Si possono mangiare, sono sicure per la salute umana e ambientale e possono essere anche utilizzate come strumenti efficaci per controllare le malattie delle piante. Si tratta delle sostanze di base, cioè prodotti di uso comune come la birra, l'aceto, l'olio di girasole e il latte, di origine naturale già approvati per l'utilizzo alimentare, che rientrano nel Regolamento 1107/2009 sui prodotti fitosanitari.
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Le sostanze di base hanno attività fungicida, battericida e insetticida e la maggior parte di esse sono consentite in agricoltura biologica, un buon incentivo a ridurre l'impiego dei fitofarmaci di sintesi.
Tra queste rientra anche la lecitina di soia, un prodotto naturale che funge da elicitore, cioè una molecola segnale in grado di indurre e amplificare le difese delle piante. In ambito agricolo può essere impiegata come prodotto con azione anti fungina, per esempio contro oidio e peronospora. È anche un alimento e non dà problemi di salute, per questo può essere utilizzata in campo senza dei limiti massimi di residui (Lmr).
Che cos'è la lecitina
La lecitina è un fosfolipide composto principalmente da quattro componenti: fosfatidilcolina, fosfatidiletanolammina, fosfatidilinositolo e fosfatidilserina. Si trova in tutti gli organismi viventi; è abbondante nel cervello, nei polmoni, nel fegato, nel tessuto nervoso, nelle uova e in vari semi di piante come la soia.
A dirla tutta, sono proprio i semi di soia la fonte naturale con il maggior contenuto di lecitina (che va dall'1,4% al 3,08%) e l'olio di soia è l'olio vegetale che ne contiene di più. Il processo di estrazione della lecitina di soia parte dall'olio che subisce un processo di raffinazione durante il quale la lecitina viene separata per agitazione e, in seguito ad ulteriori trattamenti, si ottiene un prodotto puro al 98% in polvere che può essere lavorato per ottenere un prodotto granulato.
Nel settore alimentare è utilizzata come integratore e additivo alimentare, ma ha anche buone proprietà emulsionanti, lubrificanti e tensioattive, per questo viene anche impiegata nel settore farmaceutico, cosmetico e industriale.
La lecitina di soia in agricoltura come sostanza di base
La lecitina di soia può essere impiegata in agricoltura come sostanza antifungina biologica.
Fu negli anni '70 che si scoprì che la lecitina ottenuta dai semi di soia nel processo di produzione dell'olio di soia controllava efficacemente la malattia del brusone del riso sulle piante. Successivamente, sono stati dimostrati anche i suoi effetti preventivi contro l'oidio di cetriolo e di altre orticole.
Sono state così analizzate le sue componenti: oltre ai 4 già citati fosfatidi, comprende gli acidi grassi più comuni, cioè l'acido palmitico, l'acido stearico, l'acido linoleico e l'acido linolenico. Tutti questi componenti hanno una azione inibitoria nei confronti di alcuni patogeni fungini e agiscono stimolando la difesa delle piante. In particolare, l'acido linolenico e l'acido linoleico sono i precursori di un'ampia varietà di ossilipine e dell'ormone vegetale acido jasmonico, che partecipano attivamente alla difesa delle piante.
Quindi, la lecitina di soia non va considerata come un vero biocida perché previene la diffusione delle malattie fungine senza uccidere direttamente i funghi, ma inibendo la loro crescita. È anche per questo motivo che molte sostanze di base, perché abbiano un impatto positivo sulla salute delle colture, devono essere applicate preventivamente.
Su quali colture si può utilizzare la lecitina di soia?
Ma veniamo al dunque. La lecitina di soia può essere impiegata in campo su diverse colture:
- su alberi da frutto come melo e pesco per il controllo dell'oidio (Podosphaera leucotricha) e della bolla del pesco (Taphrina deformans);
- su ribes per il controllo dell'oidio (Microsphaera grossulariae);
- su ortaggi come il cetriolo contro l'oidio (Podosphaera fusca), la lattuga contro l'oidio (Erysiphe cichoracearum), la valerianella contro l'oidio (Erysiphe polyphaga), il pomodoro contro la peronospora (Phytophthora infestans) e l'indivia contro Alternaria cichorii;
- su piante ornamentali (soprattutto rose) per il controllo dell'oidio e altre malattie fungine;
- su vite per il controllo della peronospora (Plasmopara viticola) e oidio (Erysiphe necator);
- su fragola e lampone contro oidio e altre malattie fungine;
- su patata contro la peronospora (Phytophthora infestans);
- su carota contro oidio (Leveillula taurica).
Applicazioni della lecitina di soia
(Fonte: Romanazzi et al. 2022 Basic substances, a sustainable tool to complement and
eventually replace synthetic pesticides in the management of
pre and postharvest diseases: reviewed instructions for users)
La lecitina si usa a concentrazioni che vanno dai 75 ai 200 grammi su ettolitro e agisce per contatto diretto inibendo così la germinazione delle spore. I prodotti a base di lecitina di soia vanno quindi spruzzati sulla coltura facendo attenzione che la lecitina non ostruisca ugelli o filtri visto che è una sostanza non completamente solubile in acqua.
