Nei primi cinque mesi del 2013 si registra una situazione molto critica per quanto riguarda l'allevamento dei suini. Lo rileva l'Anas che in una nota spiega come il forte rallentamento delle lavorazioni Dop abbia indotto una caduta dei prezzi dei suini. La situazione è aggravata dall’andamento sostenuto dei costi di produzione: l’indice costo calcolato da Anas e riferito alla media del quinquennio 2006-2010 è di +46%, mentre quello del prezzo riferito allo stesso periodo è solamente +5%.

Più del 60% dei costi di produzione è dovuto all’alimentazione dei suini e la resa alimentare (peso vivo realizzato per quantità di alimento somministrato) peggiora con l’aumento del peso e dell’età. Purtroppo negli ultimi anni si è assistito ad un aumento del peso di macellazione e questo penalizza gli allevatori: per il peggioramento della resa alimentare e per una più prolungata occupazione dei box. Il peso medio dei suini certificati per le Dop nel 2012 è stato superiore a 168 Kg, mediamente più di 8 Kg rispetto all’indicazione dei Disciplinari Dop.

Questo fenomeno è la risposta ad una diffusa “non conformità” a 160 Kg di suini appartenenti a tipi genetici non selezionati per le Dop. La soluzione adottata per ridurre le “non conformità” non è però sostenibile: sia perché non assicura l’uniformità qualitativa richiesta, sia perché costituisce un gravoso onere per gli allevatori.

E’ necessario quindi allevare suini derivati dalle razze specificatamente selezionate dal libro genealogico italiano per le Dop. I suini della genetica italiana Anas possiedono i requisiti di conformità al peso partita di 160 Kg (+/- 10%) previsto dai Disciplinari, non richiedono costose forzature alimentari e mettono l’allevatore al riparo dalle penalizzanti trattenute al macello.