidio di due antagonisti microbici che sono stati impiegati con interventi di chiusura (3 nel 2018 e 5 nel 2019) del programma di difesa, che hanno seguito un precedente programma basato sull’impiego di prodotti di sintesi.

In entrambe le annate l’efficacia di Bacillus amyloliquefaciens e Bacillus pumilus è stata molto positiva sia sui grappoli che sui rachidi. Le due sostanze microbiologiche hanno fornito risultati in linea con lo zolfo, utilizzato come standard di riferimento, dal quale il Bacillus amyloliquefaciens si è statisticamente positivamente differenziato nell’attività su grappoli in una delle due prove.

Gli autori ritengono che le due sostanze saggiate possano essere inserite nelle fasi di chiusura delle strategie di difesa, mentre auspicano che possano essere realizzati ulteriori approfondimenti e studi per poter fornire solidi risultati sperimentali su cui valutare il loro possibile impiego in applicazioni consecutive ed esclusive per l’intero programma di protezione.


Prova con diversi prodotti in Piemonte per la difesa dall’oidio della vite da vino

VitEn di Calosso (At) ha presentato un lavoro con i risultati di due anni di prova, 2018 e 2019, sulla difesa dall’oidio della vite da vino con diverse sostanze a basso impatto quali Bacillus amyloliquefaciens (ceppo FZB24), Bacillus pumilus (ceppo QST2808), zolfo, Cos-Oga e alcuni fertilizzanti e biostimolanti.

Nonostante entrambe le annate siano state caratterizzate da condizioni climatiche particolarmente favorevoli allo sviluppo dell’oidio, tutte le sostanze in prova si sono differenziate dal testimone ed hanno consentito di contenere l’oidio in modo significativo.

In particolare, la laminarina si è dimostrata con un’efficacia comparabile, e in alcuni casi superiore, agli stessi prodotti a base di zolfo, che son stati considerati come standard di riferimento. Nella valutazione complessiva del non completo controllo dell’oidio va ricordato che sono stati pochi gli interventi che sono stati eseguiti nelle due annate di prova contro l’oidio: tre nel 2018 e cinque nel 2019.


Attività nei confronti dell’oidio da parte di laminarina

Upl Italia ha presentato un lavoro con i risultati di cinque prove, condotte nel 2017 e 2018, per valutare l’efficacia di Vacciplant (elicitore a base di laminarina) nella difesa dall’oidio della vite. La laminarina è un induttore di resistenza che viene percepita dalla pianta come il segnale di un attacco fungino o batterico che stimola l’attivazione dei meccanismi di autodifesa della pianta (aumento della resistenza della parete cellulare, produzione di fitoalessine e di proteine ed enzimi specifici).

Le prove, che sono state condotte su uva da vino (tre a Cuneo, Asti e Ravenna) e su uva da tavola (due Ragusa e Bari), sono state caratterizzate dal confronto della laminarina con un testimone, con zolfo e da una tesi di zinco + chitosano.

Due le strategie adottate; nella prima, applicata in due prove, l’intera difesa dell’oidio è stata impostata sull’impiego della laminarina, a diverse dosi, con 10 e 8 trattamenti a confronto con zolfo, una miscela tra zolfo e laminarina e una miscela tra zinco e chitosano; la laminarina ha avuto un comportamento similare a quello fornito dallo zolfo. In altre tre prove il protocollo sperimentale è stato diverso, dopo una prima fase nella quale la difesa è stata applicata con prodotti di sintesi, i trattamenti di chiusura sono invece stati impostati sull’applicazione della laminarina, a diversi dosaggi, a confronto con la zolfo.

Complessivamente l’attività di laminarina è stata buona in una prova, a Faenza, con una performance che si è positivamente differenziata statisticamente dallo zolfo sul numero di grappoli colpiti. Mentre nelle altre prove su uva da tavola i sei trattamenti di chiusura con laminarina hanno fornito la performance migliore quando sono stati applicati con il dosaggio più alto (2 L/ha).

Gli autori ritengono quindi che Vacciplant possa costituire una valida alternativa allo zolfo nella difesa della vite, da vino e da tavola, in agricoltura biologica e in quella integrata.


Effetti sulle caratteristiche delle uve e sul vino da parte di diversi prodotti impiegati nella difesa anti-oidica

VitEn di Calosso (At) ha presentato un lavoro sugli effetti sull’uva e sul vino di Cos-Oga, Bacillus pumilus (ceppo QST2808), zolfo e laminarina che sono stati impiegati in tre interventi settimanali, nella fase di chiusura. Nessun prodotto ha modificato in maniera significativa le caratteristiche fisico e chimiche del mosto e non ha dimostrato differenze rispetto al testimone.
Le uniche differenze, in alcuni casi anche statisticamente significative, sono state fornite dalle tesi trattate con zolfo che presentavano sgradevoli peggioramenti nel gusto.

Queste alcune analisi sintetiche e soggettive, per una lettura più completa dei lavori si invita ad acquisire gli atti prendendo contatto direttamente con la segreteria organizzativa delle Giornate fitopatologiche al seguente indirizzo email: giornatefitopatologiche@unibo.it.
Le Giornate fitopatologiche, a cadenza biennale, rappresentano un momento di confronto e di discussione tra gli esperti della fitoiatria italiana.
L'edizione 2020 ha prodotto oltre 130 lavori raccolti in circa 1200 pagine.

In un'ottica di divulgazione, AgroNotizie ha riassunto i contenuti in un ciclo di articoli dal nome "Difesa e diserbo, lo stato dell'arte" dedicati alla difesa dalle avversità animali, difesa dalle malattie, controllo delle infestanti e mezzi di difesa.