L'Italia si troverà nuovamente "catapultata" in pieno inverno già dalla giornata odierna, con nevicate fino a bassa quota e un sensibile crollo termico, in particolare sulle regioni settentrionali. Le cause sono da ricercarsi nell'approfondimento di un vortice depressionario, che creerà i presupposti per trainare parte dell'aria gelida, stazionante sull'Europa centro-settentrionale, verso il bacino mediterraneo.


Il punto della situazione

La primavera ha ceduto il passo ad un rapido ritorno dell'inverno anche sull'Italia: un nucleo d'aria artica, dopo aver imperversato per giorni sull'asse Scandinavia/Regno Unito, è ora in affondo verso la Penisola iberica e il Mediterraneo occidentale. Si tratta solo di un piccolo assaggio dell'ondata di gelo che ha colpito l'Europa, ma sarà comunque in grado di riaprire una fase invernale ormai considerata chiusa.
La risposta del Mar Mediterraneo è risultata determinante nel fornire energia alla depressione presente sui mari italiani: un intenso mulinello responsabile del richiamo delle masse d'aria più fredde dai quadranti settentrionali, poco più a nord dell'Arco Alpino.
Il maltempo è quindi accompagnato da un abbassamento delle temperature e dal ritorno delle nevicate a bassa quota, specie al Centro-Sud.


Analisi
 
Le cause dell’invernata sono state innescate dal ramo del Vp (Vortice polare) dislocato sul comparto euro-asiatico. Il contributo atlantico ha complicato ulteriormente la situazione: l’avanzamento della stagione primaverile nella prima decade del mese ha incentivato un flusso più massiccio delle masse d'aria dai quadranti occidentali, decisamente più umide e miti. L’aria fredda in contrasto con l’aria più calda oceanica ha quindi creato una miscela esplosiva, tramutata nella pesante ondata di maltempo che sta colpendo diverse nazioni europee.
L’Italia verrà raggiunta soltanto da una piccola porzione del freddo europeo, ma avendo alle spalle una decina di giorni segnati da anomalie termiche positive, basterà per alimentare una vasta depressione carica di precipitazioni localmente consistenti. La successiva flessione termica favorirà inoltre un ritorno della neve a bassissima quota.


La primavera?

Le ultime emissioni modellistiche non mostrano un minimo cenno di “rimonta anticiclonica”: i brevi momenti di sole che appariranno nel fine settimana saranno solo una parentesi tra l’attuale perturbazione e la successiva.
La nuova settimana porterà quindi una nuova vivace perturbazione grazie alla riapertura della porta atlantica. Provenendo dai quadranti occidentali si avvarrà tuttavia di un supporto piuttosto mite che provocherà un sensibile innalzamento delle temperature, che saranno nuovamente al di sopra delle medie stagionali. 


Evoluzione

L’ondulazione oceanica non avrà però un carattere duraturo, ma per lo più transitorio, perché l’assetto barico non sarà in grado di assicurare il costante flusso d'aria mite.
Il vasto campo anticiclonico azzorriano, difatti, tenderà a distendersi in pieno Atlantico concretizzando un consistente rialzo pressorio sui mari settentrionali. La chiusura della porta oceanica determinerà perciò un rinforzo del vortice ciclonico gelido sull'Europa centrale, che potrebbe portare anomalie termiche negative anche nell’ultima decade mensile.


Tendenza

Nella giornata di oggi il maltempo tenderà ad acuirsi ulteriormente, aiutato prevalentemente del flusso d'aria fredda in scorrimento sulla Penisola. Le precipitazioni andranno ad interessare maggiormente le regioni centro meridionali e la diminuzione termica riporterà la neve sulle colline.
Nel weekend il freddo intensificherà, ma correnti più secche porteranno un generale miglioramento. Come già accennato si tratterà solo di una breve parentesi, perché già dalle prime ore di lunedì giungerà una nuova perturbazione dai quadranti occidentali. La presenza al nord ovest di aria piuttosto fredda al suolo potrebbe determinare locali nevicate anche in pianura.
Il regime circolatorio che andrà ad istaurasi – prevalentemente occidentale con partecipazioni gelide continentali – andrà a determinare ulteriori passaggi instabili, che rimarranno con molta probabilità fino a tutta l’ultima decade di marzo.