È possibile difendere le colture stimolandone la risposta immunitaria in modo naturale e senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi? Sì, e la risposta arriva dall'alto o meglio dal sole, fonte di energia ma anche di raggi UV.

 

I raggi UV-C in particolare, svolgono un'importante azione germicida e di stimolazione immunitaria. Da qui nasce l'idea della startup francese UVBoosting: realizzare uno strumento che possa applicare in locale una radiazione ultravioletta controllata in grado di stimolare le piante ad incrementare le proprie difese immunitarie contro possibili stress abiotici e non.

 

Ne abbiamo parlato con Corrado Puppo, technical sales manager di UVBoosting per l'Italia, che abbiamo incontrato in occasione di Eima International 2024.

 

Esposta a Eima 2024 la nuova attrezzatura da frutteto di UVBosting 

Esposta a Eima 2024 la nuova attrezzatura da frutteto di UVBosting

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

UVBoosting la difesa è preventiva

"UVBoosting è una tecnologia innovativa che consente agli agricoltori di rinforzare le difese naturali delle piante contro l'aggressione degli organismi patogeni e contro gli stress abiotici" spiega Puppo. "Il prodotto è sicuramente molto efficace nel ridurre l'incidenza delle malattie fungine e anche nel fornire degli incrementi di resa"

 

Nel contesto vitivinicolo e frutticolo italiano, sempre più attento all'impatto ambientale dei prodotti fitosanitari e al loro costo in aumento, la possibilità di ridurre gli stress raggiungendo anche ottimi risultati produttivi, si dimostra un approccio vincente. 

 

Il meccanismo è semplice: con una serie di stimolazioni tramite raggi UV-C, effettuate come prevenzione durante la stagione colturale, le piante vengono positivamente stimolate e le loro difese potenziate. Il tutto avviene grazie a una speciale attrezzatura dotata di pannelli con lampade a mercurio progettata e sviluppata da UVBoosting.

 

Dettaglio delle lampade a mercurio fonte dei raggi UV-C di UVBoosting

Dettaglio delle lampade a mercurio fonte dei raggi UV-C di UVBoosting

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

"Utilizzando una luce pulsata composta da raggi ultravioletti di tipo C, inganniamo la pianta e le facciamo credere di essere sotto attacco, ma la luce non crea nessun danno. La pianta reagisce incrementando la produzione di acido salicilico e si irrobustisce potenziando le sue difese naturali" racconta Puppo.

 

I raggi UV arrivano anche in frutteto

L'Azienda che ha già presentato in Italia una soluzione per il mondo del vigneto, in occasione di Eima 2024 ha annunciato per il 2025 l'ingresso sul mercato italiano - grazie al supporto della rete vendita del Gruppo Kubota - anche di un'attrezzatura destinata al mondo della frutticoltura.

 

"Il prodotto esposto in anteprima a Eima è destinato all'uso in frutteto e, in particolar modo, per il melo in impianti allevati a spalliera con un'altezza media delle piante dai 2,5 ai 3 metri" aggiunge Puppo.

 

Rispetto alle 2 versioni pensate per l'uso viticolo utili al trattamento di uno o due filari (versione scavallante), la soluzione da frutteto è dotata di due pannelli per ciascun lato dell'attrezzo, così da coprire l'intera superficie vegetale e garantire una resistenza sistemica a tutto l'apparato fogliare.

 

Dimostrazione in meleto del funzionamento dell'attrezzo per il trattamento con raggi UV-C di UVBoosting

 

Nessun limite per i raggi UV-C

"Non vi sono particolari limitazioni operative - spiega Puppo - sia sul momento della giornata in cui effettuare il trattamento che può essere fatto di giorno e di notte senza alcun problema, sia per il periodo anche se il protocollo ottimale per l'applicazione dei raggi UV-C prevede stimolazioni effettuate nella prima parte della stagione, ad esempio in fase di fioritura sul melo".

 

Le esperienze maturate da UVBosting in campo in Francia, dove sono in azione già un centinaio di macchinari, e le prove condotte in Italia. hanno mostrato come, spiega Puppo, "siano sufficienti 3-4 stimolazioni ogni 15-20 giorni per allenare la pianta a reagire in maniera efficace agli stress abiotici successivi, come ad esempio i fenomeni di siccità estivi".

 

"Verso la fase di raccolta, le stimolazioni UV-C saranno terminate ma la pianta risulterà più pronta e allenata nell'affrontare i mesi più caldi e siccitosi rispetto a una pianta non trattata" aggiunge Puppo.

