Paecilomyces fumosoroseus per il controllo di aleurodidi e tripidi in ambiente protetto
Sipcam Italia di Milano, Futureco Bioscience di Olerdola (Spagna) e Sesat di Santa Maria Capua Vetere (Ce) hanno presentato un lavoro con otto prove sperimentali relative a un nuovo agrofarmaco, registrato nel 2019, a base di Paecilomyces fumosoroseus ceppo FE 9901 ed utilizzato per la difesa di solanacee e cucurbitacee dai tripidi e dagli aleurodidi, in ambiente protetto.Sulla base della letteratura sino ad ora acquisita, si segnala che Paecilomyces fumosoroseus è un patogeno opportunista, ha abitudini saprofitarie, può vivere nel suolo, è selettivo nei confronti delle più importanti specie di parassitoidi e predatori e può agire su tutti gli stadi di sviluppo degli aleurodidi e dei tripidi, ma in particolare è stato attivo sugli stadi N1 e N4 (ninfa). Il prodotto non è miscibile con i fungicidi, che ne inibiscono l'azione, e deve essere conservato con particolari attenzioni: a temperatura ambiente sotto i 25°C si conserva per sei mesi, a temperature più elevate deve invece essere consumato entro 30 giorni, mentre a temperatura refrigerata (4-8 °C) si può conservare fino a 18 mesi.
Nelle tre prove condotte nei confronti di aleurodidi (Bemisia tabaci), target prioritario, su zucchino e pomodoro il nuovo agrofarmaco, a base di P. fumosoroseus, ha dimostrato con cinque applicazioni di avere un'efficacia del tutto comparabile con gli standard di riferimento (sali potassici di acidi grassi, azadiractina, spirotetramat e acetamiprid), dimostrando di avvantaggiarsi dell'impiego in combinazione con un bagnante.
Le cinque prove condotte su melanzana e melone nei confronti dei tripidi hanno complessivamente dimostrato che le quattro applicazioni condotte con il nuovo prodotto in valutazione sono state efficaci, si sono differenziate dal testimone non trattato e, tranne che in una prova, sono state in linea con gli standard di riferimento. Inoltre, dall'esperienze maturate nel corso delle prove si è evidenziato che Paecilomyces fumosoroseus non ha attività abbattente, ma deve essere impiegato preventivamente rispetto alla comparsa dei fitofagi target in modo da dare alle spore del fungo il tempo di germinare e colonizzare il corpo dell'insetto (48-72 ore).
Valutazione dell'efficacia di idrolato (Id) di Monarda didyma contro gli aleurodidi
Il Distal dell'Università di Bologna, il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio (Ra), l'Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr di Sesto Fiorentino (Fi) e un noto libero professionista hanno presentato un interessantissimo lavoro preliminare per valutare l'efficacia insetticida dell'Idrolato (Id) di Monarda didyma nei confronti degli adulti di aleurodidi su basilico, menta e fava in coltura protetta.Gli idrolati sono dei composti ottenuti dal processo di distillazione in corrente di vapore degli oli essenziali ed esercitano una certa attività antimicrobica per il loro alto contenuto di terpeni ossigenati ed altre molecole idrofiliche. Questo lavoro è stato impostato a seguito degli interessanti riscontri riportati in bibliografia sull'efficacia degli oli essenziali e degli Id su nematodi fitoparassiti e sugli insetti e in particolare sulle esperienze condotte dal Distal dell'Università di Bologna sull'utilizzo, in vitro e in vivo, di oli essenziali e di idrolato di Monarda didyma per il contrasto dello Pseudomonas syringae pv. Actinidiae.
L'Idrolato utilizzato nelle prove presentate è stato ottenuto nel 2018 attraverso la distillazione di M. didyma coltivata a Imola nei campi sperimentali del plesso serricolo Scarabelli dell'Università di Bologna, partendo da seme autoprodotto nel 2017.
Le tre prove presentate sono state condotte in serra nell'estate e nell'autunno 2018 e ripetute nell'estate 2019. L'idrolato di M. didyma è stato impiegato per valutare l'efficacia abbattente su adulti di aleurodidi a confronto con un testimone e formulati commerciali di olii di semi di arancio e laminarina. Nelle due prove del 2018, le performance ottenute dall'idrolato di M. didyma sono state molto buone e superiori agli standard di riferimento. Nella prova del 2019 l'idrolato non si è invece differenziato dal testimone.
Per questo sono state analizzate le composizioni della frazione volatile degli idrolati di M. didyma utilizzati nelle due annate; i risultati ottenuti hanno dimostrato che la composizione dell'Id utilizzato nel 2019 è molto meno ricca delle molecole a struttura terpenica del tridecano (linalolo, terpinen-4-olo, alfa-terpineolo, timolo e carvacrolo). Pur considerando il valore preliminare delle esperienze condotte, gli autori ritengono che l'idrolato di M. didyma abbia dimostrato una buona efficacia abbattente nei confronti degli aleurodidi in coltura protetta.
Allo stesso tempo evidenziano che si debba lavorare per superare la scarsa stabilità e conservabilità nel tempo di questi prodotti a base acquosa. Gli autori evidenziano inoltre che l'idrolato di M. didyma presenta aspetti economici ed ecologici-ambientali di sicuro interesse.
Queste alcune analisi sintetiche e soggettive, per una lettura più completa dei lavori si invita ad acquisire gli atti prendendo contatto direttamente con la segreteria organizzativa delle Giornate Fitopatologiche al seguente indirizzo email: giornatefitopatologiche@unibo.it.
L'edizione 2020 ha prodotto oltre 130 lavori raccolti in circa 1200 pagine.
In un'ottica di divulgazione, AgroNotizie ha riassunto i contenuti in un ciclo di articoli dal nome "Difesa e diserbo, lo stato dell'arte" dedicati alla difesa dalle avversità animali, difesa dalle malattie, controllo delle infestanti e mezzi di difesa.
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Fonte: Agronotizie