Tecnicamente si tratta di una web radio, una radio che si ascolta tramite internet e che trasmette e propone in podcast servizi e interviste sul mondo degli impollinatori, concentrandosi soprattutto sugli aspetti della loro salvaguardia, della divulgazione scientifica, di come questi argomenti vengono affrontati a livello della comunicazione generalista.
Per farci raccontare questo progetto abbiano intervistato Giulio Puccini, che di Apiantide è il presidente e di Radio Api24 è uno degli ideatori.
Signor Puccini, come mai una radio dedicata alle api e agli impollinatori?
"Radio Api24 nasce il primo luglio 2021, per la necessità dell'associazione Apiantide di comunicare le molte attività in essere ai propri associati e sostenitori. Invece di stampare il classico bollettino Informativo, da spedire a ogni singolo iscritto, abbiamo fatto una scelta più ecologica: con la radio evitiamo la stampa di un sacco di carta e, soprattutto, le spedizioni di centinaia di plichi che vanno a incrementare il traffico con i trasporti. Il formato radiofonico si è poi dimostrato l'ideale per fare informazione, conoscenza e sensibilizzazione, su un argomento pressoché sconosciuto: gli impollinatori. Per la loro salvaguardia è necessario saperne di più, e noi forniamo la risposta a questo bisogno sempre più condiviso: prima di Radio Api24 nessuno forniva questo servizio in una modalità così semplice; mancava".
Ma di cosa si parla esattamente su Radio Api24?
"Parliamo di salvaguardia, sviluppo e studio degli apoidei e degli altri impollinatori. Ho volutamente usato il nome della superfamiglia e non quello comune di 'api'. Questo perché, per il 99% delle persone, dire 'ape' significa dire ape da miele: un luogo comune sbagliato che non aiuta la salvaguardia degli impollinatori. E questo non lo sa quasi nessuno: pensiamo sia giusto raccontarlo.
Noi ci occupiamo dell'ape da miele (Apis mellifera) e delle oltre mille specie di api, dette selvatiche o native, presenti in Italia. Diffondiamo consigli a chi si approccia all'apicoltura preferendo tecniche 'naturali', non finalizzate al reddito ma alla salute degli insetti. Forniamo informazioni sul mondo della ricerca scientifica, con interviste agli apidologi più noti e riconosciuti, ma anche numerose curiosità dedicate al pubblico meno esperto.
Racconti, rassegne dalla stampa internazionale e anche molta divulgazione sulla nostra attività associativa: dai consigli per le azioni concrete di sostegno agli impollinatori (che ognuno può praticare), sino agli aggiornamenti in tempo reale sullo sviluppo del progetto di reinserimento in natura dell'Apis mellifera.
Quando parliamo di api selvatiche, poi, facciamo qualcosa che è pressoché assente da qualsiasi mezzo di informazione: diffondiamo la necessaria cultura per passare alla reale salvaguardia degli apoidei, smascherando l'imperante beewashing tanto in voga nelle mille iniziative intitolate 'Salviamo le api'. Al grande pubblico bisogna dire la verità: l'ape da miele non sta sparendo, anzi, è in continuo aumento, ma questo non lo dice nessuno. In pochi parlano e agiscono davvero per gli impollinatori a rischio estinzione come i bombi e le altre mille specie selvatiche. Ecco di cosa parliamo a Radio Api24".
C'è un palinsesto?
"Alcuni programmi sono trasmessi in diretta, come la rassegna stampa del mattino, dal lunedì al venerdì. La sera del martedì e giovedì, sempre in diretta, va in onda 'La storia mai raccontata sulle api da miele' in cui, con la partecipazione telefonica degli ascoltatori, raccontiamo dei tanti miti e bufale legate al mondo del miele e dell'apicoltura. Al sabato, a mezzogiorno, c'è l'appuntamento con 'Apicoltura naturalmente' in cui Leonardo TopBar, attivo youtuber, regala utili informazioni a chi ha deciso di dedicarsi all'apicoltura con un approccio più primitivo. Ogni domenica mattina, riserviamo oltre un'ora allo 'Speciale prodotti dall'arnia' in cui si scoprono molte informazioni utili, e spesso sconosciute, sul miele, la cera, la propoli e gli altri beni elaborati dalle
api.
Ogni settimana poi, in homepage, sono elencati gli appuntamenti dedicati alle interviste e al beewashing, disponibili anche in versione podcast, come buona parte della programmazione in onda nelle 24 ore di Radio Api24".
Come si fa ad ascoltare radio Api24?
"Radio Api24 è una web radio raggiungibile con qualsiasi dispositivo collegato alla rete, navigando il sito api24.it Stiamo preparando anche un'applicazione dedicata agli smartphone, ma già ora è possibile ascoltarci anche col proprio telefonino. In attesa di sbarcare sugli speaker domestici siamo già presenti sui maggiori aggregatori come radio.garden".
Chi sono i vostri ascoltatori e quanti sono?