In questo studio sono state testate quattro diverse sostanze di base: il chitosano, l'equiseto, la corteccia di salice e la lecitina di soia, per dimostrare il controllo della Plasmopara viticola su vite attraverso la loro azione preventiva e la loro tossicità nei confronti degli sporangi e delle zoospore del patogeno. Tutte e quattro le sostanze di base sono risultate efficaci contro il patogeno direttamente e preventivamente; tra queste, i prodotti composti da lecitine e corteccia di salice erano i più tossici e attivi preventivamente.
Vantaggi e svantaggi dell'uso della lecitina di soia
A favore della lecitina di soia c'è sicuramente il fatto che è facile da ottenere in grandi quantità ed è poco costosa rispetto ad altre sostanze di base. Inoltre, si tratta di un prodotto estremamente sicuro per l'uomo e l'ambiente, atossico per gli organismi acquatici, e facilmente biodegradabile.
Tuttavia, la ragione principale per cui è ancora poco utilizzata, così come altre sostanze di base, è la scarsa quantità di informazioni scientifiche. Ad oggi, infatti, sono pochi gli studi pubblicati che riportano il suo meccanismo d'azione e l'efficacia contro gli stress biotici. Si attendono perciò nuove sperimentazioni in campo per comprenderne a pieno il potenziale come sostanza di base e alternativa biologica ai prodotti di sintesi.
Ulteriori usi della lecitina di soia in agricoltura
La lecitina di soia è utilizzata in campo agricolo non solo come sostanza di base ma anche come coadiuvante. In merito a questo argomento abbiamo intervistato Daniel Franzoi, responsabile tecnico Adjuvant&Baits dell'azienda De Sangosse che si occupa di prodotti per la protezione e la nutrizione delle colture.
"La lecitina di soia è in parte solubile in acqua e in parte solubile in grasso, quindi, ha delle proprietà particolari che possono essere sfruttate soprattutto in certi ambiti per migliorare la stabilità delle formulazioni e gli aspetti di penetrazione", ci spiega Daniel. Infatti, la lecitina di soia è promossa da De Sangosse in un prodotto coadiuvante per applicazioni erbicide, che oltre alla lecitina di soia contiene oli vegetali e coformulanti.
"La lecitina riesce ad emulsionare bene le miscele anche in botte consentendo una loro migliore stabilità. Quindi sì, le proprietà delle lecitine sono ottime per questi aspetti". Inoltre, consente all'erbicida con il quale è miscelata di penetrare più agevolmente all'interno della foglia, migliorando l'efficacia del trattamento ed evitando l'effetto di rimbalzo della goccia.
Un prodotto coadiuvante a base di lecitina di soia ha anche il vantaggio di avere un effetto anti deriva poiché ricalibra le dimensioni delle goccioline, evitando la formazione di gocce troppo fini e quelle troppo grossolane; in questo modo aiuta a salvaguardare l'ambiente ed evita perdite di prodotto.
"Il nostro target è proprio la riduzione della deriva. Abbiamo fatto diversi test e prove in tunnel del vento e abbiamo presentato questi dati anche al Ministero dell'Agricoltura. Infatti, probabilmente a breve, riusciremo ad ottenere in etichetta per un nostro prodotto a base di lecitina di soia, la frase che riguarda la riduzione della deriva del 50% se impiegato ad un determinato dosaggio. Quindi noi ci stiamo focalizzando su questo ambito applicativo".
Qual è la risposta degli agricoltori? "È difficile dirlo perché il concetto deriva è ancora poco sentito a livello agricolo. Se ne parla tanto solo a livello normativo. È anche un concetto molto tecnico quindi va spiegato bene. Trattandosi di una applicazione, la nostra, per erbicidi, ci troviamo a lavorare principalmente su grandi colture dove al giorno d'oggi contano anche i centesimi, perciò molti sono diffidenti ad aggiungere un prodotto in più.
Probabilmente arriveranno ancora delle restrizioni sulla deriva, quindi con il tempo potrebbe diventare un argomento più semplice e di interesse da trattare", afferma Daniel Franzoi.
Eppure la lecitina di soia non è costosa: "No, tutto dipende dalla quantità di acqua ad ettaro che l'agricoltore utilizza, perché il dosaggio del coadiuvante dipende dall'acqua quindi fa riferimento al quantitativo che l'agricoltore utilizza per fare il diserbo. Il dosaggio ideale è 0,25 litri di prodotto per 100 litri di acqua. Quindi, se con 200 litri di acqua e 0,5 litri di prodotto l'agricoltore tratta un ettaro, il trattamento costerà indicativamente intorno alla decina di euro all'ettaro".
Daniel ci parla anche delle prospettive future dell'azienda De Sangosse riguardo alle sostanze di base: "L'azienda è proiettata verso il futuro e le sostanze di base stanno diventando sempre più interessanti. Infatti, il gruppo De Sangosse un paio di anni fa ha acquisito Biovitis che è un'azienda francese specializzatasi negli anni nell'estrazione di estratti di piante e sostanze di base. L'anno scorso abbiamo così inserito in catalogo due sostanze di base che sono il decotto di equiseto e l'estratto di corteccia di salice. Questi hanno proprio l’etichetta delle sostanze di base e quindi vengono inseriti come induttori di resistenza e coadiuvanti nella difesa. La commercializzazione ufficiale partirà quest’anno e al momento abbiamo fatto due anni di prove in aziende agricole".