Era la fine del 1800 e mancava una manciata di anni per dare il via al nuovo secolo. Carlo Collodi stava scrivendo "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino".
Favola strepitosa, piena di buoni sentimenti, qualche cattivo pensiero, relegato alle malefatte del gatto e la volpe e poi tanta fame, quella di Pinocchio.

Poco più di un secolo dopo, il gatto e la volpe ci sono ancora, ma la fame no, e la favola del burattino è stata sostituita dai vari "masterchef" che affollano il video, con i loro piatti straripanti di leccornie e chilocalorie.

E' ricorso a questa abile metafora Antonio Pascale, agronomo e giornalista, divulgatore e scrittore, per raccontare gli straordinari progressi che l'agricoltura è stata capace di mettere a segno in questi anni.

Palcoscenico di questo racconto il teatro Arena di Fico, il grande parco agroalimentare di Bologna, e come occasione l'ottantesimo compleanno di Edagricole. Tanti sono gli anni compiuti da questa storica casa editrice bolognese, oggi nell'orbita della milanese Tecniche Nuove, editore da sempre impegnato nella divulgazione di temi specialistici e non.


Poco grano, tanta fame

Ma torniamo a Pinocchio e alla sua fame.
Nel 1881, quando vennero date alle stampe le sue avventure, un ettaro di terreno produceva 10 quintali di grano, la stessa quantità che si produceva ai tempi di Michelangelo (1500) o alla caduta dell'impero romano (476) o alla fine dell'ultima guerra mondiale.

Poco grano, ma anche poche persone nel mondo.
Erano appena mezzo milione quando Michelangelo scolpiva 'La Pietà', ma già 1,5 miliardi quando Pinocchio veniva dato alle stampe.

Poi la popolazione è iniziata ad aumentare e nel 1950 si contavano 2,5 miliardi di persone sul pianeta.

Ma un ettaro di terra continuava a dare appena una tonnellata di grano. E la fame era ancora tanta.
 

La rivoluzione agricola

Oggi la popolazione mondiale ha raggiunto quota sette miliardi, ma nei campi è avvenuta una grande rivoluzione e quell'ettaro di terra ora produce sei o anche sette tonnellate di grano.
Un cambiamento straordinario e rapidissimo, che in poco più di mezzo secolo ha compiuto ciò che non era accaduto in quasi duemila anni.

Il segreto? Il prepotente ingresso della meccanica e della chimica e poi il miglioramento genetico.
Un progresso straordinario, che tuttavia non può farci dimenticare gli 800 milioni di persone che ancora oggi sono alle prese con l'angosciante problema della fame.
 

Il futuro

Fra circa trenta anni, dicono le proiezioni demografiche, il pianeta sarà abitato da nove miliardi di persone.
Sarà possibile produrre cibo per tutti?

Non c'è bisogno di aspettare il 2050, il problema si presenterà ben prima. Questa la preoccupazione di Paolo De Castro, europarlamentare e primo vice presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

E' sufficiente pensare a quanto sta accadendo nelle economie in forte sviluppo, come la Cina o l'India, per citare quelle dove la crescita è più tumultuosa. La prima richiesta che arriva dalle popolazioni che vedono accrescere il loro tenore di vita è quella di mettere nel piatto più carne. E' sempre accaduto e accadrà ancora.

Prendiamo il caso della Cina. Se i cinesi portassero il loro consumo procapite a livello di quello europeo, non basterebbero tre pianeti Terra per accontentare tutti.
 

Investire in ricerca...

Ci sarà una nuova rivoluzione tecnologica che consentirà all'agricoltura di ripetere il "miracolo" degli ultimi decenni? No, se non si cambierà strategia.

E qui De Castro ha puntato il dito contro la scelta della politica di non investire in agricoltura e nella ricerca.
Con determinazione bisogna invertire la rotta, come si sta facendo per frenare i cambiamenti climatici in atto. Ma assai prima che questi possano produrre i loro effetti negativi, ci troveremo a fronteggiare una  maggior richiesta di cibo conseguente all'aumento dei consumi. Dobbiamo prepararci, e in fretta, per  dare una risposta a questa accresciuta domanda di cibo.
 

… e nei giovani

Più coraggio dunque per investire nella ricerca e nell'innovazione, sapendo che i giovani agricoltori sono già pronti a utilizzare al meglio ogni nuova risorsa utile a produrre di più consumando meno.

Chi puntando sull'agricoltura di precisione, chi sull'internet delle cose, chi sulle tradizioni rivisitate in chiave moderna. C'erano anche loro, i giovani agricoltori, al compleanno di Edagricole, per trasformare le speranze in certezze.