I mandorli rappresentano la principale coltivazione fruttifera del Libano, paese ricco di tradizione agricola e commerciale, costantemente orientato alla ricerca di tecniche innovative per lo sviluppo e l'esportazione di prodotti.
Negli ultimi anni un fitoplasma mortale per i mandorli ha avuto un rapido incremento con gravi conseguenze socioeconomiche per gli agricoltori, oltre al danno arrecato all'ambiente e alla biodiversità. La malattia provocata dal batterio Candidatus Phytoplasma phoenicium ha ucciso infatti circa 100.000 mandorli in dieci anni.
Il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l'Università di Torino e istituti di ricerca libanesi, ha condotto il progetto 'Management of the phytoplasma Candidatus Phytoplasma phoenicium and biodiversity valorization of the stone fruit orchards in Lebanon', finanziato da Comune di Milano, Fondazione Avsi e ministero degli Affari esteri.
La ricerca ha coinvolto per 12 mesi 25 ricercatori, 551 agricoltori, 910 serre monitorate in 430 villaggi libanesi attraverso un metodo innovativo che ha integrato analisi del terreno, ricerca in laboratorio e sensibilizzazione degli agricoltori, arrivando all'identificazione di 40.000 piante malate.
I risultati del progetto saranno presentati giovedì 5 luglio alle ore 14.00 presso l'Università degli Studi di Milano in via Mangiagalli 25, alla presenza delle autorità libanesi.
Il progetto è un ulteriore esempio di cooperazione tecnico-scientifica tra Italia e Medio Oriente nell'ambito del settore agro-alimentare, in linea con il tema di Milano Expo 2015 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita'.
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