Quest'anno saranno raccolti i primi frutti del nuovo impianto di 100 ettari di kiwi giallo realizzato da Agro Gold Società Agricola Srl, una società partecipata da Agrintesa e IDeA Agro. La prima è una nota cooperativa ortofrutticola, con oltre 4mila associati che coltivano 9mila ettari di frutteto e 7mila ettari di vigneto. Il secondo è il fondo di DeA Capital costituito per investire in progetti lungo la filiera agroalimentare.

 

Il progetto Agro Gold ha visto la costituzione di una società agricola che ha realizzato un impianto di 100 ettari di kiwi a polpa gialla ad Aprilia, in provincia di Latina, zona vocata alla coltivazione dell'actinidia. Agrintesa, oltre a gestire la fase di confezionamento e distribuzione a Zespri (di cui è uno dei quattro licenziatari italiani della varietà SunGold), si occupa anche della gestione operativa dell'azienda agricola di nuova costituzione. IDeA Agro ha invece contribuito dal punto di vista finanziario e manageriale alla buona riuscita del progetto.

 

Il kiwi giallo è stato scelto in quanto frutto che vede consumi in aumento e riesce a spuntare ottimi prezzi di vendita, offrendo una interessante opportunità di guadagno. Ma la realizzazione di un impianto di 100 ettari pone anche numerose sfide. "Gestire una superficie così ampia, sebbene in un corpo unico, è molto impegnativo dal punto di vista operativo. Inoltre la realizzazione del frutteto ha richiesto un esborso economico cospicuo", ci racconta Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa.

 

"Per gestire al meglio l'impianto e proteggere l'investimento fatto siamo convinti che la strategia migliore sia quella di affidarci alla tecnologia e infatti nell'actinidieto abbiamo installato sensori per monitorare la struttura e sonde al suolo per gestire l'irrigazione, affidando la realizzazione alla rete d'impresa i4fruit (iFarming, Romagna Impianti, Arrigoni e Scarabelli Irrigazione)".

 

Misurare per poter gestire

La struttura di un actinidieto con forma di allevamento a pergola è piuttosto complessa, in quanto richiede l'installazione di pali e tiranti, manichette per l'irrigazione e teli protettivi, che difendano la coltura dalla grandine e dall'irraggiamento solare eccessivo. Per poter monitorare il corretto funzionamento di tutta la struttura sono state installate diverse tipologie di sensori, ad esempio sui tiranti, per controllare che siano sempre tensionati al punto giusto, ma anche sui pali di sostegno, affinché conservino la corretta inclinazione rispetto al suolo.

 

I sensori di umidità installati nel frutteto

I sensori di umidità installati nel frutteto

(Fonte foto: Agrintesa)

 

"Grazie a questi sensori la gestione di 100 ettari di frutteto diventa più semplice. Se qualche sensore rileva una anomalìa la piattaforma digitale ci avverte del malfunzionamento e un nostro tecnico può recarsi nel punto esatto in cui è richiesto il suo intervento", sottolinea Moretti. "In questo modo si risparmia molto tempo e soprattutto si ha la certezza di avere sempre il polso della situazione".

 

Altro aspetto fondamentale è l'irrigazione, in quanto il kiwi ha specifiche esigenze idriche e malattie molto impattanti, come la morìa del kiwi, hanno tra le cause una cattiva gestione della risorsa acqua. Per questo motivo sono state installate circa ottanta sonde, le quali misurano la disponibilità idrica a diverse profondità del terreno.

 

Il frutteto Agro Gold

Il frutteto Agro Gold

(Fonte foto: Agrintesa)

 

"In questo modo sappiamo sempre con esattezza quanta acqua le piante hanno a disposizione. Incrociando questo dato con le previsioni meteo e le condizioni climatiche, ad esempio a livello di temperatura e forza del vento, siamo in grado di calibrare l'apporto irriguo", sottolinea Cristian Moretti. "Questo ci permette non solo di risparmiare potenzialmente acqua, ma soprattutto di avere produzioni di frutta in linea con i nostri obiettivi aziendali".

 

Gli accorgimenti sopra elencati hanno consentito ad Agro Gold di ottenere la certificazione di impianto 4.0, permettendo l'accesso agli sgravi fiscali per l'agricoltura 4.0. D'altronde, secondo l'ultimo report dell'Osservatorio Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise, Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia, i sistemi di monitoraggio sia di macchinari che di coltivazioni e terreni sono oggi i più diffusi (rispettivamente 42% e 30%) tra le aziende agricole, come anche i sistemi di irrigazione di precisione abilitati da tecnologie digitali (11%).

 

Le soluzioni maggiormente adottate sono effettivamente in linea con le direzioni di sviluppo dell'offerta

Le soluzioni maggiormente adottate sono effettivamente in linea con le direzioni di sviluppo dell'offerta

(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

 

Digitalizzazione, una questione di filiera

Le soluzioni maggiormente diffuse tra le aziende agricole italiane sono i software gestionali, di cui è dotata anche Agro Gold. Ma è interessante notare come anche Agrintesa utilizzi il digitale per gestire il rapporto con i soci conferitori. "Abbiamo una piattaforma web dove ogni agricoltore può loggarsi per consultare i dettagli dei propri conferimenti e avere quindi sempre sott'occhio le performance della propria azienda agricola. Inoltre, utilizziamo il digitale come strumento per comunicare con gli agricoltori, inviando ad esempio i bollettini per la difesa fitosanitaria", ci racconta Moretti, sottolineando come Agrintesa spinga ormai da anni per una agricoltura più smart.

 

Oltre ad offrire supporto agronomico tradizionale attraverso una rete di tecnici in campo, da molti anni Agrintesa si dedica ad informare gli agricoltori sulle potenzialità delle strumentazioni innovative. Si parte dalle semplici centraline meteo, che sono alla base dell'agricoltura smart, in quanto in grado di raccogliere dati sull'andamento climatico, fino alle aziende più evolute che utilizzano sonde per monitorare l'umidità del suolo, Dss per la difesa, droni e immagini satellitari per la mappatura delle colture.

 

"Tra la base di agricoltori c'è un'accettazione molta varia della tecnologia. Spesso vediamo che le aziende più grandi e professionali comprendono meglio il potenziale del digitale e sono più aperte all'innovazione, mentre quelle più piccole e gestite da soci anziani sono più refrattarie al cambiamento", ci confida Cristian Moretti.

 

L'adozione cresce con le dimensioni aziendali

L'adozione cresce con le dimensioni aziendali

(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

 

D'altronde gli stessi dati dell'Osservatorio Smart AgriFood confermano che il livello di innovazione cresce con l'aumento delle dimensioni aziendali. Se circa la metà delle aziende intervistate sotto i 10 ettari non usa neppure una soluzione smart, tra le aziende con 100 ettari e più questa percentuale scende al 10%.


Image Line è partner dell'Osservatorio Smart AgriFood