Meno pomodoro

La produzione record registrata dal pomodoro da industria nel 2021 non si è ripetuta quest'anno.

Anzi, il 2022 si chiuderà con una diminuzione del 10% rispetto allo scorso anno.

I dati di Anicav, l'Associazione delle Industrie Conserviere, conferma che sono state trasformate circa 5,5 milioni di tonnellate di pomodori.

E' quanto si apprende dall'articolo a firma di Lorenzo Frassoldati pubblicato su Il Resto del Carlino del 14 novembre.

 

Il presidente di Anicav, Marco Serafini, ricorda che il settore è stato messo in ginocchio dall'aumento dei costi di produzione, in particolare dell'energia, passata dal 4% al 22%.

Complica il quadro del settore anche il differente prezzo della materia prima tra Nord (108 euro a tonnellata) e Sud (130 euro a tonnellata)

L'Italia, ricorda l'articolo, è il terzo trasformatore mondiale di pomodoro dopo gli Usa e la Cina, ma primo trasformatore di derivati destinati direttamente al consumo finale.

Tenendo conto dell'importanza del settore, si invocano misure di finanziamento per interventi a sostegno del sistema industriale e dell'intero comparto.


Crispr, una rinuncia dannosa

E' una dura critica alla miopia con la quale l'Unione europea affronta il dibattito sulle nuove tecnologie per il miglioramento genetico quella che Roberto De-fez affida alle pagine del Il Foglio del 15 novembre.

L'Europa, afferma Defez, non permette a scienziati e agricoltori di beneficiare dei progressi della tecnologia Crispr, condannandoci ad aumentare le importazioni di qualsiasi tipo di alimento.

Non solo, i ricercatori italiani hanno dovuto abbandonare la creazione di varietà di riso, uva, melo, pomodoro e l'elenco potrebbe continuare, che annullano o quasi l'esigenza di utilizzare fungicidi.

 

Così l'Italia resta leader continentale dell'impiego di queste sostanze.

Nel frattempo si vaneggia di poter risolvere le patologie e i danni da cambiamenti climatici con pozioni magiche ed energie cosmiche, come la biodinamica insegna.

Mentre le proposte della strategie Farm to Fork promettono un crollo da brividi delle produzioni agricole, tanto da far sospettare che l'obiettivo sia quello di far scomparire l'agricoltura.


Un "Piano" per il valore

Un chilo di buona pasta può essere sufficiente per dieci persone e il suo costo è inferiore ai 2 euro. Un chilo di mentine, certo meno indispensabili ai fini di una corretta alimentazione, costa 50 euro.

Si affida a questo emblematico esempio Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, per suggerire l'adozione di un "Piano di interesse nazionale" per valorizzare le produzioni italiane, perseguendo una maggiore redditività e una più equa distribuzione del valore fra tutti i protagonisti della filiera.

 

A raccogliere queste dichiarazioni è Fabio Savelli nell'intervista realizzata per il Corriere della Sera del 16 novembre con Pugliese per affrontare il tema dell'export e della lotta al falso made in Italy.

Un obiettivo che richiede una regia governativa che faciliti le aggregazioni, che crei una massa critica sul piano commerciale, promuovendo la collaborazione tra aziende di produzione, spingendo sulle centrali di commercializzazione, industrializzando i processi, modernizzando i sistemi agricoli.

 

Pratiche sleali, cosa non va

Chiede un miglioramento della legge sulle pratiche sleali Tommaso Battista, neo presidente di Copagri, la Confederazione dei produttori agricoli.

Si tratta di una buona legge, ma in Italia è stata adottata una deroga che esclude dalla tutela i piccoli agricoltori che conferiscono i loro prodotti alle Op, le cooperative delle quali sono soci.

A raccogliere l'appello del presidente di Copagri è Micaela Cappellini che sulle pagine de Il Sole 24 Ore del 17 novembre spiega che la legge, nella sua formulazione attuale, protegge dal sottocosto tutti gli anelli della filiera tranne l'eventuale passaggio dall'agricoltore all'Organizzazione dei produttori.

 

Fra le richieste di Battista al nuovo Governo c'è poi quella di semplificare il decreto flussi per avere una piattaforma pubblica della manodopera agricola.

Si affronta anche il tema delle agroenergie, per le quali si rende opportuno prevedere la possibilità di una produzione di energia in eccesso rispetto al fabbisogno individuale. 


Usa, sì alla carne artificiale

Ha fatto molto discutere la decisione della Food and Drug Administration, l'ente regolatorio statunitense in tema di alimenti e farmaci, di autorizzare la produzione e la vendita di carne ottenuta in laboratorio.

Come spiega Attilio Barbieri sulle pagine di Libero del 18 novembre, si tratta della prima autorizzazione al consumo di cibi artificiali rilasciata dall'autorità alimentare statunitense, che ora rischia di aprire la strada a scenari preoccupanti.

Già con l'inizio del prossimo anno potrebbero arrivare sul tavolo della Commissione europea e di Efsa, analoghe richieste di autorizzazione per questi prodotti artificiali.

 

Cibi Frankenstein, come li definiscono alcuni, ottenuti senza sacrificare animali, e pubblicizzati per questo come alimenti che rispettano ambiente ed etica.

Si tratta però di prodotti di sintesi che non aiutano la salute e che consumano più energia dei corrispettivi alimenti ottenuti per via naturale.

Per questo motivo Coldiretti, insieme a Filiera Italia, ha lanciato una raccolta di firme per fermare una pericolosa deriva che mette in pericolo il futuro della filiera del cibo made in Italy.


Pere, primato a rischio

L'Italia rischia di perdere il suo primato di primo produttore europeo di pere.

Le cause, spiega Manuela Soressi sulle pagine de Il Sole 24 Ore del 19 novembre, vanno ricercate nella frammentazione produttiva, nella qualità eterogenea della produzione e nella mancanza di innovazione.

A questi si aggiungono alcuni eventi sfavorevoli che contribuiscono a ridurre la produzione, come la siccità e i problemi fitosanitari che hanno fatto scendere a 470mila tonnellate la produzione stimata per quest'anno, con una riduzione del  35% rispetto al 2018.

Per superare queste difficoltà gli operatori dell'Emilia Romagna, regione che riunisce la gran parte della produzione italiana, si sono riuniti in UnaPera, che grazie ai sostegni ottenuti ha potuto investire nell'aggiornamento tecnologico e nella promozione delle pere a denominazione di origine.

 

Non va meglio per le mele, come spiega Emiliano Sgambato, sempre su ll Sole 24 Ore del 19 novembre.

Sebbene la siccità estiva non abbia compromesso la produzione, le difficili condizioni ambientali e climatiche hanno influito negativamente su calibri e colorazione.

Sul mercato i consumi tengono, ma i prezzi, in controtendenza, diminuiscono.

Calate anche le esportazioni in quantità, una riduzione seppur parzialmente bilanciata dall'aumento del prezzo medio.

In crescita la vendita di mele biologiche, sebbene anche in questo comparto le quotazioni siano in calo.


Carne e pregiudizi

Si torna a parlare di carne il 20 novembre, questa volta sul Corriere della Sera, dove Danilo Zagaria prende in prestito due romanzi, uno di inizio del secolo scorso (La giungla di Upton Sinclair), uno più recente (Capitalismo carnivoro, di Francesca Grazioli), per descrivere come "funziona" la filiera delle carni.

Il quadro che ne esce è quello di un mondo governato da pochi protagonisti attorno ai quali si concentra a livello mondiale la gran parte della produzione. 

 

"C'è la sensazione - si legge - che le multinazionali siano ormai difficilmente controllabili e che il loro strapotere economico non possa essere addomesticato".

Difficile allora che il comparto possa raccogliere la sfida della transizione ecologica, alleggerendo il proprio impatto ambientale.

E si cita uno studio di Greenpeace che descrive una Pianura Padana dove si respira aria inquinata per i tanti allevamenti presenti.

Nessuna citazione, purtroppo, dei recenti studi di eminenti scienziati che nel caso degli allevamenti italiani dimostrano come esista una diffusa zootecnia sostenibile a impatto zero.

L'invito finale dell'articolo ad allevare meno e meglio, andrebbe rivisto alla luce di queste evidenze. 


"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

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