Nella giornata di sabato 16 maggio 2009 presso l’IPSAA Persolino di Faenza si è svolto un convegno sull’actinidia. Diversi gli spunti interessanti che sono emersi a seguito delle tre relazioni esposte

L’incontro è stato aperto da Raffaele Testolin, Direttore Dipartimento Coltivazioni Arboree dell’Università degli Studi di Udine, con un intervento dedicato a "Innovazione varietale dell'actinidia in Italia: programmi e obiettivi del miglioramento genetico in un'ottica di filiera produttiva".

‘Elemento importante della qualità – spiega Raffaele Testolin del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientale dell’Università degli Studi di Udine – è rappresentato dalla dolcezza del frutto, che deve attestarsi al momento del consumo almeno su valori di circa 12° Brix, per poter far sì che il consumatore percepisca il sapore dolce. Inoltre, è importante che questo livello di dolcezza sia accompagnato da un adeguato livello d’acidità, che permetta così un giusto equilibrio. Altro elemento importante è rappresentato dalla necessità d’avere una lunga shelf life o ‘vita sullo scaffale’. Bisogna poi considerare l’elevata capacità conservativa o ‘vita da frigo’ che i frutti devono avere. Questa caratteristica è maggiormente rilevante ed importante nelle varietà più tardive, che rimangono in frigoconservazione per un tempo maggiore: normalmente sono le ultime ad essere vendute in funzione dell’arrivo dei frutti provenienti dall’’emisfero Sud.’

‘E’ evidente – continua Raffaele Testolin - come ancora oggi è Hayward il prodotto maggiormente coltivato e consumato nel mondo, con una copertura del 90’% dell’intero mercato di commercializzazione. Gli operatori del settore guardano però con molto interesse alle varietà precoci a polpa verde (sia per A. arguta che per A. chinensis) che permetterebbero di aumentare il calendario di maturazione e di migliorare quello attuale, ad esempio migliorandone la scalarità di maturazione. Altra varietà che si sta diffondendo è l’Actinidia arguta (baby kiwi), anche se in Italia si è ancora a livello di ‘curiosità’. Per questo frutto il vincolo maggiore è legato all’elevato costo della raccolta che attualmente avviene a frutto singolo. Probabilmente raccogliendoli a grappoli (allo stesso modo dell’uva da tavola) si potrebbero limitare i costi e rendere inoltre la tipologia del frutto più appetibile ed interessante per il consumatore. Un altro aspetto interessante - ma ancora tutto da valutare - è rappresentato dai Kiwi a frutto rosso o bicolore, per il quale si hanno molte aspettative per differenziare ed ampliare ulteriormente il mercato.'

Considerazioni a parte vanno fatte sul Kiwi giallo che oramai ha conquistato il consumatore, attestandosi su produzioni elevate e con aspettative di crescita notevoli. L’ultima varietà introdotta a frutto giallo, e che sta riscuotendo grande interesse dagli agricoltori e dai consumatori, è Soreli selezionata nel 2005 da Guido Cipriani e Raffaele Testolin dell’Università di Udine.

 

 

 

Batteriosi, un nuovo nemico

Altro argomento di grande importanza è la batteriosi dell’actinidia, originata dallo Pseudomonas syringae pv. Actinidae: un batterio nocivo che sta pesantemente minacciando centinaia d’ettari di coltivazioni di kiwi nelle province di Latina, Roma e Treviso. ‘E' un cancro batterico - ha spiegato Riccardo Spinelli, tecnico di Zespri Italia - che si è manifestato per la prima volta negli anni '80 in Giappone. Nel 1994 è avvenuta la prima segnalazione in Italia (Scortichini, 1994) per poi ripresentarsi nel giugno del 2008 in diversi impianti della provincia di Latina. L’esplosione si è avuta a febbraio 2009 in concomitanza con basse temperature, che sembrano rappresentare un elemento  importante nella manifestazione sintomatologia. La situazione non è allarmante; tuttavia, il problema va rapidamente affrontato alla radice attraverso un attento monitoraggio ed un’accurata opera d’intervento e prevenzione.’

Persolino, partner attivo nella ricerca varietale

‘Grazie all’aiuto di alcuni partner - spiega Eraldo Tura, professore al Persolino di Faenza - la nostra scuola potrà partecipare e collaborare allo sviluppo di un importante progetto sul miglioramento genetico dell’actinidia. Gli obiettivi dell’iniziativa sono quelli d’individuare caratteri organolettici innovativi e d’elevato valore, precocità di maturazione, autocompatibilità fiorale, colorazione dei frutti e adattabilità ambientale. Il progetto si svilupperà attraverso una gestione del campo di piante madri, nella successiva ibridazione delle piante interessanti, realizzazione dei semenzali, valutazione degli stessi semenzali, coltivazione e valutazione clonale con eventuale brevettazione delle cultivar ritenute più interessanti. Successivamente si passerà alla commercializzazione delle nuove varietà.’