Anche una Docg importante come il Chianti può subire gli effetti altalenanti del mercato e il cambiamento dei gusti dei consumatori, considerati ovviamente a livello mondiale.

E così attualmente ci sono circa 100mila ettolitri di giacenze invendute nelle cantine che si trovano su questo territorio, molto grande, che abbraccia le province di Firenze, Prato, Pisa e Siena.

Per far fronte a questa situazione e per cercare nuovi spazi di mercato, l'assemblea dei soci del consorzio aveva già varato a febbraio delle modifiche al disciplinare, mirate soprattutto a ridurre le quantità e cambiare leggermente gli aspetti organolettici per cercare di andare incontro a clienti di nuovi mercati esteri.

Modifiche che vorrebbero avere una loro prima attuazione già dalla prossima vendemmia, ma che vedono un ostacolo nelle tempistiche degli iter burocratici e amministrativi, come riporta anche la Cia Toscana, anche se dal ministero arrivano segnali rassicuranti.

Riguardo al disciplinare di produzione, le modifiche approvate sono relative alla produzione di uva a ceppo e il residuo zuccherino.

Riguardo alla riduzione della produzione massima, per i vigneti con densità inferiore a 4mila ceppi ad ettaro è prevista una diminuzione delle rese massime da 5 a 3 chilogrammi a ceppo, fermo restando il limite massimo di 90 quintali ad ettaro.

Per l'aspetto organolettico, invece, il consorzio ha deciso di conformarsi alla prassi comunitaria che consente un residuo zuccherino superiore di 2 punti rispetto al valore dell'acidità totale, eliminando il tetto massimo di 4 g/litro di zuccheri. Una variazione che vuole andare incontro ai gusti dei consumatori dei nuovi mercati asiatici, abituati a vini più morbidi.

Altri provvedimenti possono essere autorizzati direttamente dalla Regione Toscana, limitatamente per la vendemmia 2017, e riguardo a questi è stata proposta una riduzione del 10% delle rese massime produttive delle uve.

Oltre alle modifiche al disciplinare, il consorzio ha deciso una serie di iniziative per potenziare l'attività di promozione. La proposta è quella di affiancare agli strumenti esistenti, come le opportunità offerte dall'Ocm promozione e dal Psr, un progetto aggiuntivo straordinario che abbia come obbiettivo il rafforzamento dei mercati più deboli, sia in ambito nazionale, che comunitario e extra comunitario, per contrastare la concorrenza dei produttori emergenti e puntare a superare il traguardo di 1 milione di ettolitri venduti all'anno.