La nutria (Myocastor coypus) è un animale originario del Centro America che ha colonizzato il territorio italiano da ormai quasi settant'anni installandosi in tutte le regioni, isole comprese. A causa della sua alimentazione erbivora e dell'abitudine di scavare lunghe tane negli argini di fiumi e fossi, questo animale causa ogni anno milioni di euro di danni.


Considerata specie invasiva (Reg. Ue 1143/2016), la nutria può essere oggetto di abbattimenti e anzi l'Unione Europea ha stabilito che la sua eradicazione dal territorio del Vecchio Continente dovrebbe essere una priorità. Tuttavia, benché in linea di principio gli agricoltori siano autorizzati a catturare e ad abbattere questo animale, per poter agire nella legalità sono obbligati a rispettare una serie di vincoli.


In questo articolo affronteremo prima di tutto la storia dell'introduzione della nutria in Italia e i danni che questo animale causa. Descriveremo poi le caratteristiche salienti della specie e infine affronteremo il tema degli abbattimenti.

 

 

La nutria, dall'introduzione in natura ai giorni nostri

La nutria, conosciuta in Italia come castorino, è stata importata in Italia fin dagli Anni Trenta del secolo scorso per la sua pelliccia. Dagli allevamenti sono poi fuggiti nel corso degli anni diversi esemplari, mentre altri sono stati liberati volontariamente. Ad esempio in Piemonte questo roditore è stato introdotto in natura per controllare la vegetazione lungo i corsi d'acqua.


A causa delle condizioni ambientali particolarmente favorevoli, all'abbondanza di cibo e all'assenza di predatori, questo roditore si è poi diffuso andando a colonizzare tutte le regioni italiane, Sicilia e Sardegna comprese.

 

Distribuzione della nutria in Italia aggiornata al 2017

Distribuzione della nutria in Italia aggiornata al 2017

(Fonte foto: Ministero dell'Ambiente)


"Nel corso degli anni sono state provate diverse strategie di eradicazione che tuttavia non si sono dimostrate fruttuose a causa sia dell'elevato numero di esemplari sul territorio italiano, sia delle risorse non sufficienti messe in campo", spiega Piero Genovesi, responsabile del Servizio per il Coordinamento della Fauna Selvatica di Ispra.


In Gran Bretagna, nel Devonshire, il Governo inglese ha affrontato invece il problema precocemente, mettendo in campo un ingente dispiegamento di risorse e di uomini. La campagna di catture e abbattimenti ha così permesso di eradicare completamente questo animale prima che potesse insediarsi in maniera stabile nel Paese. Anche negli Stati Uniti, nello Stato del Maryland, la presenza della nutria è stata fortemente controllata da campagne di catture e abbattimenti.


In Italia, come detto, gli interventi tardivi e timidi hanno consentito a questo animale, estremamente prolifico e polifago, di prosperare su tutto il territorio nazionale. Di stime sulla popolazione complessiva non ce ne sono, ma si pensa arrivi a qualche milione di esemplari, concentrati nella Pianura Padana.

 

Basti pensare che nella sola provincia di Mantova lo scorso anno sono state abbattute più di 62mila nutrie, ma questo non è servito ad abbassare la pressione dell'animale sull'agricoltura. Ogni esemplare infatti può mangiare 1-2,5 chilogrammi di vegetali al giorno e la nutria predilige le colture agricole, più nutrienti e facili da raggiungere.

 

Oltre ai danni diretti alle colture, ci sono poi quelli alle infrastrutture irrigue. Il Consorzio di Bonifica Veronese ha stimato che i costi relativi alla problematica nutria superano i 400mila euro all'anno (nelle aree sotto la propria gestione).

 

La nutria, un roditore infestante

La nutria è un roditore della famiglia Myocastoridae che ha comportamenti gregari e notturni. Vive in piccoli gruppi o in coppie, ma quando le condizioni ambientali sono favorevoli riesce a sviluppare anche colonie di una certa entità. Piuttosto timido, esce dalle tane durante la notte per andare a cercare cibo nei campi coltivati oppure lungo gli argini dei fiumi e altri corsi d'acqua.


"L'animale si è fortemente adattato all'ambiente acquatico sviluppando zampe palmate che gli permettono di nuotare agilmente", spiega Genovesi. "Si può nutrire di una moltitudine di piante, sia acquatiche che terrestri, tipiche delle zone umide del nostro Paese. Inoltre, gli agricoltori lo sanno bene, può cibarsi anche di numerose tipologie di colture di interesse agrario, come ad esempio il riso o il grano. Sebbene la sua dieta sia tipicamente vegetariana, la nutria può all'occorrenza cibarsi di piccoli mammiferi, molluschi o delle uova di uccello che trova nei nidi costruiti al suolo".

 

Una tana di nutria costruita nell'argine di un fosso in secca

Una tana di nutria costruita nell'argine di un fosso in secca
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Come tutti i roditori anche la nutria è fortemente prolifera e può riprodursi due, tre volte all'anno a seconda delle condizioni ambientali e della disponibilità di cibo. Ad ogni ciclo dà alla luce in media cinque cuccioli che diventano adulti e quindi in grado di riprodursi nel giro di sei, dieci settimane.


Nonostante la nutria sia un animale notturno non è difficile incontrarlo anche di giorno nelle campagne e, anche se non aggressivo, può diventarlo se disturbato o se sente messa in pericolo la vita dei propri cuccioli.


L'animale non va in letargo, ma mal sopporta le basse temperature. È solito scavare lunghe gallerie all'interno degli argini di fiumi e canali, costruendo una vera e propria rete di cunicoli (lunga anche decine di metri) che serve all'animale per difendersi e crescere la prole, anche se in Italia non esistono nemici naturali.


