Nel periodo primaverile-estivo si assiste alla raccolta e al consumo di uno dei falsi frutti più iconici di questo periodo: la fragola (Fragaria x ananassa). Rispetto ad altre colture che si trovano nello stesso periodo, come ad esempio la ciliegia, per questo frutto grazie a varietà innovative e tecniche colturali si è potuto ampliare a livello nazionale il calendario di raccolta, ottenendo così una produzione per 12 mesi l'anno.

 

"Se consideriamo gli ambienti settentrionali per prolungare il periodo di raccolta il produttore ha un range di varietà precoci e tardive ma che comunque variano tra i 10 e i 15 giorni di epoca di maturazione. Per esempio, ad aprile eravamo in un campo in Romagna per valutare del materiale e in cui stavano maturando le varietà più precoci, e la raccolta è durata circa 20-25 giorni" - spiega Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura di Forlì - ". Le varietà tardive maturano due settimane dopo, ma poi a loro volta in 20-25 giorni si esauriscono. Cioè cosa vuol dire? Che da metà aprile a fine maggio, massimo primi di giugno, il calendario di maturazione si conclude".

 

In particolare, l'ampliamento della raccolta è stato possibile con l'introduzione di una categoria specifica di fragole, ovvero le "rifiorenti" che si distinguono dalla categoria delle "unifere" (o non rifiorenti) per via di alcuni caratteri genetici.

 

AgroNotizie® in collaborazione con la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana entra nel dettaglio sulle differenze principali fra le varietà unifere e rifiorenti e i vantaggi per l'impresa agricola nell'utilizzare quest'ultima.

 

La Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana si adopera per sviluppare la cooperazione scientifica e tecnica tra il mondo della ricerca, gli imprenditori ed i professionisti del settore ortoflorofrutticolo interessando con le sue azioni ed attività un ampio settore dell'agricoltura che include le colture arboree da frutto e da legno, le piante ortive, le colture floricole, le piante ornamentali, il vivaismo, i tappeti erbosi e la gestione del paesaggio e la tutela degli spazi a verde, con il fine ultimo di favorirne il progresso e la diffusione.

Rifiorenti e unifere: sorelle tranne che nel fotoperiodo

Nella fragola la produzione di frutti è legata alla differenziazione delle gemme a fiore. E la differenziazione a sua volta è dipendente sia dal fotoperiodo (numero di ore di luce giornaliere) che dal termoperiodo (differenza di temperatura fra il giorno e la notte). Le due grandi categorie, ovvero unifere e rifiorenti, si distinguono fra loro proprio per come rispondono a questi stimoli ambientali.

 

Rifiorenti

Le rifiorenti producono fiori indipendentemente dalla lunghezza del numero di ore di luce giornaliere (fotoperiodo) grazie a uno specifico gene denominato "day neutral flowering", di cui parleremo più avanti.

 

"Durante l'estate le piante, pur essendoci un numero di ore di luce superiore alle 12 ore, differenziano fiori continuamente" continua Baruzzi.

 

Sono però dipendenti dal termoperiodo, e difatti se le temperature sono sufficientemente fresche e con un buon sbalzo termico le produzioni sono di alta qualità, come avviene per esempio nelle zone montane, dove le aziende specializzate coltivano questa tipologia riuscendo a produrre da maggio-giugno fino ad ottobre-novembre.

 

Ci sono però anche delle esperienze di coltivazione fuori suolo in pianura Padana che producono fragole contenendo i picchi termici con alcuni accorgimenti tecnici come ombreggiamento e irrigazione soprachioma.

 

Non rifiorenti

Le unifere invece sono dipendenti sia dal fotoperiodo che dal termoperiodo. Infatti, una varietà di questo tipo differenzia gemme a fiore solo se il fotoperiodo è inferiore alle 12 ore, quindi generalmente da settembre in avanti: "Questo comportamento però avviene se la temperatura lo consente, perché se fa freddo le piante vanno in dormienza invernale e questo è quello che avviene in pianura Padana. Invece se ci spostiamo nel Sud Italia queste piante continuano a vegetare, infatti producono continuamente anche durante l'inverno."

 

È consigliato quindi che l'imprenditore agricolo conosca queste differenze per scegliere la varietà che meglio si adatti alla propria zona di coltivazione. In quanto, come abbiamo visto, in Italia vi sono dinamiche termiche diverse fra le zone settentrionali e le zone meridionali, perciò la scelta dovrebbe considerare anche l'alto o il basso fabbisogno in freddo.

Il carattere day neutral flowering e i nuovi obiettivi del breeding

Il gene denominato day neutral flowering, accennato poco sopra, è stato scoperto agli inizi degli anni Cinquanta in un ecotipo selvatico nativo nelle montagne rocciose negli Stati Uniti da un genetista dell'Università della California.

 

Il genotipo selvatico presentava frutti molto piccoli e con qualità merceologiche non rilevanti per il mercato, ma era in grado di produrre gemme a fiore durante il periodo estivo a differenza di tutte le altre varietà commerciali che invece nello stesso periodo si bloccavano. Il carattere di interesse fu perciò trasferito, tramite incroci con varietà commercialmente interessanti, a linee figlie che presentavano non solo indipendenza dal fotoperiodo ma anche frutti di pezzatura maggiore.

 

Tramite questo lungo lavoro di incroci oggi gli agricoltori possono coltivare varietà performanti come Murano, Aurora Karima e Portola.

 

Le operazioni di breeding però non si sono fermate. Infatti, oggi gli obiettivi sono quelli di migliorare la qualità nutraceutica e l'aroma sia nelle unifere che nelle rifiorenti.

 

Elodì è una varietà unifera caratterizzata da una spiccata aromaticità molto simile a quella dei vecchi genotipi che ricorda la fragolina di bosco

Elodì è una varietà unifera caratterizzata da una spiccata aromaticità molto simile a quella dei vecchi genotipi che ricorda la fragolina di bosco

(Fonte: Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura di Forlì)

 

Per l'aroma in particolare c'è una forte variabilità all'interno delle piante osservate. Gli studi e le prove sono tuttora in corso nei centri di ricerca.

La visione del consumatore

"Abbiamo ancora un consumo che è fortemente legato alla stagione della fragola, cioè il consumatore si aspetta di trovarla al banco del supermercato in aprile e in maggio. Tuttavia va enfatizzato il fatto che le fragole anche in Italia possono essere prodotte tutto l'anno, anche nei mesi invernali" conclude Baruzzi.

 

Queste sono le varietà più precoci a basso fabbisogno in freddo, coltivate con tecniche agronomiche che ne consentono la presenza sullo scaffale anche in inverno e con caratteristiche qualitative comunque molto elevate.


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Con lo scopo di migliorare l'efficacia nella divulgazione di dati e risultati di ricerche in ambito agrario, nasce l'accordo tra Soi e Image Line®. In quest'ottica verranno realizzati articoli, approfondimenti e interviste mensili legati alla coltivazione delle piante, dagli alberi da frutto agli ortaggi fino alle colture estensive.

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