È ufficialmente partito in questi giorni in progetto di ricerca Advagromed, un nome un po' complesso che in inglese sta per "Advanced agroecological approaches based on the integration of insect farming with local field practices in Meterranean countries"cioè: approcci agroecologici avanzati basati sull'integrazione dell'allevamento di insetti con le pratiche agricole locali nei paesi del Mediterraneo.

 

Si tratta di un progetto internazionale che come dice il nome si occuperà di valutare le potenzialità dell'allevamento di insetti su scarti di produzioni vegetali per farne alimenti zootecnici e ammendanti organici.

 

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Per farci spiegare nel dettaglio di cosa si tratta abbiamo intervistato la professoressa Laura Gasco dell'Università di Torino che coordinerà il progetto.

 

Professoressa cosa verrà fatto in questo progetto?

"Il progetto Advagromed si fonda sulle basi dell'agroecologia e ha per obiettivo l'introduzione di pratiche di allevamento e coltivazione sostenibili.

 

È un progetto che vede la diretta applicazione del principio di economia circolare, in quanto scarti derivati dall'agricoltura o da processi agroalimentari saranno utilizzati come substrato per l'allevamento di larve di insetti (la mosca soldato - Hermetia illucens e la camola della farina - Tenebrio molitor). Le larve, ricche di nutrienti, saranno distribuite vive come alimento per razze avicole locali. Infine, il substrato digerito dalle larve, ricco di azoto, fosforo e potassio, verrà utilizzato come ammendante del terreno in aggiunta alla pollina".

 

Chi partecipa al progetto oltre all'Università di Torino?
"Il progetto vede il coinvolgimento di 7 partner appartenenti a 6 diversi paesi. In Italia, oltre all'Università degli Studi di Torino (che vede la partecipazione di ricercatori afferenti al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) e al Dipartimento di Scienze Veterinarie (Dsv) abbiamo il Consiglio Nazionale delle Ricerche con l'Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari (Ispa) di Bari e Torino.

 

Vi è poi il coinvolgimento di università e istituti di 5 stati esteri: Università di Thessaly (Grecia), Università di Sultan Moulay Slimane (Marocco), Servicio Regional de Investigación y Desarrollo Agroalimentario (Spagna), Deutsches Institut für Lebensmitteltechnik e.V. (Germania) e Ingredient Odyssey Lda (Portogallo)".

 

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La professoressa Luara Gasco dell'Università di Torino


Che insetti verranno allevati e su che tipo di residui vegetali?
"Nel corso del progetto, saranno allevate 2 specie: la mosca soldato (Hermetia illucens) allevata in Portogallo (e utilizzata in Spagna) e Marocco, e la camola della farina (Tenebrio molitor), allevata in Italia e Grecia.

 

I substrati utilizzati sono molteplici, tutti di provenienza locale e in accordo con la normativa vigente. Il WP2 del progetto, che è quello dedicato all'allevamento degli insetti, prevede un censimento e un'analisi di tutti i possibili scarti a livello territoriale nei diversi paesi coinvolti nell'allevamento.


Ad esempio, per l'allevamento di Tenebrio molitor che andremo a fare all'Università di Torino, al momento sono stati individuati: crusca, cruschello, farinaccio e tritello, riso (lolla e pula), caffè (pellicola argentea) e barbabietola da zucchero (borlanda e terre filtranti). Per la parte umida della dieta, utilizzeremo lo scarto di lavorazione di una azienda agroalimentare del territorio che produce verdure per la grande distribuzione e delle trebbie".

 

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Che tipo di mangimi e di ammendanti pensate di poter ottenere?
"Per l'alimentazione degli avicoli, utilizzeremo le larve vive. Prevediamo la somministrazione di 3 diverse diete: un controllo, dove sarà distribuito unicamente l'alimento commerciale, e 2 diete dove una quota dell'alimento commerciale sarà sostituita con 2 livelli di larve vivi.

 

Per quanto riguarda la parte di fertilizzazione, le prove utilizzeranno sia i frass (le deiezioni degli insetti) provenienti dall'allevamento di insetti che la pollina derivata dall'allevamento degli avicoli. I frass di Hermetia illucens saranno valorizzati in Spagna e Marocco, mentre quelli di Tenebrio molitor in Italia e Grecia".

 

L'obiettivo è quello di arrivare a delle biofabbriche specializzate per la produzione di insetti o di realizzare sistemi usabili anche all'interno di una azienda agricola, nell'ottica di una economia circolare interna?
"L'obiettivo è l'introduzione di pratiche di allevamento e coltivazione sostenibili. Entrambi i modelli (biofabbriche specializzate per la produzione di insetti o sistemi usabili anche all'interno di una azienda agricola) potrebbero funzionare. Ovviamente, nel rispetto della legislazione vigente nei diversi paesi".

 

Dal punto di vista normativo, sarebbe già possibile usare gli insetti o i loro derivati per l'alimentazione animale?
"Certamente! Dopo aver autorizzato nel 2017 l'uso delle proteine animali trasformate derivate dagli insetti per l'acquacoltura, la Commissione Europea lo scorso anno ha dato il semaforo verde anche per il loro impiego nell'alimentazione degli avicoli e dei suini. Anche le larve vive sono autorizzate a livello Ue, anche se in questo caso, ogni paese può decidere di essere più restrittivo.


Per quanto attiene l'impiego dei frass da insetto, recentemente l'Unione Europea ha definito la loro composizione e le procedure da realizzare per poterlo utilizzare.

 

Per maggiori informazioni sulla parte di legislazione degli insetti (allevamento insetti, uso insetti in alimentazione animale e uso dei frass come fertilizzanti), consiglio di visitare il sito dell'Ipiff, la piattaforma internazionale per la promozione dell'uso degli insetti come cibo e mangimi, che è sempre molto aggiornato.

 

Altri riferimenti normativi sono il Regolamento (Ue) 2021/1372 della Commissione del 17 agosto 2021 che modifica l'allegato IV del Regolamento (Ce) n. 999/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda il divieto di somministrazione di proteine animali agli animali d'allevamento non ruminanti diversi dagli animali da pelliccia, pubblicato anche nella Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea L.295/1".