La necessità di migliorare le caratteristiche della fragola e l'approccio alla fragolicoltura ha spinto istituzioni e privati ad attivare importanti programmi di breeding che individuassero nuove varietà. Dal 1980 questa attività è risultata sempre più intensa portando al coinvolgimento di 40 paesi di cui 35 hanno diffuso nuove varietà (Mourgues et al., 2000). Complessivamente sono state costituite 750 varietà appartenenti principalmente alla specie Fragaria x ananassa ed in minima parte appartenenti alla tipologia decaploide, Fragaria x potentilla e Fragaria vesca.

I principali programmi di miglioramento genetico sono concentrati in America del nord (35 programmi di cui 13 privati), nell'Ue (34 programmi di cui 16 privati), nei paesi europei extracomunitari (17 programmi di cui 2 privati) ed in Asia (19 programmi di cui 1 privato). In totale si contano 79 programmi pubblici e 32 privati.

Dalla metà degli anni '90 in poi la quantità di varietà prodotte è raddoppiata rispetto ai 15 anni precedenti. Il motivo è da ricercarsi nell'intensa attività di miglioramento genetico dei costitutori privati che fino a quel momento erano rimasti dormienti a dispetto delle istituzioni pubbliche. Diversi programmi di miglioramento genetico hanno avuto un forte successo nelle ultime due decadi. La loro attività ha permesso la diffusione di varietà dotate di grande adattabilità a diversi ambienti e pienamente soddisfacenti per produttori e consumatori nelle varie parti del mondo. A titolo d'esempio basti pensare al programma dell'Università della California (UC) che ha permesso di ottenere tante varietà di successo come Camarosa, Chandler, Seascape e Pajaro. Insieme le varietà dell'UC rappresentano più del 50% della superficie oggi coltivata nel mondo (Larson, 2000). I programmi privati di miglioramento genetico hanno avuto sempre più slancio. Questi programmi mirano a finanziarsi con le royaltes assicurate dai brevetti. La strategia dell'autofinanziamento si sta sempre più diffondendo sia nell'ambito privato sia nel pubblico. Uno dei principali programmi privati è quello della California Strawberry Associates che ha portato alla diffusione di un notevole numero di varietà ad esclusivo beneficio dei produttori associati. In Europa le tre principali aziende che producono interessanti programmi sono il CIV (Italia), Società Civile Darbonne (Francia) e Planasa (Spagna) che hanno ottenuto cultivar di notevole successo sia in Italia che in Europa. Altri costitutori privati hanno registrato risultati positivi: Marionett (Francia), Vinson & Limited (Gran Bretagna) e New Fruits (Italia).

 

Il progetto liste di orientamento varietale

L'Italia presenta un ruolo di primo piano in quest'attività di breeding grazie anche alla tradizionale importanza della fragola nel nostro paese. All'interno di questo contesto si pone perfettamente il progetto di orientamento varietale in frutticoltura attivato nel 1993 dal Cra, Centro Ricerche per la frutticoltura (Roma) e dal Mipaaf con la finalità di valutare quanto era stato sviluppato fino a quel momento e quanto sarebbe stato successivamente prodotto. Dal 1993, anno d'inizio del progetto, ad oggi sono state valutate dallo stesso progetto circa 250 cultivar di cui 30 hanno avuto esito positivo e sono attualmente inserite in lista, 40 hanno avuto esito positivo e sono state inserite in lista e poi eliminate e 180 hanno invece avuto un esito negativo immediato e quindi scartate.

 

Le magnifiche 31

Per quanto riguarda gli ambienti meridionali le varietà inserite in lista attualmente sono Camarosa*, Candonga®Placartfre*, Naiad®Civl35*, Tethis*, Tudla®Milsei* e Ventana*. Tra quelle adatte agli ambienti settentrionali le varietà inserite in lista sono Adria, Alba, Arosa, Asia, Clery, Darselect, Dora, Eva, Gemma, Idea, Irma, Onda, Patty, Queen Elisa, Record, Roxana, Sugar Lia e Sveva. Tra le rifiorenti abbiamo invece Albino, Charlotte, Diamante, Elsinore, Evie 2 ed Irma.

 

Evoluzione varietale

Analizzando le diverse aree di principale coltivazione in Italia vediamo come il panorama varietale sia notevolmente cambiato facendo sì che alcune cultivar di vecchia tipologia lasciassero il posto a nuove e più innovative.

Per quanto riguarda la superficie investita a fragola nel nostro territorio, ad oggi la Campania presenta 809 ha coltivati, il Veneto 656 ha, la Basilicata 419 ha, l'Emilia-Romagna 371 ha, la Sicilia 293 ha, la Calabria 260 ha, il Trentino 240 ha ed il Piemonte 163 ha. 