 

L'attrezzatura di UVBoosting utilizza una luce ultravioletta pulsata per sviluppare le difese naturali delle piante

L'attrezzatura di UVBoosting utilizza una luce ultravioletta pulsata per sviluppare le difese naturali delle piante

(Fonte foto: UVBoosting)

 

Ulteriore punto di forza è il contrasto delle malattie fungine. I raggi UV penetrano nelle foglie garantendo un'ottima efficacia del trattamento anche in caso di foglie bagnate. "A differenza dei normali trattamenti fitosanitari, si può trattare a breve distanza da un evento piovoso riducendo l'incidenza delle malattie fungine come la peronospora sulla vite e la ticchiolatura nel caso del melo" sottolinea Puppo.

 

Ne consegue una possibile riduzione del numero dei trattamenti preventivi con prodotti fungicidi e un minor rischio di dilavamento degli stessi. A fine stagione questo va a impattare positivamente non solo le produzioni ma anche il portafoglio dell’agricoltore.

 

UVBoosting una macchia sviluppata ad hoc

Operativamente parlando per ottenere un risultato ottimale con i raggi UV, l'attrezzo di UVBosting deve essere condotto a una velocità media di circa 4 chilometri orari e a una distanza massima di circa 30 centimetri - che può scendere fino a 5 centimetri senza danneggiare le foglie - dalla copertura vegetale lungo il filare. L'attrezzo consente anche di regolare idraulicamente la posizione dei pannelli, sia verticalmente sia orizzontalmente.

 

Massima estensione orizzontale e verticale dei doppi pannelli laterali della soluzione di UVBoosting

Massima estensione orizzontale e verticale dei doppi pannelli laterali della soluzione di UVBoosting

(Fonte foto: UVBoosting)

 

"La velocità di trattamento è stata studiata per garantire la corretta intensità luminosa e la massima efficacia" prosegue Puppo. "Poter muovere i pannelli lateralmente e verticalmente consente di adattare il trattamento alla forma di allevamento e allo stato di crescita delle piante garantendo un utilizzo su tutte le varietà presenti in azienda".

 

L'alimentazione è fornita da un generatore alimentato dalla prese di potenza del trattore. Il ridotto assorbimento di potenza rende l'attrezzo compatibile con trattori specializzati a partire dai 50 cavalli.

 

Infine, lato manutenzione, pochi sono gli interventi necessari. In caso di rottura delle lampade a mercurio, fonti dei raggi UV-C, la loro sostituzione immediata non è necessaria. Le lampade hanno un'autonomia dichiarata di più di 10mila ore ciascuna così da garantire la copertura di più stagioni.

 

L’attrezzatura di UVBoosting è facilmente impiegabile con trattori specializzati grazie alla ridotta richiesta di potenza

L’attrezzatura di UVBoosting è facilmente impiegabile con trattori specializzati grazie alla ridotta richiesta di potenza

(Fonte foto: UVBoosting)

 

"In caso di rottura di poche lampade per ogni pannello, l'efficienza del trattamento non ne risente. Ciò permette di completare il trattamento e anche la stagione, senza incorrere in tempi di fermo macchina per aspettare i pezzi di ricambio" ci spiega Puppo.

 

I risultati sul campo

Se in Francia il prodotto è sul mercato dal 2017, in Italia si è sviluppato più di recente, ma sono già stati raccolti diversi risultati agronomici forniti dalle aziende che hanno utilizzato la soluzione di UVBoosting.

 

"Sia i dati sull'incidenza di malattia rilevati dai centri di saggio che quelli sugli incrementi di resa ottenuti, sono molto positivi. Ad esempio a livello di resa, le aziende che hanno utilizzato il macchinario su alcuni filari, in fase di vendemmia di queste parcelle hanno registrato un aumento medio delle produzioni del 5-15%" annuncia Puppo.

 

Nei frutteti la sperimentazione è più recente ed è in atto da un paio d'anni, ma i risultati ottenuti in Francia mostrano una riduzione dell'incidenza delle malattie nelle mele fino al 50%, che ha portato a un incremento della resa del 10% e a un aumento del calibro dei frutti del 5%. "Da quest'anno anche in Italia è partita una prima sperimentazione con un macchinario pre serie per il meleto ed entro fine anno avremo i risultati completi" prosegue Puppo.

 

In campo in Francia da diversi anni nel 2025 arriva anche in Italia il modello UVBoosting pensato per la frutticoltura

In campo in Francia da diversi anni nel 2025 arriva anche in Italia il modello UVBoosting pensato per la frutticoltura

(Fonte foto: AgroNotizie)

 

"Con l'introduzione di una versione per il frutteto, l'obiettivo di UVBoosting è diffondere la nostra tecnologia a livello di pratica agronomica da inserire in un'ottica di miglioramento delle redditività delle aziende agricole, per contrastare i cambiamenti climatici e trovare una risposta alle regolamentazioni sui prodotti agrochimici sempre più ristrette" conclude Puppo.

 

Dopo Eima 2024 il nuovo modello per il frutteto di UVBoosting sarà in mostra dal 21 al 23 novembre a Interpoma, la fiera dedicata alla coltivazione, conservazione e commercializzazione della mela in scena a Bolzano.

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