"Dal semplice curioso all'operatore apistico: il nostro target è molto ampio. Serviamo contenuti per chiunque si interessi a soluzioni da adottare per la salvaguardia degli insetti pronubi. Di numeri credo sia ancora presto per parlare: abbiamo poco più di tre mesi di trasmissioni e preferiamo attendere almeno di avere dati per confrontare due diversi semestri, quindi posso solo dire che da luglio a oggi abbiamo servito oltre 4mila sessioni di ascolto".
Come vi finanziate? E' possibile fare pubblicità sulla vostra radio?
(Fonte: Apiantide)
"Apiantide è un'Associazione culturale nata per la salvaguardia, lo sviluppo e studio del migliore ambiente per le api e gli altri impollinatori. Nasce formalmente nel 2020 sebbene abbia radici più profonde. Da anni ero in uno stato di preoccupazione per la condizione nefasta degli insetti pronubi e per le scarsità di iniziative utili alla loro difesa. Ho studiato molto e molto mi sono documentato: pensavo di voler fare l'apicoltore ma, grazie proprio alla lunga ricerca, ho scoperto che tra le concause del declino degli impollinatori ci sono anche le tecniche spinte di apicoltura razionale. Ho quindi cambiato idea rinunciando a diventare parte del problema e scegliendo di iniziare a risolverlo.
Parlando con alcuni amici, ho scoperto che non ero il solo a vivere questo stato di frustrazione e abbiamo deciso quindi di associarci e provare a realizzare opere concrete di tutela: grazie anche alla presenza di alcuni operatori già votati alla difesa delle api, e non solo al loro sfruttamento commerciale, abbiamo cominciato a riunire le tante esperienze di apicoltura 'primitiva' o 'eretica' attive in Italia. Il riscontro è stato molto positivo e in pochi mesi abbiamo associato persone in dieci regioni diverse. Facciamo soprattutto divulgazione e informazione su un mondo che tutti credono di conoscere, sbagliando. Vogliamo cambiare il racconto che si fa delle api: molte convinzioni diffuse sono completamente prive di qualsiasi veridicità.
Cerchiamo di parlarne tutte le volte che possiamo, partendo dalle scuole, dove abbiamo due importanti progetti in atto, e non ci priviamo mai di dibattere sulla questione, anche in incontri aperti al pubblico e patrocinati dai comuni che ci sostengono. Abbiamo realizzato due 'campi laboratorio' consci che per parlare di api dobbiamo prima fornire loro un ambiente adatto: sia in Lombardia che nel Lazio abbiamo installato alcune arnie topbar nelle quali ospitiamo sciami da cui ottenere i dati necessari a redigere un protocollo da condividere con chi sceglie la via 'naturale' all'apicoltura.
Svolgiamo azioni di flower bombing, regaliamo sementi di essenze medicali (come l'evodia) per gli impollinatori, non forniamo alimentazione artificiale ai nostri sciami ed evitiamo loro trattamenti chimici o l'uso di sostegni esterni per la loro sopravvivenza. Abbiamo molta fiducia nella capacità delle api di 'badare a se stesse' e ci limitiamo a osservarne i comportamenti per arrivare al loro reinserimento in natura".
Come associazione dichiarate di essere apicultori e non apicoltori, e di non produrre miele o vendere attrezzature di nessun tipo. Ma sulla radio si parla o si può parlare di apicoltura?
"Certo! Ne parliamo tutti i giorni, affidando parte dei contributi in onda proprio ad apicoltori sparsi in tutta Italia. Si possono ascoltare storie di apicoltura alpina o anche dalla Sicilia. Produrre miele non rientra tra le nostre finalità ma molti dei nostri soci sono apicoltori amatoriali, che allevano api pensando soprattutto al loro benessere piuttosto che al reddito. Siamo sempre aperti al confronto sebbene siamo coscienti che chi ha investito del capitale in un apiario difficilmente sarà propenso a diventare nostro sostenitore: c'è un'estrema distanza tra chi produce reddito e chi salvaguarda le api. Nulla di incolmabile, ma ci è sembrato più naturale rivolgerci a chi può operare in un regime di totale libertà, lontano dalla pressione del bilancio economico e più vicino alla cura del proprio ambiente. Per molti apicoltori l'ape è ormai 'la mucca degli impollinatori' mentre per gli apiculturi di Apiantide essa è un fondamento della vita sul pianeta".
E' vero che le api da miele non sono a rischio di estinzione, che sono in grado in certe situazioni di sopravvive senza l'intervento dell'uomo e che l'apicoltura (tutti i tipi di apicoltura) ha causato o aggravato parte dei problemi che affliggono questi insetti. Ma è altrettanto vero che se sono in aumento è per l'opera degli apicoltori e che lasciarle a se stesse di punto in bianco comporterebbe un crollo enorme della loro popolazione. Anche questo dovrebbe essere considerato nell'ottica di una salvaguardia non le pare?
