La Regione Campania ha chiesto ieri, 27 giugno 2017, al ministero per le Politiche agricole lo stato di calamità per il protrarsi della siccità. E poche ore fa anche il Consorzio di bonifica di Paestum ha alzato bandiera bianca: vistosi costretto a ridurre gli apporti irrigui con le turnazioni, ha consegnato al prefetto di Salerno la propria richiesta di stato di calamità.
Il Consorzio di bonifica e irrigazione destra Sele, invece, resiste strenuamente, mentre i danni nelle campagne e sulle aree collinari, come sostenuto dal consigliere per l'Agricoltura del presidente della Regione Campania Franco Alfieri, sono ormai diffusi e oltre il 30%. Colpiti tutti i comparti produttivi.
 
La Giunta della Campania, riunitasi ieri a Napoli su proposta del presidente e assessore all'Agricoltura Vincenzo De Luca, ha chiesto al ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali il riconoscimento dello stato di calamità per la siccità che ha colpito il territorio regionale nel periodo che va da dicembre 2016 a tutto giugno 2017.
"I dati pluviometrici registrati dalle diverse stazioni presenti in Campania evidenziano infatti che, dal dicembre scorso, i millimetri di pioggia caduti, in particolare nelle aree pianeggianti della regione, sono prossimi allo zero" è scritto in una nota di Palazzo Santa Lucia. "Tale criticità perdura tutt'oggi e risulta accentuata dalle elevate temperature che si stanno registrando nelle ultime settimane".

"L'eccezionale protrarsi della siccità - dichiara il consigliere Alfieri - sta provocando notevoli danni alla produzione agricola regionale. Danni che hanno superato notevolmente la soglia del 30%, limite previsto dalla normativa vigente per dare corso alla richiesta di declaratoria dello stato di calamità. Gli uffici dell'assessorato sono al lavoro per qualificare e quantificare i danni subiti dalle imprese agricole e per delimitare il territorio interessato da questa grave emergenza".

Intanto, la morsa del caldo e della siccità continua a stringersi intorno all'agricoltura della regione. In provincia di Salerno, dove si registra la situazione peggiore dal punto di vista delle mancate precipitazioni e delle temperature, getta la spugna il Consorzio di bonifica di Paestum. "Il Consorzio, nonostante le diverse misure straordinarie adottate per preservare e razionalizzare la risorsa idrica sul territorio di competenza, ha chiesto ufficialmente il riconoscimento dello stato di calamità naturale attraverso una missiva inviata al prefetto di Salerno Salvatore Malfi, a firma del commissario straordinario dell'ente consortile pestano Biagio Franza" è scritto in un comunicato stampa giunto poco fa.
"Finora il Consorzio bonifica di Paestum, per far fronte alla situazione, ha ottimizzato turni, servizi e manutenzioni, ma il prolungarsi del periodo arido imporrà un'ulteriore razionalizzazione della risorsa e la massima collaborazione dei consorziati nell'uso parsimonioso dell'acqua a scopo irriguo" prosegue la nota.
 
Nella lettera inviata dal commissario Franza al prefetto di Salerno Malfi è stata evidenziata anche la necessità di riprendere ed aggiornare il progetto per la costruzione di un invaso sul fiume Calore salernitano in un tratto nell'agro nel comune di Magliano Vetere, tralasciato da tempo, al fine di ottenere una nuova fonte di approvvigionamento sia in termini di volume che di portata, consentendo di attenuare notevolmente le emergenze.

Il Consorzio di bonifica destra Sele spiega invece come riesce ad assicurare ancora acqua irrigua ai consorziati su 15mila ettari vocati a ortive di IV gamma, frutta e foraggere, nonostante la magra del fiume sia la peggiore degli ultimi 50 anni, con il livello calato di due metri nelle ultime settimane. "Siamo di fronte ad una crisi idrica epocale a cui però stiamo facendo fronte grazie ad una politica incentrata su una irrigazione moderna dove non viene sprecata una sola goccia di acqua" spiega il presidente del Consorzio di bonifica destra Sele Vito Busillo.
"Per assicurare questi risultati, negli ultimi dieci anni abbiamo dato vita a 200 milioni di euro di investimenti dimostrando che se si realizzano impianti adeguati si può far fronte ai cambiamenti climatici".
 
I 15mila ettari di terreno irrigati dal Consorzio di bonifica destra Sele sono coperti da una rete interamente tubata che evita qualsiasi perdita e spreco di acqua; gli impianti di ciascun distretto hanno sette bacini di compenso che consentono di recuperare nelle ore notturne 220 milioni di litri d'acqua che vengono reimmessi nel sistema di irrigazione durante il giorno.
 
"La carenza idrica è un problema di storica cattiva gestione della risorsa idrica - sottolinea Busillo - è necessario definire una strategia che renda più efficiente l'irrigazione, con interventi strutturali che prevedano un miglioramento della rete irrigua, la realizzazione di bacini di invaso, impianti di sollevamento, che permettano di agire in prevenzione anziché attraverso l'attivazione di procedure di emergenza".
 
Le parole di Busillo non arrivano nelle campagne a Nord di Napoli, nei terreni profondi e ricchi di minerali provenienti dal vicino Vesuvio, impastati con le argille dell'antico fiume Clanio, dove si irriga con l'acqua che è possibile attingere ai pozzi scavati sotto la coltre di tufo, dovendo azionare la pompa con il motore di un trattore. Trattore che, a causa dei disguidi della Regione Campania sui libretti ex Uma, deve fare rifornimento alla pompa pagando il gasolio senza le agevolazioni a prezzo pieno, nella regione dove, a causa del deficit della sanità, l'accisa sui carburanti è la più alta d'Italia.

"Stiamo irrigando per quanto possiamo permetterci, ma con questo caldo le nostre ortive avrebbero bisogno di molta più acqua, pertanto contiamo di contenere le perdite di prodotto raccolto nell'ordine del 40% rispetto allo scorso anno" raccontano ad AgroNotizie i titolari di un'azienda agricola locale. In questa stessa zona, a fine aprile, le gelate avevano colpito con danni fino al 50% i pomodori, ora sotto stress a causa del caldo. In questo caso, l'ordinaria gestione del gasolio agricolo avrebbe già limitato di molto i danni.