Per la patata la campagna 2024 è stata piuttosto complessa, fra crisi climatica, emergenze fitosanitarie e aumento della difficoltà nel reperire seme tubero certificato. In generale, a creare maggiori disagi in alcune zone di coltivazione sono state le intense piogge primaverili e le alte temperature estive; mentre, per i patogeni, i più temuti da tutti gli agricoltori rimangono gli elateridi.
Nonostante lo scenario difficile, secondo i dati dell'Unione Nazionale fra le Associazioni dei Produttori di Patate (Unapa), le superfici agricole destinate alla patata in Italia sono rimaste stabili a circa 47mila ettari, in linea perciò con gli anni scorsi. Un aspetto positivo e che fornisce stabilità per il consumo interno nazionale.
In questo contesto AgroNotizie® ha intervistato due aziende agricole rispettivamente del Friuli Venezia Giulia e dell'Emilia Romagna. Ecco una panoramica che va dalle condizioni meteo alla commercializzazione, fino alla manodopera e all'utilizzo degli strumenti di monitoraggio in pieno campo.
Meteo: in comune le eccessive temperature
Il Friuli Venezia Giulia quest'anno non ha avuto tregua per quanto riguarda i fenomeni climatici estremi che hanno reso la campagna produttiva non buona.
Come spiega Pier Vito Quattrin, produttore e presidente di Copropa (Pn): "Il meteo è stato molto piovoso nei mesi di aprile e maggio, causando un ritardo delle semine, le piantine poi hanno fatto fatica a partire perché sono state sott'acqua per lungo tempo. A giugno sembrava ci stessimo riprendendo, ma dal 10 di luglio in avanti le alte temperature ci hanno dato il colpo di grazia nonostante il buon uso della microirrigazione da parte dei soci produttori".
I tuberi si sono perciò sviluppati in condizioni precarie per tutto l'arco del ciclo colturale, influenzando negativamente di conseguenza sia le rese sia la pezzatura, ma mantenendo intatta la qualità del prodotto finale.
"Le poche patate prodotte sono buone e sane per fortuna" sottolinea Quattrin.
In Emilia Romagna invece il meteo è stato più favorevole, consentendo un'ottima semina. "Nonostante le difficoltà iniziali a reperire le varietà di seme, grazie alle condizioni meteo ottimali la coltura è riuscita a raggiungere il suo massimo sviluppo. - spiega Cristian Ricci, titolare della Ricci Società Agricola di Faenza (Ra) - Al contrario, durante la fase di raccolta, le temperature eccessive hanno creato problemi a livello tecnico ed organizzativo, senza però inficiare sulla produzione".
Ferretti e altri patogeni: le esperienze e le soluzioni dei produttori
Dal Nord al Sud Italia negli ultimi anni i patogeni più difficili da controllare sono gli elateridi (Agriotes spp.), detti anche ferretti. Che se non contenuti adeguatamente possono compromettere l'intero investimento aziendale per questa coltura.
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In Emilia Romagna Cristian Ricci conferma che ha subìto attacchi di ferretti su tutte le varietà coltivate.
Invece in Friuli, nonostante le diverse problematiche causate alle piante, la stagionalità di quest'anno ha consentito di limitare i danni e di raccogliere a fine stagione tuberi per la maggior parte intatti.
"Il 2024 è stata un'annata in cui il ferretto ci ha lasciato un po' in pace. Contro questo patogeno stiamo facendo comunque delle prove per trovare delle soluzioni che lo mettano in difficoltà: per esempio sovesci, monitoraggi e uso di prodotti non di sintesi. Speriamo di farcela in futuro".
Non esistono però solo gli elateridi: bisogna prestare attenzione anche alla dorifora (Leptinotarsa decemlineata) e alla peronospora (Phytophthora infestans).
Pier Vito Quattrin spiega che per questi due patogeni il controllo in campo è stato eseguito correttamente, risultando perciò efficace. In particolare, contro la peronospora, grazie alla disponibilità di varietà tolleranti e alla pregressa conoscenza dei produttori su quali siano le varietà più suscettibili la conservazione dei tuberi non ha subito particolari criticità, come per esempio l'insorgenza di marciumi.