"Certo. Apiantide non ha mai pensato di lasciare le api mellifere badare a se stesse di punto in bianco, e mai potrebbe farlo. Nei nostri campi laboratorio, e presso i nostri soci, abbiamo avviato la gestione di colonie di api lungo un percorso di reinserimento in natura ben determinato, che dura anche due o tre stagioni: la sciamatura di queste famiglie avviene infatti con tempistiche più dilatate rispetto all'apicoltura razionale, abbiamo osservato che se le api possono autogestire i loro tempi vitali tendono a rimanere nella stessa tana per più anni.
Ove possibile utilizziamo l'elemento di salvaguardia dell'Apis (Esa-b), progettato proprio per offrire rifugio agli sciami che riconquistano il loro stato naturale: cerchiamo di rinvigorire il patrimonio genetico di tutta la specie grazie a famiglie renaturalizzate, che gli studi dimostrano essere più resistenti a virus, acari e patogeni.
La crescita della popolazione di Apis mellifera (secondo i dati Fao è aumentata del 45% negli ultimi 50 anni) grazie all'allevamento degli apicoltori razionali mette al riparo questa specie dall'estinzione. Allo stesso tempo, anche in Italia, finalmente si comincia a parlare di limiti all'affollamento agli allevamenti professionali: oggi molti operatori avviano nuovi apiari in luoghi dove l'ecosistema non offre sufficiente pascolo apistico per tutti, così miliardi di api da miele riunite in pochi chilometri quadrati finiscono con l'esercitare una pressione insostenibile per tutti gli altri apoidei e per gli impollinatori in generale. Ad Apiantide crediamo che sia necessario rallentare, per interrogarsi sul reale futuro che vogliamo realizzare, cercando soluzioni al sostegno inderogabile degli impollinatori prima che a qualsiasi interesse o categoria economica".
Ma perché proprio una radio e non magari un blog, una testata online oppure una tv o un canale Youtube?
"Per oltre 20 anni sono stato autore e speaker di stazioni radio, sia locali che nazionali, ed è stato naturale scegliere la radio come media informativo dell'associazione. Nasce tutto per scherzo: ho fatto ascoltare alcuni audio in cui mi divertivo a parlare delle tante informazioni poco note sull'ape e questo ha entusiasmato il consiglio direttivo di Apiantide. Trasformare lo scherzo in una realtà è stato naturale. Abbiamo quindi realizzato un media informativo che è già arrivato alla sua prima trasformazione: oltre all'informazione sugli impollinatori sarà presto possibile ascoltare anche il meglio della musica, trasformando un media così verticale in una vera e propria adult radio. Una scelta dettata dalla necessità di tenere alta l'attenzione di chi ascolta: i nostri contenuti sono impegnativi perché spesso sconosciuti e la musica di qualità ci aiuterà a mantenere 'agganciati' i fruitori di Radio Api24, divertendoli.
Abbiamo già avviato un campagna di raccolta fondi per dotarci delle necessarie licenze. La radio è un mezzo 'antico' ma con un fascino e una potenza peculiari: la sua utilità nel creare comunità non può che essere di aiuto alla nostra causa".
Siete soddisfatti del lavoro fatto fin ora? E quali sono i progetti per il futuro?
"Siamo molto soddisfatti. Apiantide sta precorrendo molte delle tappe che ci eravamo prefissi. Oltre alla trasformazione di Radio Api24 siamo appena arrivati a proporre ESA-b, la nostra creazione per offrire un riparo alle api mellifere che restituiamo al loro ambiente naturale.
Esa-b è l'acronimo di Elemento per la salvaguardia dell'Apis, un progetto realizzato e prototipato interamente da Apiantide e dai suoi soci: è la chiusura del cerchio che parte dal 'restituire' alle api una vita senza ingerenze dell'uomo (sebbene con il
supporto di arnie topbar), passando per almeno una stagione senza alimentazione artificiale o trattamenti chimici, e si chiude con la loro sciamatura. Abbiamo già verificato che le api, sciamando, scelgono con piacere i rifugi Esa-b: la conferma che l'osservazione di ciò che avviene in natura ci ha portato a un progetto efficace.
Diffonderemo gli Esa-b in tutti i comuni in cui risiedono i cittadini di Apiantide, realizzando una rete di 'sentinelle delle api' a tutela di questi rifugi che non possono essere gestiti in alcun modo dagli uomini: sono ispirati alla forma di un tronco cavo e non hanno aperture per la raccolta del miele e degli altri prodotti dell'arnia. Nulla di eccezionale: le casette per gli uccelli o gli scoiattoli si conoscono da anni e oggi si posso installare anche quelle per le api da miele.
Il progetto Evodia riguarda invece la conoscenza e la piantumazione dell'albero del miele: un altro capitolo fondamentale per Apiantide.
Stiamo operando assieme a parecchie scuole (di ogni ordine e grado) e contiamo di associare presto nuovi cittadini di Apiantide, sensibili al problema delle api e che vogliono passare dalla preoccupazione all'azione, sostenendo chi già opera in questa direzione, senza nessun tornaconto economico".