Per verificare il reale impiego di farmaci nelle stalle europee sono stati raccolti nel corso del 2022 oltre 600mila campioni.
Per ognuno di essi è stata verificata la presenza di sostanze vietate, come gli ormoni o i residui di sostanze indesiderate di ogni genere, dai farmaci ai contaminanti ambientali.
Non un solo animale che produce alimenti per l'uomo è stato escluso dalla ricerca. Al primo posto i suini, con il più elevato numero di campioni raccolti, poi bovini, pesci, cavalli e anche le api con il loro miele.
Il risultato è incoraggiante: appena lo 0,18% di campioni è risultato non in regola e il più delle volte per la presenza di contaminanti ambientali piuttosto che residui di farmaci oltre i limiti. E poi nessun caso di ormoni della crescita, come gli stilbenici.
L'Italia ai primi posti
Ma è soprattutto il calo nella presenza di residui di antibiotici che dimostra la grande attenzione del settore per un uso responsabile e mirato di questi farmaci.
Nel 2021 nelle stalle europee l'impiego di antibiotici è crollato del 40% rispetto al 2014.
Lo confermano gli studi firmati da Efsa, Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, da Ecdc, Centro Europeo la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, e da Ema, Agenzia Europea per i Medicinali.
A livello europeo dunque un deciso progresso nell'uso responsabile del farmaco veterinario e ancor meglio ha fatto l'Italia dove le irregolarità sono inferiori rispetto alla media europea e dove i residui di antibiotici sono un'eccezione.
Spicca l'ottima situazione delle uova, dove non si è registrata alcuna irregolarità e così pure nei polli, con un solo caso dovuto a contaminazione ambientale.
Lotta all'antibiotico resistenza
Questi risultati sono una dimostrazione del responsabile impegno del mondo zootecnico nel contrastare la crescita dei fenomeni di antibiotico resistenza che tanto preoccupano per le conseguenze sulla salute dell'uomo e degli stessi animali.
Stando alle valutazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la resistenza dei batteri agli antibiotici è responsabile di quasi 5 milioni di decessi che si verificano nel mondo.
Un fenomeno che va contrastato con impegno sia sul fronte veterinario sia della medicina dell'uomo, seguendo la strategia fissata dai principi One Health, che si potrebbero tradurre come "salute circolare".
Un sondaggio
L'impegno del mondo zootecnico e in particolare degli allevamenti italiani, come pure quello dei medici veterinari, non è sfuggito alla maggior parte dei consumatori, che si è dichiarato convinto dell'eccellenza dei prodotti di origine animale made in Italy, eccellenza che viene riconosciuta a livello internazionale e che per questo dovrebbe ricevere maggiore tutela da parte delle istituzioni.
Affermazione della quale è convinto il 93% di un campione di consumatori intervistato da Swg per verificare l'orientamento degli italiani su temi centrali per la filiera alimentare.
Il 91% di questo campione ha poi confermato come questa eccellenza sia legata a doppio filo con la qualità degli allevamenti.
Obiettivo benessere animale
Sono questi alcuni degli aspetti più interessanti emersi dal sondaggio presentato in occasione di un recente incontro organizzato da Aisa, Associazione delle Industrie della Salute Animale, e dal Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano.
Un giudizio lusinghiero quello espresso dai consumatori, che si dicono anche convinti dell'importante ruolo del medico veterinario nel seguire e indirizzare l'allevatore verso un allevamento responsabile.
Va in questa direzione la richiesta di investire su alti standard di benessere animale, fondamentali per garantire competitività a livello internazionale degli allevamenti e dei prodotti italiani.
Un momento dell'incontro promosso da Aisa e Consorzio Parmigiano Reggiano: da sinistra, al tavolo dei relatori, Nicola Bertinelli, Carlo Gazza, Alberto Brizzi e Marco Nocetti di Swg
Il dibattito
Le risultanze della ricerca Swg sono state poi al centro del dibattito che ha animato l'incontro, con l'intervento del presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, che ha ricordato il ruolo centrale del medico veterinario all'interno della filiera di valore del Consorzio.
E nei prossimi mesi si proseguirà in questa direzione fornendo ai veterinari nuovi strumenti sia più specificatamente scientifici, che di comunicazione e ingaggio degli allevatori.
Per Carlo Gazza, vicepresidente di Aisa, queste iniziative coincidono con l'impegno e con le finalità della stessa Aisa, quando mirano alla promozione e difesa della salute e del benessere animale, che va di pari passo con la qualità degli alimenti di origine animale.
"La direzione intrapresa verso un approccio maggiormente sinergico e olistico quando si tratta di allevamenti e benessere animale è per noi quella giusta" ha infine dichiarato Alberto Brizzi, presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari di Parma.