Analisi
L’aria molto fredda proveniente dalle più basse latitudini nordiche è riuscita a farci vivere giornate dal sapore del tutto invernale. Per chi ha avuto la possibilità di visitare i numerosi siti di webcam alpine, ha potuto certamente notare la prima comparsa della 'dama bianca', soprannome molto diffuso attribuito alle precipitazioni dal carattere nevoso fra i meteo-appassionati.

La neve ha visto accumuli moderati dai 1200-1300 metri di altitudine sulle Alpi ed Appennini settentrionali, ma fiocchi coreografici si sono visti fin a quota 1000 nelle precipitazioni più intense.

Evoluzione
La bassa pressione transitata dalle regioni settentrionali a quelle centro-meridionali, è stata in grado d'innescare un vortice perturbato sui mari meridionali, attivando instabilità a carattere principalmente temporalesco.
L’aria molto fredda continentale destinata a scorrere sulle acque piuttosto calde del Mediterraneo centrale, instaura elevati contrasti termici in grado di alimentare estese ed imponenti nubi torreggianti, capaci in prossimità della terra ferma di scaricare elevate precipitazioni anche a carattere torrenziale.

La goccia fredda, nominata cosi una ciclogenesi ricca di aria ghiacciata e molto umida, è destinata ad esaurirsi con il passare del tempo, poiché non più alimentata dalle masse d’aria d’estrazione scandinava, per la rottura del cordone di collegamento causato dall’inserimento sull’Europa Centrale di un corridoio più stabile e dai geopotenziali più elevati.

Attesi quindi quantitativi precipitativi rilevanti sulle regioni del Sud, occhi già puntati dalla protezione civile sulle zone della Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia ed in particolare del messinese, non solo per l'alluvione di un anno fa, ma per le importanti precipitazioni già cadute nella scorsa settimana.

A parte il ginepraio perturbato sui mari del Mediterraneo, è sempre la circolazione artica a recitare il ruolo da protagonista sul Nord Europa: l'anticiclone delle Azzorre manterrà ancora per qualche giorno ben saldo un canale meridiano verso nord, in direzione della Groenlandia, che sta incentivando una nuova discesa artica, attualmente in avvicinamento alla Scozia ed ai fiordi norvegesi, destinata a spazzare via il flebile cordone protettivo ora esteso fino sull’Est europeo.

Le condizioni meteo subiranno quindi - nelle giornate di martedì e mercoledì - un forte peggioramento che si protrarrà peraltro per gran parte della settimana in corso, a causa dell'ulteriore intensificazione del nocciolo artico isolato sui nostri mari.

Sul Nord Italia, al contrario, le condizioni meteo registreranno un graduale miglioramento ed il cielo sereno si alternerà con una parziale innocua nuvolosità, sospinta dalla perturbazione presente al Sud. Gli effetti del raffreddamento sulle regioni settentrionali andranno a consolidarsi soprattutto nelle ore notturne, ove la temperatura potrebbe scendere sensibilmente e mantenere efficacemente la neve alle quote più alte.

Tendenza
Una volta esaurita la pesante ondata di maltempo che flagellerà nuovamente il centro-sud Italia, tenderà a consolidarsi un afflusso d’aria prettamente settentrionale, ma la parziale protezione dell’anticiclone ora sull’oceano Atlantico, eviterà l’eventuale infiltrazione di ondulazioni instabili.

Allungando uno sguardo sul lungo periodo, è del tutto confermata l’interpretazione del modello previsionale NASA a lungo termine, illustrato brevemente nel precedente articolo settimanale ove si menzionava un prossimo inverno assai rigido, essendo previsto un perdurare della configurazione barica che si verrà a creare nei prossimi giorni, apportando condizioni meteorologiche fredde e ventose, ma non ricche di eventi precipitativi di rilievo ad esclusione delle aree alpine di confine.