Così, in tempi record, il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, grazie anche al contributo di Assofertilizzanti, l’Associazione nazionale dei produttori di fertilizzanti, ha realizzato l'impianto provvisorio nel nodo di Mondine a Moglia (Mn), a seguito dei danni riportati da quello preesistente.
A un anno dall’inaugurazione del 9 luglio 2012, Assofertilizzanti e il Consorzio si sono ritrovati per fare il punto della situazione rispetto alla struttura provvisoria: “L’anno scorso qui si respirava un clima d’urgenza, drammatico – ha dichiarato Francesco Caterini, il presidente di Assofertilizzanti - bisognava lavorare al meglio, con grande volontà. Oggi ci fa piacere tornare e vedere che le cose sono andate avanti e che questo problema è stato risolto”.
L’impianto idrovoro, la cui costruzione risale al 1922, era capace di smaltire acqua per 5000 litri d’acqua al secondo, alimentava il reticolo irriguo del canale di Carpi per circa 26.000 ettari; il nodo di Mondine comprende, oltre all’impianto con cabina elettrica, anche una casa di guardia con magazzino a fianco la Chiavica emissaria, le paratoie e chiuse sul canale Lama e sul canale Scaricatore della Parmigiana-Moglia. La seconda forte scossa del sisma che ha colpito l’Emilia e la Lombardia il 29 maggio 2012 ha reso parzialmente inagibile l’impianto e l’edificio: la torre che contiene la cabina di trasformazione è in parte crollata e si temeva per la sicurezza idraulica del comprensorio servito dall’idrovora di Mondine, che assicurava lo scolo di un territorio compreso nell’area che va da Novi di Modena a Carpi, Campogalliano e Soliera.
“In soli 18 giorni – spiega Roberto Pinotti, tecnico del Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale – è stato realizzato l’impianto provvisorio, nato dall’idea di rinunciare a due macchine a Boretto e così sono stati portati qua intelaiatura e cestelli, è stato modificato un container e in una vecchia cabina Enel abbiamo costruito i dentro i quadri. Le macchine da 250 kw riescono a fornire 5000 litri d’acqua al secondo”. Il direttore del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, Domenico Turazza, ha poi specificato che il costo dell’ “impiantino” era 250.000 euro al netto delle pompe, ed è stato coperto in gran parte grazie al contributo di Assofertilizzanti.
“Ora si lavora per costruirne uno nuovo – aggiunge il direttore Turazza –: l’ammontare previsto dei costi è di 18 milioni di euro e si spera che possa essere pronto entro Natale 2014”.
Da sinistra: Domenico Turazza, direttore del Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale
e Francesco Caterini, presidente di Assofertilizzanti
Foto: © Isabella Sanchi - AgroNotizie
E cosa accadrà allo storico impianto? La grande sala del corpo centrale, risalente al 1925, sarà probabilmente adibita a struttura museale. Ma questa non è l’unica iniziativa volta a tutelare il patrimonio storico-artistico e ambientale di questa zona: il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, e la Fondazione Telecom Italia hanno infatti realizzato il progetto “Il paesaggio della bonifica”. Si tratta di un itinerario di conoscenza, lungo circa 90 km, che interessa due province emiliane e una lombarda; nel corso delle escursioni che possono essere intraprese in bicicletta, bus, auto e moto, sarà possibile ammirare il patrimonio naturalistico, idraulico e architettonico del Consorzio, come idrovore, chiaviche, botti, ponti e casse di espansione, oltre alla bellezza dei paesaggi e dei centri urbani adiacenti, ancora poco conosciuta a livello nazionale.
Valorizzare il territorio è uno degli obiettivi del Consorzio che punta a far conoscere la triplice valenza dell’acqua, dal punto di vista economico, ambientale e sociale, per orientare a un utilizzo consapevole delle risorse.
“Nell’uso agricolo l’acqua non viene sprecata, grazie anche a progetti come Irriframe - ha precisato Turazza -, perché viene in parte trasformata e in parte va nelle falde, i depositi sotterranei; una buona irrigazione permette un aumento della produzione, secondo un calcolo approssimativo del 20-30%”.
Quello dell’aumento della produzione è un tema sempre più attuale, vista la costante crescita della popolazione mondiale e, di conseguenza, della maggiore domanda di cibo a livello globale.
“L’agricoltore ha bisogno di fare reddito nel rispetto dell’ambiente – ha sottolineato Francesco Caterini, presidente di Assofertilizzanti-. La chimica è a fianco della filiera, noi produciamo cibo per le piante: grazie all’uso dei fertilizzanti le rese produttive sono aumentate del 50%, se non ci fossero questi mezzi agricoli altre zone sarebbero disboscate. La campagna ‘Roots for growth’, promossa in Europa da Fertilizer Europe e lanciata da Assofertilizzanti in Italia, trasmette un messaggio importante: una concimazione equilibrata, nelle corrette dosi e nei giusti tempi garantisce delle derrate agricole e quindi dei prodotti alimentari di alta qualità ai consumatori”.
In merito al tema della qualità, Caterini ha poi ricordato che grazie alla collaborazione con l’Icqrf, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Mipaaf, è nato il Progetto che prevede l’assegnazione del Marchio Qualità Assofertilizzanti alle imprese associate che rispetteranno la normativa di legge e una serie di norme tecniche per l’intero ciclo produttivo, al fine di tutelare la qualità dell’agricoltura italiana.