Costi di produzione che aumentano, prezzi penalizzati dal difficile rapporto con la distribuzione organizzata, mercato dei cereali in tensione ed esportazioni in sofferenza a causa dell'euro forte. Questo lo scenario con il quale deve fare i conti il mondo della carne e sul quale si è puntato lo sguardo in occasione della 42esima assemblea di Uniceb, l'unione che riunisce le imprese che operano nel commercio di carni e bestiame. Da Verona, dove si è svolto l'incontro il 27 maggio, il presidente di Uniceb, Renzo Fossato, ha toccato molti aspetti che riguardano il settore e fra questi la forte incidenza dei costi relativi alle misure di prevenzione per la Bse (vacca pazza) sui prezzi della carne, anche se ha tenuto a sottolineare che vi sono delle aperture quali l’elevazione, a partire dal 1° luglio 2011, da 48 a 72 mesi dell’età dei bovini a partire dalla quale diviene obbligatorio il test Bse. Connesso alla Bse c'è poi il divieto, ancora in vigore, di impiego delle farine animali nell'alimentazione del bestiame, cosa che determina un aumento dei costi in due settori, quello della macellazione e dell'alimentazione animale. Il divieto, ha ricordato Fossato, dovrebbe però essere rivisto, almeno per quanto riguarda le specie monogastriche, entro fine anno. Inoltre, ha tenuto a sottolineare Fossato, non si può pensare che l’etichettatura di origine o posizioni intransigenti contro gli Ogm possano dare una risposta a tutti i problemi dell’agricoltura. Passando all'analisi delle prospettive di mercato, il presidente di Uniceb ha evidenziato come l’unico settore che dovrebbe emergere è quello delle carni suine, sostenuto da una ripresa del consumo, mentre per quanto riguarda il settore delle carni bovine si delinea un aumento delle importazioni nette.

 

Definire le strategie

Altra variabile da tenere in considerazione nell'analisi delle prospettive è la progressiva riduzione dei terreni disponibili per le colture in quanto sempre più impiegati per la produzione di bio-carburanti, una riduzione che si scontra con l'aumento demografico e con la necessità di garantire una sicurezza di approvvigionamento ai circa 500 milioni di consumatori della Ue.

In tema di politica agricola comunitaria, molto atteso all'assemblea di Uniceb l'intervento di Paolo De Castro nella sua veste di presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. De Castro ha affrontato le principali problematiche attualmente in discussione con particolare riferimento all'evoluzione della Pac dopo il 2013, all'etichettatura di origine dei prodotti alimentari, alla proposta di regolamento sulle norme di commercializzazione dei prodotti agricoli ed alle implicazioni dei possibili accordi in seno al Mercosur ed al Wto (organizzazione mondiale dei commerci) con le relative ricadute per il comparto zootecnico.

L'affollata assemblea di Uniceb, che ha visto gli interventi di Pier Giuseppe Facelli (Ministero della Salute), Jean-Luc Meriaux (Uecbv), Mario Catania (Mipaaf), si è concluso con l'auspicio che le istituzioni comunitarie si impegnino per garantire la “sicurezza alimentare” conciliando corrette politiche a sostegno di una agricoltura “attiva” e di un ricorso intelligente alle biotecnologie, evitando che la produzione di energie rinnovabili possa in qualche modo entrare in competizione con la produzione di cibo.