Ritorna il consueto appuntamento con l’analisi delle elaborazioni stagionali Noaa del modello Seasonal climate forecast CFSv2 per la previsione termica e precipitativa relativa alla seconda parte invernale ed alla prima parte della stagione primaverile 2018.
 

Andamento termico

Dal punto di vista termico l’autunno chiuderà in sostanziale media climatica, almeno sulla parte centro meridionale del continente europeo, da oriente a occidente.
 

Temperature previste

Poche novità per febbraio, che continuerà presumibilmente sulla falsa riga di gennaio proponendo lungo quasi tutto il territorio nazionale anomalie positive considerevoli, generalmente nell’ordine di un grado.
Le due isole maggiori potrebbero essere le uniche aree escluse dalle anomalie positive, ove le temperature risulteranno allineate con il periodo.
Non meglio sulle restanti zone del continente, anzi forse peggio, con un surplus di oltre 4 gradi sulle regioni scandinave, centro-est Europa e sulla Russia.
Anomalie che, con il passare dei mesi, andranno ad assorbirsi gradualmente lasciando residue tracce solo sulla Russia e settori centro-orientali europei, mentre potrebbe ritornare la normalità su tutte l’Europa settentrionale e settori prossimi all’Atlantico.
Nessuna vera novità quindi sulla chiusura invernale, con un assetto barico orientato spesso a lunghi periodi anticiclonici a carattere subtropicale.
 

Anomalie precipitative

Le elaborazioni modellistiche per il contesto precipitativo propongono un andamento estremamente siccitoso per l’areale del Mediterraneo nel mese di febbraio, ma decisamente umido su tutta la fascia settentrionale del continente.
Anomalia che andrà ad invertirsi già nel mese di marzo, con le precipitazioni che torneranno sugli Stati centrali, dall’Atlantico alla Russia, ed una maggiore penuria sulle aree oceaniche della Scandinavia.
L’Italia rispecchierà la situazione europea, con il Sud maggiormente penalizzato, mentre il Nord verrà contraddistinto da una prevalente media pluviometrica.
 

Nota informativa

Le previsioni stagionali hanno un’attendibilità che si aggira sul 20-30%. Il maggiore interesse nell’ultimo periodo da parte della comunità scientifica porta a studi più approfonditi nel settore e quindi a risultati sempre migliori.

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