Il Convegno peschicolo nazionale, organizzato dalla Camera di commercio di Ravenna con il supporto tecnico di Cso, ha dedicato la giornata di venerdì ad un tema tecnico molto importante e sentito dal mondo produttivo per le forti ricadute delle decisioni sui mezzi di difesa autorizzati sulla competitività dei prodotti. Nel corso della giornata è stato fatto il quadro dell’impiego degli agrofarmaci e le autorizzazioni eccezionali, nonché un excursus sui mezzi di difesa a disposizione con la produzione integrata in Emilia Romagna, per poi passare ad esaminare la ricaduta della questione dei fitofarmaci sul mondo produttivo, vedendo due casi emblematici come Italia e Spagna.
Cesare Petricca, rappresentante del Mipaaf ha fatto un quadro sulle disposizioni legislative vigenti con un focus molto approfondito sulle situazioni di emergenza fitosanitaria disciplinate dall’art. 53 del reg. Ce 1107/2009. Nell’esaminare la procedura, ne è stata sottolineata la complessità, tanto che per le autorizzazioni è richiesto il parere di ben tre diversi ministeri (Salute, Ambiente e Agricoltura).

Tiziano Galassi, del Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna ha posto l’accento sulla produzione integrata, dove l’Emilia Romagna è leader europea. Dal 1° gennaio 2014 la difesa integrata è diventata obbligatoria su tutto il territorio nazionale, pur esistendo parallelamente anche quella volontaria. Nel suo intervento Galassi ha sottolineato, come dopo la revisione comunitaria, pur essendo stati esclusi molti principi attivi, in realtà per la produzione integrata considerati i nuovi prodotti sostitutivi, il bilancio complessivo rimane positivo. Con particolare attenzione al pesco sono state sottolineate le difficoltà crescenti nell’ambito della difesa dovute al fusicocco, monilia, cicaline, sharka.
Joachin Gomez, rappresentante  del mondo produttivo spagnolo ha sottolineato come gli agrofarmaci giochino un ruolo fondamentale per i produttori. Infatti anche in Spagna si riscontra una sostanziale lentezza nelle registrazioni di prodotti necessari e una mancata armonizzazione con gli altri Paesi europei (muto riconoscimento). A ciò si aggiunga che le principali catene distributive chiedono forniture di prodotto con limiti di residui ben inferiori a quelli stabiliti per legge dalla Commissione europea.

Davide Vernocchi in rappresentanza del mondo produttivo italiano ha puntato l’attenzione sulla necessità crescente di facilitare i canali di export, anche con usi eccezionali di prodotti post-raccolta sempre più indispensabili per assicurare un prodotto con una buona conservazione e una buona qualità, anche a distanza di mesi, considerato soprattutto il fatto che i Paesi extraeuropei fanno uso di queste sostanze e ne vedono i tangibili vantaggi. Un esempio positivo è stata la concessione d’uso eccezionale di fluidioxonil su susine pesche e nettarine che ha permesso una maggior conservazione dei prodotti. Invece, non è stato così con l’Etossichina che ci vede in netto svantaggio con gli altri Paesi competitor che possono paradossalmente esportare in Italia prodotti trattati con la sostanza attiva.