La questione della manodopera
Il problema della carenza di manodopera in agricoltura è un tema molto sentito dalle aziende del settore, specialmente negli ultimi anni.
Quali sono quindi le esperienze delle aziende intervistate su questa tematica?
"Data la grande differenziazione di colture e di tipologie di lavoro nell'azienda possiamo beneficiare di una manodopera attiva per tutta la stagione. Per cui non abbiamo riscontrato nessun tipo di difficoltà nel reperirla" dice Ricci.
"Gran parte delle aziende socie della cooperativa usufruiscono della manodopera familiare, poi c'è qualche azienda più grande che chiama anche personale extra familiare. In generale, comunque riescono a reperirla" dice Quattrin.
Prezzi e rese: un confronto fra successi e sfide climatiche
Come scritto nel paragrafo dell'andamento meteo in Emilia Romagna la coltivazione della patata non ha avuto problemi grazie al clima abbastanza favorevole. Le rese, perciò, sono state complessivamente buone: "Il risultato totale conseguito è stato di circa 60mila quintali; perciò, la resa lorda media ammonta a 600 quintali per ettaro".
Nel caso della Ricci Società Agricola tutto il prodotto raccolto viene conferito ad un commerciante tramite la Agripat - Società Agricola Cooperativa e il Consorzio Selenella. Per quanto riguarda il prezzo di vendita: "È ancora in fase di determinazione, per questo spererei che la liquidazione si aggiri intorno ai 0,45-0,50 euro al chilo".
Mentre in Friuli Venezia Giulia il quadro produttivo non è così roseo: Copropa aveva previsto per il 2024 una produzione totale di 45mila-50mila quintali (20% in più di ettari seminati rispetto al 2023). Nella pratica però sono stati prodotti 26mila quintali totali, un calo di circa il 45% a causa degli eventi climatici poco favorevoli di cui abbiamo parlato qualche paragrafo sopra.
"In media la produzione è di circa 200-250 quintali ad ettaro, in alcuni casi ci sono state punte produttive di 350-400 quintali ad ettaro per via della buona costituzione del terreno di coltivazione. Però diversi ettari lavorati non sono neanche stati raccolti". Nel caso di Copropa il 95% delle patate viene distribuito alla grande distribuzione organizzata.
Invece, per la vendita: "Il mercato si prevedeva più florido, e invece come prezzi siamo ai livelli del 2023. Per il prodotto confezionato siamo dagli 0,80 centesimi all'1,00-1,05 euro mentre per il prodotto sfuso siamo intorno ai 0,45-0,50 centesimi".
In un'annata come questa i prezzi citati potrebbero non sostenere i costi aziendali, e inoltre bisogna anche considerare l'aumento dei prezzi delle materie prime. Come, per esempio, il prezzo della semente che è aumentato di un +25-30% rispetto al 2023. Un insieme di fattori che influenzano poi la scelta delle aziende a continuare o meno la coltivazione della patata.
Dss e monitoraggio digitale per una coltivazione più efficiente
Anche per la patata l'utilizzo di sistemi di supporto decisionale (Dss) aiutano gli agricoltori ad ottimizzare le pratiche agricole, rendendo la coltivazione più efficiente e meno dispendiosa in termini di output esterni.
Ma che tipo di tecnologie utilizzano gli agricoltori per rendere la propria produzione il più precisa possibile?
"Per il monitoraggio dei campi utilizziamo centraline e sensori di umidità forniti da Xfarm" conclude Ricci.
"Per il monitoraggio in campagna utilizziamo il QdC® - Quaderno di Campagna® con un tecnico che segue tutti i nostri soci. Stiamo inoltre valutando di monitorare anche la reale necessità irrigua delle piante tramite sensori e satelliti, siamo al momento ai primi approcci per queste tecnologie" conclude Quattrin.
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