Nella giornata di sabato 16 maggio è venuta a mancare Vincenzo Ossani, uno dei protagonisti della frutticoltura degli ultimi quarant'anni grazie alla sua attività di ricercatore ed innovatore sia in campo agronomico che varietale. Aveva 85 anni.

“Il veterinario - diceva Vincenzo Ossani - fatica a diagnosticare la malattia dell’animale, il medico ancora di più nell’essere umano, ma l’agronomo ha vita più facile nel capire il linguaggio della pianta. Perché la pianta è sincera e leale. Se essa dice che ha frutti grossi si vedono, se dice che ha foglie verdi si vedono, se dice che ha sete si vede, se dice che ha caldo si vede. Deve quindi essere l’uomo a capirne i segni ed i messaggi per poter evitare così che si arrivi alla manifestazione delle problematiche. Quindi non sono le sovvenzioni che daranno la possibilità di salvarsi ai produttori, ma saranno le tecniche colturali e le loro innovazioni. Dovremmo quindi dare una smussata alla nostra mentalità dato che troppe volte si sente dire "ma una volta si faceva così ed andava bene ed ora perché devo cambiare". Basti pensare alla Ferrari: se montasse ancora oggi gli stessi pezzi e le stesse gomme di 40 anni fa forse non sarebbe così competitiva e vincente”.

Ossani ha dedicato la sua vita all'insegnamento ed alla ricerca in ambito agricolo e varietale, soprattutto nell'ambito della ricerca su pesche, nettarine ed actinidia. E' stato professore all’Ipsa "Caldesi" di Persolino a Faenza (Ra).
Negli anni '70 ha costituito diverse delle più conosciute varietà di nettarine bianche quali Caldesi 2000, Caldesi 2010, Caldesi 2020. Negli anni '80 ha prodotto le nettarine del gruppo Silver, sia bianche che gialle. Nel 1984 iniziò un lavoro dedito a ricercare precocità ed autofertilità nelle piante di actinidia, attraverso l’incrocio di un maschio fertile e l’Hayward. Da quest'ultima attività nacque Summerfruit® Summer 3373*.

Ossani è rimasto attivo fino all'ultimo nel settore dell'innovazione varietale. Dal 2004 era impegnato in un programma di miglioramento genetico assieme a Daniele Neri, vivaista di Reda di Faenza (Ra), che aveva permesso d'individuare interessanti nuove varietà di pesche e nettarine commercializzate con il termine Romagna. Queste si contraddistinguono per l'inconfondibile sapore, la qualità e la rusticità. Il nome Romagna rappresentava un riconoscimento a quella terra cara ad Ossani che era stata culla della peschicoltura italiana e punto di riferimento per l'agricoltura mondiale.
 

Vincenzo Ossani riceve un riconoscimento alla carriera durante l'edizione 2009 del Fruitaly, tenutasi a Faenza (Ra)