Il contrasto termico sempre più cospicuo tra il centro nord Europa ed il Mediterraneo è il primo elemento che fa pensare all'imminente fine della stagione invernale, o meglio, viste le temperature fuori stagione, "non invernale".

Il punto della situazione 
Una perturbazione ha attraversato parte della Penisola generando vivaci condizioni di maltempo sulle Regioni settentrionali. Il fronte perturbato ha coinvolto soprattutto Lombardia, Emilia e settori orientali in genere, più ai margini del sistema invece le occidentali.
Si contano accumuli pluviometrici intorno ai 30-40 millimetri sulla pedemontana veneta e sulle Prealpi Carniche. Accumuli inferiori in Lombardia con fenomeni più deboli sulle zone alpine, sporadici o del tutto assenti sulle aree più settentrionali di confine. La neve è tornata anche a quote collinari, intorno ai 400 - 600 metri tra Trentino, Veneto e Friuli, a tratti fin sui fondovalle tra Carnia e Valsugana durante i fenomeni più intensi. Il manto nevoso sulle Alpi oscilla tra i 25-30 centimetri a 900 metri, con punte di 40 centimetri oltre i 1500 metri sulle Alpi Carniche.
Non è stata risparmiata dal maltempo neanche l'Emilia Romagna, ove abbondanti quantitativi di pioggia hanno interessato Piacentino e Reggiano, con accumuli localmente fino a 50 mm sulle aree pedecollinari. Nel contesto non è mancata naturalmente la neve sull’Appennino, con fiocchi dai 300 metri sul settore più occidentale, fino ad arrivare ai 70-80 cm di neve fresca sul comprensorio sciistico del Monte Cimone

Analisi 
L’attuale assetto barico europeo porta a scenari piuttosto dinamici. Come già accennato si tratta di un primo segnale di fine stagione, quando l’aria più mite inizia a premere sui confini meridionali.
Un primissimo assaggio arriverà difatti nel weekend, quando una breve ma ficcante tregua anticiclonica subtropicale si avvicinerà nel Mediterraneo centrale, grazie all'azione della lacuna barica nei pressi della Penisola Iberica. L'aumento termico sarà consistente soprattutto tra il 20 e il 22 febbraio.
Dall’analisi dei modelli previsionali emerge però una nuova parentesi vivacemente perturbata, innescata dalla formazione di un vortice sui mari italiani in prossimità della terza decade
Già da diversi run l’elaborazione europea Ecmwf sostiene la tesi del nuovo e incisivo affondo ciclonico nord-atlantico verso il 23 e 24 febbraio. 

Evoluzione nel dettaglio 
Sul finire della settimana è atteso quindi un cambio di circolazione indotto dall'isolamento di un'area depressionaria tra la Penisola Iberica, il Marocco ed il bacino occidentale del Mediterraneo. 
L’assetto barico in questione innescherà una rimonta dell'anticiclone sub-tropicale sull'Italia, con i massimi effetti nella giornata di domenica. Le Regioni che risentiranno maggiormente della scaldata saranno le centro-meridionali, ove per altro arriverà un brusco rialzo delle temperature
L'episodio avrà breve durata perché una perturbazione è già in agguato sui settori occidentali del Continente. Avrà il compito di mettere fine al dominio dell’alta pressione africana già nei primi giorni della prossima settimana. Le temperature caleranno e si riporteranno verso le medie stagionali ed il maltempo tornerà quindi protagonista.
La perturbazione opererà inoltre da apripista a nuovi impulsi via a via più freddi in discesa dal Nord Europa, marcando gli ultimi giorni di febbraio con freddo, piogge e neve.
Il trend sembra mantenersi con molta probabilità anche per l'inizio marzo, quando potrebbero verificarsi nuovi affondi freddi sul Mediterraneo, responsabili di un quadro meteorologico assolutamente a carattere invernale.

Questo articolo appartiene alle raccolte: