Da tempo il benessere degli animali è al centro delle attenzioni del legislatore europeo che su questo argomento ha sancito criteri e parametri ai quali deve attenersi chi ha la responsabilità di custodire animali, non importa se a fini affettivi od economici. Pur se con qualche critica ai modi e agli inevitabili orpelli burocratici sanciti dalle norme, tutti sono peraltro concordi sulla necessità che agli animali sia garantito un giusto livello di benessere. Ma come misurare questo benessere? La scienza ha tentato numerose risposte e ha stilato un “pentalogo” di libertà che vanno garantite all'animale allevato. Libertà dalla fame e dalla sete, garantendo l'accesso all'acqua e al cibo. Libertà dal disagio, dando agli animali un ambiente idoneo all'allevamento. Libertà dal dolore, evitando stimoli dannosi e malattie. Libertà di espressione del normale comportamento, fornendo all'animale spazi e strutture appropriate. Libertà dalla paura, evitando stress e condizioni dannose e offrendo cure per evitare sofferenze.

Se il muso “parla”
Se si escludono situazioni palesemente in contrasto con questi principi, va riconosciuto che non sempre è facile “misurare” comportamenti anormali, distinguere una situazione stressante, verificare la presenza o meno del dolore. Per quest'ultimo aspetto ci sono però importanti novità che riguardano il mondo dei cavalli. Una serie di diverse espressioni facciali consentirebbero infatti di valutare senza incertezze la presenza del dolore in questa specie animale. Si chiama Horse Grimace Scale ed è un metodo messo a punto all'interno del progetto di ricerca Awin (Animal welfare indicators) che ha visto la partecipazione di ricercatori italiani dell'università di Milano, insieme a ricercatori tedeschi e inglesi. Punto di forza di questo nuovo metodo è la sua semplicità e la facilità di apprendimento anche da parte di medici veterinari, proprietari e allevatori di cavalli.

L'esperienza sui cavalli
Il nuovo metodo è stato messo a punto valutando le conseguenze della castrazione, una pratica che si stima venga condotta in Europa ogni anno su almeno 240.000 cavalli. Gli animali utilizzati per l'indagine sono stati ovviamente sottoposti ad anestesia prima dell'operazione e durante il periodo pre e post operatorio fotografati e cineripresi. Il tutto su 46 animali, sei dei quali sono stati utilizzati come confronto, sottoposti solo ad anestesia. L'esame delle immagini e il loro confronto ha consentito di verificare anche lievi modificazioni nelle espressioni facciali, potenzialmente indicative di dolore. Sulla base di questi mutamenti dell'espressione è stata messa a punto la Horse Grimace Scale, che prevede sei diverse condizioni (Facial Action Units): orecchie portate indietro rigide, occhi chiusi, area periorbitale tesa, muscoli masticatori tesi e prominenti, bocca tesa con mento pronunciato, narici tese e appiattimento del profilo.

Le prospettive
Alla prova pratica il metodo si è dimostrato affidabile e di rapida esecuzione. Il passo successivo sarà quello di identificare metodologie analoghe per valutare stati emotivi come la paura e l'ansia. Anche queste non sempre facili da valutare e misurare. La possibilità di utilizzare criteri oggettivi di valutazione sarà di grande aiuto nel migliorare il benessere degli animali, evitando l'errore di trasferire sull'animale semplicemente ciò che si ritiene utile per l'uomo.