Sono proprio le gallerie scavate lungo i canali a compromettere la tenuta delle opere idrauliche, che periodicamente hanno bisogno di essere consolidate. "Inoltre la nutria è potenzialmente pericolosa per l'uomo e la biodiversità", sottolinea Genovesi. “Per l'uomo in quanto è vettore di alcune malattie, come la leptospirosi. Mentre negli ambienti in cui si insedia si registra una diminuzione della biodiversità animale e vegetale”.

 

Caratteristica della nutria è avere gli incisivi di colore rosso a crescita continua 

Caratteristica della nutria è avere gli incisivi di colore rosso a crescita continua 
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)


Il controllo della nutria in Italia e il ruolo degli agricoltori

Essendo una specie aliena di carattere invasivo la nutria non è tutelata come gli altri animali selvatici presenti nel nostro Paese. La caccia e la cattura sono dunque possibili e anzi sono promossi dalle autorità locali, sia a livello comunale che regionale.


Nel dicembre 2021 il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato il Piano di Gestione Nazionale della Nutria, redatto in collaborazione con l'Ispra. Nel documento vengono delineate le strategie di gestione della nutria, demandando alle regioni e alle province autonome l'adozione di Piani di controllo regionali e dei relativi decreti attuativi.

 

La gestione della nutria in Italia

La gestione della nutria in Italia

(Fonte foto: Ministero dell'Ambiente)


Posto che la normazione di catture e abbattimenti è di competenza regionale (esempio dell'Emilia Romagna), in generale la legge prevede che la gestione della nutria possa essere effettuata o da personale dell'amministrazione pubblica (personale degli enti parco, guardie forestali, guardie comunali, eccetera), oppure dai cosiddetti coadiutori dei piani di abbattimento. Si tratta ad esempio di agricoltori che, previa specifica formazione, sono autorizzati nei propri terreni agricoli ad installare delle trappole per la cattura delle nutrie.


Nel caso in cui l'agricoltore sia anche un cacciatore con regolare licenza di caccia e porto d'armi, può procedere anche all'abbattimento. In caso contrario invece l'agricoltore che ha catturato una nutria deve contattare un soggetto terzo che proceda all'abbattimento.


Le trappole devono essere conformi ad alcuni parametri di legge e devono essere numerate per essere chiaramente riconoscibili. Inoltre l'agricoltore è tenuto a controllare periodicamente le trappole per individuare precocemente eventuali catture e quindi garantire agli animali la più breve sofferenza possibile. Ogni abbattimento deve poi essere comunicato all'ente di competenza.

 

Riassumendo, l'agricoltore può procedere alla cattura o all'abbattimento delle nutrie a queste condizioni:

  • Avere un porto d'armi per uso venatorio ed essere in possesso di una licenza di caccia (solo per abbattimento).
  • Essere proprietario o conduttore del fondo dove avviene l'abbattimento o la cattura.
  • Se i campi si trovano in un'area protetta l'agricoltore deve seguire le linee guida previste dall'ente parco nel suo Piano di gestione della nutria, altrimenti deve rispettare il Piano di abbattimento regionale.
  • L'agricoltore deve seguire un corso di formazione per diventare coadiutore del Piano di controllo della fauna selvatica.
  • L'installazione di trappole deve essere effettuata previa autorizzazione dell'autorità competente. Le trappole devono essere a norma e devono essere controllate giornalmente. Si deve evitare all'animale inutile sofferenza. L'abbattimento deve essere demandato ad un soggetto autorizzato (può essere l'agricoltore coadiutore con licenza di caccia).
  • L'agricoltore coadiutore con licenza di caccia può invece sparare direttamente agli animali.
  • Le catture e le uccisioni devono essere comunicate all'autorità competente.

 

Eradicazione della nutria, un obiettivo raggiungibile?

"La cattura e l'abbattimento delle nutrie sono ad oggi gli unici due strumenti realmente efficaci per contenere, se non eradicare, le popolazioni di nutria", spiega Piero Genovesi. "Altri interventi come la cattura e il rilascio o la sterilizzazione sono inefficaci. Mentre soluzioni fai da te, come i bocconi avvelenati, sono illegali e pericolosi per la fauna selvatica".


Le amministrazioni locali spesso promuovono campagne di abbattimento, coinvolgendo anche i cacciatori, e alcune regioni particolarmente colpite da questo problema hanno finanziato grazie ai fondi del Psr misure volte al contenimento. Ad esempio la Regione Emilia Romagna ha sovvenzionato l'acquisto di trappole e la formazione degli agricoltori.

 

Non è raro tuttavia che le associazioni animaliste abbiano manifestato contro questi provvedimenti giudicandoli crudeli e contro la natura. "Non mi sento di condividere queste posizioni in quanto la nutria è un animale alloctono, quindi non originario del nostro Paese, ed è causa di pesanti danni alla biodiversità naturale. Per questo motivo gli abbattimenti, financo l'eradicazione, sono auspicabili", specifica Genovesi. "Anche l'Unione Europea, con il Regolamento 1143 del 2016, si è espressa a riguardo affermando che la nutria è una specie esotica invasiva che andrebbe eradicata dal territorio dell'Unione Europea".


Nonostante le ingenti campagne di abbattimento che ogni anno vedono l'uccisione di centinaia di migliaia di esemplari, il problema della nutria sembra non trovare una soluzione. Ma è possibile eliminare completamente questo roditore dal territorio italiano? "Se venissero stanziati i giusti fondi, se ci fosse la volontà politica e uno stretto coordinamento territoriale sarebbe possibile, ma attualmente non è probabile. Pensiamo al caso della Sicilia, dove nonostante la nutria sia presente in numeri contenuti la sua eradicazione non è ancora avvenuta".

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