Gli effetti dei cambiamenti climatici sono tangibili. È documentato l'aumento con cui accadono eventi piovosi di forte intensità e, di conseguenza, i fenomeni erosivi. Piogge concentrate in un breve periodo aggrediscono la superficie del terreno e producono effetti talvolta eclatanti. Le anomalie del regime pluviometrico e la gestione non sempre corretta del territorio mettono a rischio il suolo e l'erosione, che rimane il principale aspetto della degradazione del suolo stesso, supera mediamente di 30 volte il tasso di sostenibilità.
Il non corretto uso del suolo non è solo legato alle attività agricole, ma anche e soprattutto alle attività extra agricole.
Pochissimi studi stimano il danno economico causato dalla perdita di una risorsa non rinnovabile come il suolo. A fronte di eventi catastrofici causati da eccessi idrici, aumentano anche frequenza e durata dei periodi di siccità, mettendo a rischio la salute degli eco-sistemi agricoli e forestali. È altrettanto evidente che i cambiamenti climatici e l'intensificazione della pressione antropica hanno ridotto la capacità dei suoli di trattenere l'acqua a seguito alla rilevante diminuzione della sostanza organica che si è verificata ricorrendo ad agro-tecniche non sostenibili.
Si impone, quindi, una pianificazione dell'uso del territorio, partendo dalla completa conoscenza dei tipi di suolo. Gli impatti ambientali variano da suolo a suolo, in funzione dell'uso e della gestione. In particolare, l'attività agricola determina fortemente i processi idrologici e i rapporti acqua-suolo: il ricorso alle pratiche agricole sostenibili non è più procrastinabile.
Nell'immediato vi è la necessità di attuare un Piano quadro nazionale finalizzato, sia a recuperare e accumulare l'acqua piovana, attraverso la creazione di serbatoi e vasche di espansione, sia a incrementare la raccolta dell'acqua non trattenuta dal suolo (drenaggio, ruscellamento) con la realizzazione di piccoli e medi bacini di raccolta, nonché il ripristino della funzionalità dei numerosi "laghetti" già esistenti, anche con funzione di laminazione delle piene. Allo stesso tempo sono da favorire tutte quelle strategie di gestione delle risorse idriche e del suolo che possono favorire il risparmio idrico e la tutela delle acque disponibili.
La partecipazione potrà avvenire dietro compilazione del form a questo link, entro lunedì 14 dicembre 2020
Programma
9.00 - Apertura dei lavori
Indirizzi di saluto:
Massimo Vincenzini, presidente Accademia dei Georgofili
Marco Bottino, presidente Anbi Toscana
Introduzione al tema: Amedeo Alpi, vicepresidente Accademia dei Georgofili
Coordina: Marcello Pagliai, Accademico dei Georgofili
9.30 - Relazioni:
Edoardo A.C. Costantini, Crea-Aa, accademico dei Georgofili - L'acqua da risorsa a calamità – impatti sul suolo e strategie di mitigazione
Marcello Mastrorilli, Crea-Aa - Agricoltura e water harvesting
Maurizio Servili, Università degli Studi di Perugia, accademico dei Georgofili - L'acqua di vegetazione dei frantoi oleari: una risorsa da valorizzare
Francesco Zecca, Sapienza Università di Roma, accademico dei Georgofili - L'utilizzo della risorsa idrica tra necessità di efficienza e politiche pubbliche
Massimo Gargano, direttore Anbi nazionale, accademico dei Georgofili - Un Piano quadro nazionale per il recupero delle acque
Stefania Nuvoli, direzione Agricoltura e sviluppo rurale Regione Toscana, Accademica dei Georgofili - Il riuso delle acque reflue in agricoltura – aspetti tecnico-normativi
12.00 - Presentazione del volume:
Simone Fagioli, "L'acqua potabile, che da quasi un secolo è argomento di lagni". L'ingegner Celso Capacci e il dibattito sull'acquedotto di Firenze (1887-1918), a cura di S. Fagioli
12.25 - Discussione
13.00 - Considerazioni conclusive a cura di Marcello Pagliai
Scopri i dettagli della giornata di studio online
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Fonte: Accademia dei Georgofili