Piogge torrenziali e venti da uragano stanno interessando molte aree della Calabria e della Sicilia. Intense precipitazioni, innescate da un vortice ciclonico posizionato sui mari del sud, stanno cadendo senza sosta da oltre 48 ore sui versanti ionici: si segnalano allagamenti e fiumi in piena, ma se questo episodio fosse arrivato in autunno, poteva senza dubbio essere catalogato come alluvione.

Il punto della situazione

Una severa fase di maltempo è quella che sta interessando da ore l'estremo Sud, causata da un vortice in risalita dal nord Africa che ha approfondito ulteriormente il suo minimo in prossimità della Sicilia. Le stime delle piogge sono molto preoccupanti, in particolare per la fascia ionica dell'isola sicula e della Calabria.

Fenomeni molto abbondanti esaltati in particolare a ridosso dei rilievi orografici, sui versanti esposti ai venti orientali. In meno di 48 ore sono caduti oltre 300 millimetri di pioggia nella provincia di Catania e nella zona etnea. Le precipitazioni eccezionali hanno ingrossato i fiumi e provocato diverse frane.

La differenza barica tra l’area di bassa pressione e quella circostante di alta pressione (oltre 30 hPa di differenza fra le Alpi e la Sicilia), è alla base delle raffiche furibonde di vento che hanno superato i 140 chilometri orari in diverse zone orientali di Calabria e Sicilia.

Tutto come da copione: sembra quasi di rivivere le stesse condizioni meteo che caratterizzarono i mesi di dicembre e gennaio, quando il vortice polare era in gran forma e l'alta pressione delle Azzorre si trovava sugli areali occidentali dell'Europa. Le perturbazioni in quel periodo furono davvero poche, ma quelle poche causarono seri problemi. Analizzando l’assetto barico attuale, si scopre proprio gli stessi ingredienti che hanno composto l’autunno e i primi due mesi dell’inverno.

Analisi

Vortice ciclonico imponente in risalita dal nord Africa. Il tutto è partito dall'incursione artica che ha fatto nascere una goccia fredda sul Mediterraneo (in vicinanza di Corsica e Sardegna), ora affondato sulle vicine coste nord-algerine. Si tratta di una ferita barica isolata, ma non innocua, con tipica evoluzione a “cut-off”, in quanto tagliata dall’espansione anticiclonica poco più a nord.
L’assetto atmosferico del minimo favorisce un netto sviluppo e potenziamento di questa configurazione perturbata, che viene vista davvero pericolosa e non facile da sconfiggere. L’area ciclonica riuscirà ad alimentarsi con l'aria sub-tropicale richiamata dalle latitudini nord-africane.

Ad aggravare la situazione sono proprio le correnti orientali che investiranno completamente l'area ionica compresa tra la Calabria e la Sicilia: questi venti molto umidi costretti a risalire le catene montuose, stanno determinando piogge torrenziali ed insistenti. La fase acuta perturbata sarà purtroppo prolungata, in quanto l'area ciclonica è pressoché bloccata nella sua evoluzione dall’alta pressione poco più a nord.

Il rischio di nubifragi è ulteriormente accentuato dal fatto che la neve cadrà solo nelle cime più alte degl’Appennini ed il manto nevoso presente al di sotto dei 1500 metri rischierà una rapidissima fusione, andando ad incrementare il già elevatissimo afflusso d'acqua nei corsi d'acqua.

Evoluzione

Fino al week end le regioni Meridionali saranno in balia di un'area di bassa pressione ubicata tra il nord Africa e la Sicilia. Piogge abbondanti, localmente a carattere di nubifragio, soprattutto nei versanti ionici, più ai margini rimarranno la Sardegna orientale, la Puglia, la Lucania e in piccola parte Campania, Molise ed Abruzzo.

Il nord, invece, passato il freddo è in attesa d’aria mite portata dall’espansione dell'anticiclone delle Azzorre. Un aumento dei geopotenziali che si consoliderà ulteriormente nei prossimi giorni e che andrà a coinvolgere l'intera Penisola. Nel fine settimana è attesa quindi forte stabilità e cieli ampiamente soleggiati un po' ovunque; le temperature aumenteranno di svariati gradi, specie sui settori di ponente. Dall’analisi dei modelli previsionali sono attesi durante il giorno punte di 15-16 gradi o addirittura superiori. Si tratterà pertanto di un vero e proprio assaggio primaverile.

La struttura stabilizzante non riuscirà però a spingersi con sicurezza nel cuore del Mediterraneo, lasciando affluire aria più fredda sul bordo orientale, correnti artiche che si dirigeranno sui Balcani sfiorando la Penisola italiana. Torneranno nubi sulle creste alpine che potrebbero produrre locali nevicate e venti di foehn nelle alte valli.

Nei primi giorni della nuova settimana sono attesi transiti di velature, ma anche annuvolamenti maggiormente minacciosi nelle regioni adriatiche e al sud. Le regioni Meridionali saranno comunque le aree maggiormente interessate dagli spifferi freschi e conseguentemente vedranno un sensibile calo dei valori termici.

Tendenza

Questo assaggio primaverile si protrarrà prevalentemente per una settimana, fino al 28 febbraio circa. Dopo tale data occorre esaminare con attenzione i movimenti del vortice polare, ove dai modelli viene evidenziato un indebolimento verso la fine del mese. I vari nuclei che si distaccheranno dal mulinello nordico potrebbero intraprendere diverse strade nella discesa sulle latitudini medie, dirigendosi verso il continente americano, quello asiatico e anche quello europeo.

In definitiva

Nel lungo termine acquista maggiore possibilità un probabile colpo di coda invernale. Pochi dubbi, invece sull'assaggio primaverile dei prossimi giorni.