Appartenenti alla famiglia delle Rutacee, a diversi generi (il più importante è Citrus) e coltivati non solo nel Mediterraneo, ma anche in Asia, Oceania, Sudafrica, Brasile, Stati Uniti, le specie agrumicole - ricche di vitamina C e potassio - sono state usate contro scorbuto, raffreddore, influenza nel corso dei secoli e oggi sono destinate al consumo fresco, alla produzione di derivati (succhi, canditi, frutti essiccati), all'estrazione di essenze e alla preparazione di cosmetici.
Focus sul mercato arancio-giallo-verde
In Italia, il settore agrumi - che incide per il 2% sulla produzione agricola e, insieme al resto della frutta, per lo 0.7% su quella industriale - non è immune da fenomeni di riduzione del numero di imprese, aumento della superficie media aziendale, crescita della professionalizzazione e diminuzione dei prezzi alla produzione che accomunano l'intero comparto frutticolo.Nel Bel Paese, le specie agrumicole sono coltivate su 128.920 ettari da 79.590 imprese (con una dimensione media aziendale di 1.62 ettari), concentrate in Sicilia e Calabria. Un discreto numero di aziende dedite all'agrumicoltura è presente anche in Puglia, Basilicata, Sardegna e Campania (Fonte: VI Censimento dell'agricoltura Istat, 2010). Infine, in Liguria e Lombardia esistono areali di coltivazione degli agrumi di un certo interesse (Fonte: Coltura&Cultura, Gli agrumi).
Distribuzione territoriale delle aziende e delle superfici agrumicole (Fonte foto: Ismea, dati VI Censimento dell'agricoltura Istat)
Agrumi e risorsa idrica: un rapporto complicato
Originarie dei tropici, le specie agrumicole hanno gusti particolari in fatto di clima, terreno ed acqua. Ideali per il loro sviluppo sono un ambiente caldo-umido, temperature comprese tra i 13 e i 30 °C, ridotte escursioni termiche, un suolo sciolto o di medio impasto ben drenato, precipitazioni annue distribuite e superiori ai 1.800 millimetri.Per ovviare alla mancanza di tali condizioni, come accade nelle zone produttive del sud Italia, la predisposizione di un impianto di irrigazione - soprattutto su terreni pesanti dove spesso sono necessari "tornelli" di drenaggio contro il ristagno d'acqua - diventa condizione "sine qua non" per evitare lo stress idrico. Molto utile nella gestione del bilancio idrico dell'agrumeto è anche il diserbo, che elimina il problema della competizione per l'acqua soprattutto nel periodo primaverile-estivo.
Ecco quanta e quale acqua usare in agrumeto
Poiché gli agrumi non tollerano il ristagno idrico e la salinità, la determinazione del volume e della qualità dell'acqua irrigua deve assolutamente precedere ogni intervento d'irrigazione. Sono pensati per supportare l'agricoltore nella gestione irrigua delle colture i sistemi di supporto decisionale - DSS, che indicano quando e quanto irrigare.Il sistema uManage di Netafim, ad esempio, "utilizza la tecnologia rSense basata su diversi sensori e supportata da un sistema di comunicazione, dotato di un'avanzata tecnologia wireless, oltre che da un sistema di archiviazione su cloud - chiarisce l'azienda, che aggiunge - è possibile accedere ad uManage con pc, smartphone o tablet".
"La connessione a centraline meteo Groweather Davies, tensiometri Irrometer, sensori Netasense (TDR) per l'umidità percentuale del suolo, sensori di precisione Delta T per il contenuto idrico del suolo, sonde di temperatura/umidità multilivello Netacap e dendrometri - fa sapere Netafim - genera una visione chiara e in tempo reale dello stato della coltura".
Tecnologia rSense, utilizzata dal sistema Netafim uManage (Fonte foto: © Netafim)
Altro parametro chiave da considerare è la qualità dell'acqua. L'eccesso di sali solubili e altri elementi causa la riduzione della capacità di assorbimento della risorsa idrica da parte degli agrumi, piuttosto sensibili alla salinità e ad alte concentrazioni di cloro, boro, sodio. Un loro accumulo nelle foglie influisce negativamente sull'output finale.
