Il punto della situazione
Lo sfondamento dell'aria fredda dalle Alpi ha prodotto diverse celle temporalesche che hanno interessato nelle ultime ore molte aree del Nord e del Centro. Da un'atmosfera nebbiosa si è passati ad un cielo tempestoso, con raffiche di vento, fulmini, scrosci di pioggia e persino chicchi di grandine.
Poche le zone risparmiate, anche su Milano si è abbattuta un'improvvisa grandinata. I temporali invernali, per di più in questo periodo, sono una vera rarità e si sono verificati per effetto dell'improvvisa infiltrazione dell'aria fredda in quota, che ha generato contrasti esplosivi con l'aria molto mite e carica d'umidità dei bassi strati.
Il lungo periodo di caldo è finalmente finito. Le temperature negli ultimi giorni hanno infatti oltrepassato localmente la soglia dei 20 gradi ed il caldo è risultato davvero eccezionale in montagna.
Analisi
Questa irruzione fredda avrà perciò il merito di riportare un po' di normalità, anche se l'anticiclone tenterà di tanto in tanto di richiudere la breccia riconquistando l'Italia. La pressante azione del vortice nord-atlantico riuscirà però a spuntarla ed avrà la meglio nel fine settimana quando un peggioramento, il primo di una lunga serie, raggiungerà lo Stivale.
Nuove perturbazioni inizieranno poi a transitare a latitudini più basse sfruttando l'apertura della porta atlantica sul Mediterraneo e, l'anticiclone sarà pertanto costretto a battere in totale ritirata dall'Europa meridionale.
Non avrà però luogo un maltempo troppo marcato, perché verrà a mancare una ciclogenesi profonda sui mari italiani. Le piogge avranno modo di colpire il Settentrione, soprattutto le zone alpine, prealpine e la Liguria: in montagna finalmente tornerà a cadere in modo diffuso e copioso la neve a partire dai 1000 metri.
Ulteriori precipitazioni raggiungeranno anche i versanti tirrenici, più al riparo invece i settori adriatici ed il Sud. Sarà quindi un passaggio graduale e non netto, con un primo peggioramento tutto sommato modesto che avrà l’onore di aprire la pista a successivi assalti più corposi.
Evoluzione
Il maltempo evolverà quindi a più riprese, con brevi pause ove non mancheranno anche ampi spazi sereni. La vera rottura sopraggiungerà intorno al 10 febbraio, quando una ciclogenesi più strutturata, quindi capace di apportare un maggior quantitativo di precipitazioni, raggiungerà facilmente il Centro ed il Sud.
Il particolare assetto atmosferico attiverà anche un richiamo di aria più fredda, che regalerà alcune parentesi dal sapore decisamente invernale.
Tendenze per la terza decade di febbraio
L'Italia sarà marginalmente interessata da un regime di alta pressione che avrà i suoi massimi sui settori occidentali del continente, circa sulle Isole Britanniche. La circolazione atlantica e le sue perturbazioni saranno così deviate oltre il circolo polare artico per poi scendere sulla Russia con tempeste di neve.
Il Nord Italia sarà interessato principalmente dal regime anticiclonico europeo, per questo non saranno attese precipitazioni di rilievo. In tale contesto si avranno temperature nuovamente in aumento sulle alture, mentre in Val Padana le inversioni termiche attenueranno la scaldata.
Allo stesso tempo nel bacino occidentale del Mediterraneo si formeranno alcuni minimi depressionari che daranno dapprima genesi ad un peggioramento sulla Sardegna, in graduale estensione sul Mar Tirreno e poi al Sud Italia. I valori termici diminuiranno grazie all’attivazione di correnti settentrionali che riporteranno nevicate sulle regioni adriatiche e al Sud Italia sino alla bassa quota.
L’ulteriore elevazione del blocco anticiclonico fino alla Scandinavia favorirà un’intensificazione del flusso di aria relativamente fredda dalla Russia verso l’Italia, ma l'aria che giungerà non sarà però totalmente gelida, perché non proverrà direttamente dall'anticiclone siberiano che dovrebbe invece rimanere oltre gli Urali, in Siberia.