Decine di migliaia di ettari di terreno coltivato sott'acqua con colture asfissiate, serre divelte, ortaggi perduti, vigneti distrutti ed anche frane e smottamenti nelle campagne dove ora a preoccupare è l'impossibilita di seminare. Secondo Coldiretti i danni sarebbero oltre 100 milioni di euro.

"Un mese di novembre anomalo segnato da precipitazioni record con gli agricoltori che non riescono neppure a entrare nei campi per effettuare le necessarie operazioni colturali mentre, dove si è già seminato, i germogli e le piantine rischiano di soffocare per la troppa acqua. Nei terreni segnati dalla pioggia senza tregua l'acqua - sottolinea la nota di Coldiretti - sta compromettendo le tradizionali semine autunnali come quelle del grano per il pane e per la pasta con oltre 1/3 delle operazioni ancora da completare lungo la penisola, con la situazione peggiore che si registra in Piemonte, Lombardia ed Emilia".

"Colpita anche la produzione di ortaggi invernali e in serra ma a preoccupare - sottolinea la Coldiretti - è anche il dissesto idrogeologico con interi vigneti crollati e ostacoli alla viabilità nelle aree rurali. L'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – evidenzia Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo".
 

Il dissesto idrogeologico

Preoccupa la fragilità del territorio: il Centro studi di Confagricoltura ha diffuso un report sul dissesto idrogeologico da cui emerge che le zone agricole, dopo strade e ferrovie, sono quelle maggiormente colpite dalle frane causate dall'intensità delle precipitazioni: una su quattro coinvolge proprio i terreni agricoli.

Per effetto dei mutamenti climatici, dell'abbandono di molti campi coltivati e della maggiore impermeabilizzazione del suolo (urbanizzazione), gli effetti distruttivi conseguenti al dissesto idrogeologico del territorio (frane, alluvioni) tendono ad aggravarsi, in un contesto generale già precedentemente critico per l'insufficienza degli interventi di prevenzione, si legge nella nota dell'organizzazione agricola che precisa: lo scorso anno le sole alluvioni dell'autunno hanno colpito 11 regioni causando danni per circa 3 miliardi di euro.

 
L'Italia delle frane

Italia delle frane
Superficie a rischio frane e rischio idraulico
(a cura di Centro studi Confagricoltura)

 

Liguria

Tra le regioni più colpite anche la Liguria, dove la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova andrà il prossimo 6 dicembre, a Savona. "Alle donne e agli uomini dei territori liguri colpiti dal maltempo, alle imprese e alle imprese agricole soprattutto dico: non siete soli. Affronteremo le emergenze insieme, con la massima urgenza. Un dato però deve essere chiaro: alle emergenze si pone riparo realmente se si lavora per prevenire, e non solo per contare i danni".

"Il ruolo di presidio svolto da agricoltori e allevatori nella conservazione dei suoli e nella lotta al dissesto va valorizzato e rafforzato - ha sottolineato Bellanova -. Per questo credo che dovremo migliorare i fondi agricoli, a partire dalle opportunità per i giovani, e lavorare sulla Strategia per le aree interne utilizzando per questi territori una parte dei 200 milioni di euro aggiuntivi che sono previsti proprio per le Aree interne dalla legge di bilancio. Il mio ministero è a disposizione per dare il massimo supporto tecnico necessario".
 

Piemonte

In provincia di Cuneo colpite soprattutto le aree collinari e le colture seminative in pianura. "Riteniamo indispensabile che la Regione dichiari lo stato di crisi, per poter intraprendere immediatamente tutte le azioni necessarie per fornire aiuto alle aziende in difficoltà, sia per la gestione dell'emergenza, sia per la ripresa dell'attività agricola" ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, Enrico Allasia.
Anche se non saranno raggiunti i livelli dell'alluvione del novembre 2016, sottolinea la nota di Confagricoltura Piemonte, si presentano molte criticità con esondazioni, soprattutto nelle zone di pianura del Sud Piemonte, e frane in quelle collinari, mentre in alta montagna permane un marcato pericolo di valanghe fino al fondovalle. "A una prima valutazione - precisa il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro - la situazione appare molto grave e si temono ulteriori peggioramenti: molte zone in provincia di Alessandria sono state sommerse dalle acque del Bormida e nel capoluogo il Tanaro è esondato. Nell'astigiano hanno sofferto particolarmente i comuni a Sud della provincia. Nel Canavese, al confine con la Valle d'Aosta, si registrano frane e smottamenti".

Le sedi territoriali di Confagricoltura, al lavoro con oltre 50 tecnici per una prima analisi dei danni, rilevano che nella quasi totalità delle zone allagate in cui sono stati seminati grano e orzo si è perso tutto e prima di poter entrare nuovamente nei terreni per lavorarli, e quindi riseminare, occorrerà attendere la fine dell'inverno. L'orticoltura conta danni al 100% per le verdure in campo, in particolare nelle province di Alessandria e Torino: verze, cavoli, cavolfiori, broccoli e spinaci, sono completamente persi. Totalmente allagati molti vivai, in particolare di pioppi, nella provincia di Cuneo.
In provincia di Cuneo si contano numerosi e diffusi allagamenti di media o piccola entità, con la situazione più grave a Cardè dove la piena del Po e dei rii minori, a causa anche della mancata pulizia degli alvei, ha provocato l'allagamento dell'intero abitato.
Più ingenti, poi, i danni nelle zone collinari e pedemontane della Granda, nonostante la neve caduta sopra i 1.200 metri abbia fortunatamente mitigato le conseguenze. Si registrano frane diffuse negli appezzamenti condotti a noccioleto e a vigneto, che si aggiungono ai numerosi danni causati alla viabilità secondaria in tutta l'area del Monregalese e dell'Alta Langa, con la chiusura di diverse strade. Gli smottamenti impediscono una regolare circolazione e, soprattutto, richiederanno importanti opere di ripristino per evitare problemi maggiori e permettere il normale accesso ai fondi.
 

Lombardia

Situazione difficile nelle cascine milanesi, lodigiane e brianzole per la continua pioggia di queste settimane, riporta Cia provincia Centro Lombardia. A causa del fango è difficile, se non impossibile, per gli agricoltori entrare nei campi con i trattori per concludere i raccolti di mais, soia e riso, e seminare i cereali vernini e gli erbai.
"A essere danneggiati sono soprattutto le colture autunnali – spiega il presidente di Cia provincia Centro Lombardia Paolo Maccazzolale cui semine sono avvenute solo in minima parte ed è stato spesso danneggiato dalla troppa acqua. In molto casi sarebbe opportuno riseminare orzo, frumento, ma continua a piovere
Nel milanese abbiamo problemi anche con le ultime risaie, il settore aveva già subito danni per le piogge e temporali all'inizio dell'annata, per poi riprendersi, e adesso è di nuovo penalizzato. Per la soia e il mais ci sono campi che, vista la situazione di presenza di fango e maturazione avanzata delle piante, andranno alla distruzione
".

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