A vederlo è solo un piccolo quod che avanza goffamente tra i filari, ma all'interno ha una tecnologia avanzata che gli permette di raccogliere dati sulle piante. Grazie ad una antenna gps VineRobot si muove in maniera autonoma, passando da un filare all'altro. Su un fianco sono montati una serie di sensori tra cui una telecamera a colori ad altissima definizione, un sensore multispettrale a fluorescenza e una telecamera termica.
I dati che raccoglie sono vari. Prima di tutto la telecamera individua grappoli e foglie, distinguendo gli uni dalle altre. Un sensore capta la fluorescenza della clorofilla, un segnale utile alla misurazione del vigore vegetale di una pianta. La fluorescenza altro non è che la luce scartata dalle foglie, quella cioè che non può essere utilizzata dalla pianta per produrre il suo nutrimento. è un indice importantissimo che può dirci molto sulla salute della vite. Un campanello di allarme in caso di stress idrico o di attacco di parassiti o malattie. Ma VineRobot analizza anche la composizione dell'uva, misurando ad esempio la concentrazione di antociani nei chicchi.
I dati raccolti da VineRobot vengono poi elaborati e inviati su un tablet o uno smartphone sotto forma di mappa. L'agricoltore avrà dunque un quadro sullo stato di salute delle proprie viti. Potrà intervenire in caso di stress idrico o di attacco di parassiti, potrà dosare i fertilizzanti e perfino decidere quando è il momento migliore per vendemmiare.
Uno degli aspetti da non sottovalutare di VineRobot è la guida autonoma. Il mezzo è infatti in grado di avanzare nei filari e di compiere svolte, indipendentemente dal tipo di terreno. L'autonomia è di quattro ore con una velocità media intorno ai due chilometri orari. Stiamo quindi parlando di circa otto chilometri lineari di vigna.
Insomma, VineRobot è uno strumento utile per l'agricoltura di precisione, di cui abbiamo tanto parlato su AgroNotizie e che rappresenta il futuro, riuscendo a massimizzare le produzioni minimizzando gli input. Quello che manca ancora tuttavia, sono studi che quantifichino l'impatto economico di questi strumenti.
Calcoli difficili da effettuare, prima di tutto perché prototipi come VineRobot non sono ancora pienamente operativi o utilizzati in aziende agricole. Lo stesso discorso vale per i droni, il cui ritorno economico in agricoltura è ancora tutto da valutare. è indubbio però che questi strumenti, rispetto al telerilevamento satellitare, sono più precise e gestibili da parte dell'agricoltore.
A credere nell'agricoltura di precisione è l'Unione europea che ha finanziato il progetto con due milioni di euro nell'ambito del settimo Programma quadro. A partecipare alla ricerca sono le università spagnole della Rioja e quella di Valencia (con competenze sia per la parte agronomica che per la parte robotica), l’Istituto di ricerca tedesco Hochschule Geisemhaim, le società francesi Force-A di Parigi e Wall-ye di Lione, la società di nanotecnologia spagnola Avanzare di Logrogno e la Cooperativa di Produzione Les Vignerons de Buzet.
Proprio a Buzet, in Aquitania, sono stati fatti i primi test in campo mentre presto VineRobot dovrebbe arrivare in Italia. E' infatti di Siena un'azienda che partecipa al progetto. Si chiama Sivis ed è una startup affilata all’incubatore Toscana Life Sciences focalizzata nello sviluppo, produzione e commercializzazione di sistemi di visione intelligenti.