"Nella gestione professionale e moderna del vigneto nessuna scelta può essere lasciata al caso": questa potrebbe essere la sintesi estrema del convegno "La gestione nutrizionale del vigneto" tenutosi a Bolgheri il 12 luglio scorso. In questa prospettiva la tematica della nutrizione del vigneto è cruciale e richiede costante aggiornamento da parte del viticoltore.
Il convegno, organizzato dal Club Nitrophoska, si è svolto nel pittoresco contesto del Podere Guado al Melo dell'azienda Michele Scienza di Bolgheri, Livorno, in una struttura aziendale che coniuga innovazione e radicamento territoriale, dedita alla produzione di vini d'eccellenza, la maggior parte invecchiati nell'ampia cantina in botti di rovere.

L'iniziativa ha visto la partecipazione di un selezionato quanto numeroso gruppo di invitati, prevalentemente titolari di importanti aziende vitivinicole da tutto il territorio nazionale, in particolare Toscana e Umbria. Si sono succeduti al microfono quattro esperti del mondo scientifico pubblico e privato, cui era dato il compito di sintetizzare le conoscenze più avanzate in materia di nutrizione del vigneto soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici in atto e sulle conseguenze che si potrebbero avere se questo trend fosse confermato nei prossimi anni.

Della prima relazione si è incaricato Attilio Scienza - nome ben noto e autorevole nel settore vitivinicolo, in qualità di Ordinario della Cattedra di Viticoltura presso la Facoltà di Agraria di Milano e direttore del Master in 'Gestione del sistema vitivinicolo'. Ha affrontato, con rigore scientifico ma senza perdere di vista il taglio applicativo, un argomento di estrema attualità: le conseguenze del cambiamento climatico sulla nutrizione minerale del vigneto. "Si tratta di un fenomeno che ha caratterizzato anche i secoli passati. - ha spiegato Scienza - Si sono succeduti periodi con temperature persino più calde di quelle attuali e, di contro, piccole "ere glaciali", mutamenti dovuti prevalentemente al variare delle correnti oceaniche. Con lo sviluppo industriale, l'uomo ha iniziato a contribuire a questi cambiamenti, talora accelerandone la comparsa e intensificandone la frequenza e l'entità".
Il successivo intervento, curato da Osvaldo Failla, professore Associato presso la Facoltà di Agraria di Milano, ha ulteriormente approfondito gli aspetti gestionali della concimazione del vigneto, sottolineando un punto fondamentale: la concimazione dev'essere calibrata in funzione del potenziale vegeto-produttivo desiderato, mettendo a disposizione della pianta la quantità adeguata di nutrienti al momento opportuno.
Marco Pomati di ArsChemica, laboratorio chimico specializzato, ha presentato i risultati di FertVite, un servizio per la diagnosi dello stato nutrizionale e la guida alle fertilizzazioni del vigneto, sviluppato con il contributo del Club Nitrophoska di CompoAgricoltura SpA. Nel corso degli ultimi quattro anni, numerose aziende vitivinicole in tutta Italia hanno potuto avvalersi, attraverso questo progetto, di un servizio completo di monitoraggio dello stato nutrizionale dei terreni e della pianta e ricevere un consiglio di concimazione, calibrato per le specifiche condizioni pedo-climatiche, per il vitigno coltivato, per il modello enologico applicato.
Nell'ultimo intervento Donato Tesi ha fatto sintesi delle sperimentazioni realizzate da CompoAgricoltura SpA, Società da tempo protagonista delle innovazioni in materia di fertilizzazione della vite. Si sono messi in evidenza i vantaggi dell'applicazione autunnale e di una distribuzione frazionata della concimazione rispetto a un piano di concimazione standard limitato al solo intervento primaverile. L'elevato livello tecnico-scientifico delle relazioni è stato poi completato con l'interessante visita alle strutture dell'azienda ospite, che da tempo applica i criteri più avanzati di gestione del vigneto e della cantina.