Gestiscono bene acque ricche di sali gli impianti a goccia - capaci di relegare i sali nella parte periferica del terreno bagnato - coadiuvati da adeguati sistemi filtranti. Sono molto usati i filtri a dischi Netafim SpinKlin con contro lavaggio automatico, spesso installati in batteria.
Aspersione e microirrigazione, must in agrumicoltura
Scelta d'elezione per gli agrumicoltori, gli impianti di aspersione sotto chioma e microirrigazione hanno ormai sostituito i sistemi di sommersione a conche e scorrimento/infiltrazione a solchi. Il rendimento degli impianti ad aspersione è pari al 60-70%, mentre quello degli impianti a spruzzo e a goccia arriva, rispettivamente, al 70-80% e al 90-95% (Fonte: Coltura&Cultura, Gli agrumi).L'aspersione sotto chioma - quella sopra chioma è stata abbandonata per la scarsa efficienza in presenza di acque ricche di sali e di venti forti - prevede l'uso di irrigatori idrodinamici che, seppur affidabili, hanno alcuni limiti: intralciano le operazioni colturali, colpiscono con il getto le chiome più basse e risultano poco adatti in agrumeti terrazzati.
La microirrigazione, che include impianti a spruzzo (con minisprinkler posti tra gli alberi) e a goccia (con ali gocciolanti tra i filari o interrate), è più efficiente rispetto all'aspersione in quanto presenta bassi fabbisogni energetici - soprattutto nei sistemi a goccia - facilita le operazioni colturali e controlla l'aerazione del suolo.
Per essere in grado di eseguire interventi giornalieri di microirrigazione anche con l'acqua turnata dai consorzi di bonifica, alcuni agrumicoltori hanno realizzato invasi dimensionati per coprire il fabbisogno giornaliero. Altri hanno installato impianti irrigui misti (aspersione e a goccia) ad effetto climatizzante per contrastare le alte temperature estive.
Ali gocciolanti: le migliori in agrumeto
L'irrigazione a goccia - nata in Israele oltre 50 anni fa e oggi diffusa ovunque siano coltivate specie agrumicole - è in continuo miglioramento grazie all'introduzione di ali gocciolanti sempre più performanti e adatte anche alla subirrigazione e alla fertirrigazione. Molto usate in agrumicoltura - dove generalmente sono disposte ad anello a una certa distanza attorno ai tronchi o in linea - sono le ali gocciolanti caratterizzate da una portata pari a 2-16 litri all'ora e dotate di gocciolatori autocompensanti.Sono di tipo autocompensante le ali gocciolanti Netafim Uniram™ o Dripnet PC™, capaci di mantenere la portata costante al variare della pressione nel range di 0.5-4 atmosfere e utilizzabili anche con dislivelli di oltre 30 metri. "Sia Uniram sia Dripnet PC possiedono gocciolatori autocompensanti anti-sifone AS, ma solo Uniram monta gocciolatori AS XR - fa sapere l'azienda - indicati per la subirrigazione in crescita in Italia".
Saldati nelle pareti delle ali a distanza costante (50-80 centimetri) e costituiti da tre parti assemblate a "sandwich", i gocciolatori AS sfruttano una membrana per compensare la pressione ed esercitare un'azione anti-sifone, impedendo alla depressione creatasi in fase di svuotamento dell'impianto di favorire l'aspirazione di parti di terreno bagnato negli orifizi. I gocciolatori AS XR - realizzati usando una mescola con ossido di rame - inibiscono lo sviluppo e l'intrusione delle radici nei fori delle ali.
Ala gocciolante Netafim Uniram™ (Fonte foto: © Netafim)
Uniram e Dripnet PC garantiscono un elevata uniformità di distribuzione e - insieme ai molteplici sistemi di iniezione Netafim (Tubo Venturi, pompe dosatrici MixRite, banchi di fertirrigazione multicanale gestiti da centraline di automazione) consentono di ottimizzare anche gli interventi fertirrigui negli agrumeti. Alle due ali autocompensanti si aggiungerà presto la nuova ala gocciolante leggera e resistente Streamline X.
Altra nuova soluzione Netafim a breve disponibile è Netbeat, primo sistema di irrigazione dotato di cervello. Per saperne di più, si dovrà aspettare Eima Idrotech 2018.