In Campania (zona Battipaglia) nel 1990 le principali varietà coltivate erano la Chandler e la Pajaro per passare nel 2000 alla Camarosa ed alla Pajaro, per ulteriormente cambiare nel 2007 in Camarosa, Candonga e Ventana. Nel Veneto (zona Verona) nel 1990 le varietà coltivate erano Addie, Elsanta e Tudla per passare nel 2000 a Marmolada, Elsanta e Tudla fino al 2007 con Eva, Irma, Patty e Roxana. In Basilicata (zona Metaponto) nel 1990 le varietà erano Chandler e Pajaro, nel 2000 Pajaro, Paros e Tudla e nel 2007 Candonga, Camarosa, Ventana e Tethis. In Emilia-Romagna (zona Cesena) nel 1990 erano presenti Addie e dana, nel 2000 Marmolada, Idea e Miss e nel 2007 Alba, Onda e Roxana. In Piemonte (zona Cuneo) nel 1990 le varietà coltivate erano Dana e Regina, nel 2000 Marmolada e Miss e nel 2007 Alba, Arosa e Roxana. 

 

Obiettivi del miglioramento genetico

Tutti i programmi di miglioramento dipendono dall'ereditabilità dei caratteri oggetto di selezione e dalle informazioni sulla "performance" agronomica dei parentali (Meulenbroek et al., 1997). Inoltre hanno in comune obiettivi generali come fiore perfetto, produzione elevata, buon equilibrio vegeto-produttivo e resistenza a stess biotici ed abiotici delle piante. A questi si accompagnano obiettivi specifici che dipendono dalle condizioni climatiche o scopi particolari.

 

Tra questi obiettivi specifici si ricordano l'epoca di maturazione, la consistenza, la pezzatura, la qualità del frutto e la resistenza alle malattie.

Epoca di maturazione: Ampliamento del calendario di maturazione e raccolta verso periodi precoci e tardivi. Questo permetterebbe una diminuzione delle importazioni ed una migliore distribuzione della manodopera su un periodo di raccolta più lungo. In accompagnamento a questo aspetto molto interessante si pone l'estensione del periodo di differenziazione a fiore in primavera per ottenere una seconda fioritura dopo quella principale. Un altro carattere molto interessante è il giorno infracorto che permette la differenziazione fiorale con fotoperiodo medio-lungo e con temperature relativamente alte. Diversi studi hanno dimostrato come il periodo di raccolta è positivamente correlato col periodo di fioritura. Molti cloni mostrano una grande variabilità dell'intervallo fioritura-raccolta (Rosati et al., 1989). 

 

Pezzatura del frutto: Molti programmi hanno come obiettivo l'aumento della pezzatura per ottimizzare la produttività per pianta e diminuire i costi di produzione e raccolta. Questa tendenza verso l'aumento di pezzatura può però comportare in futuro qualche problema nella commercializzazione, soprattutto nel packaging. Di conseguenza l'aumento del peso è principalmente da ricercarsi non tanto con un aumento della pezzatura ma con il cambiamento della forma che dovrebbe diventare più allungata. 

 

Consistenza della polpa: Anche l'elevata consistenza della polpa e la scarsa suscettibilità ai patogeni sono caratteri molto ricercati che permettono di ottenere una buona conservazione del frutto sia in ambito qualitativo che d'integrità nella raccolta e nel trasporto.

 

Qualità del frutto: In molti paesi la qualità è stata considerata un elemento secondario a discapito d'altre caratteristiche come ad esempio la capacità produttiva e l'aspetto. Con il mutare delle esigenze e delle necessità legate soprattutto ai gusti del consumatore ed al mercato la qualità rappresenta un elemento d'enorme importanza, sempre più protagonista nei programmi di miglioramento genetico. Dolcezza, acidità ed aroma sono i principali componenti del gusto del frutto ed il loro equilibrio influenza l'apprezzamento del consumatore.

 

Resistenza alle malattie: Questo aspetto è diventato sempre più importante a seguito dei cambiamenti climatici e di eventi che hanno interessato varie aree fragolicole. Nel 2005 infatti è stato abolito il bromuro di metile per la fumigazione dei terreni agricoli nei paesi industrializzati. Per risolvere questo problema si sono attivate ricerche per individuare alternative soprattutto a basso impatto ambientale. Fra queste si annovera il miglioramento genetico, con l'individuazione di genotipi che presentano tolleranza alle fitopatie dell'apparato radicale. 

 

Considerazioni finali

(vedi anche La ricerca al servizio della qualità della fragola)

La fragola è sicuramente in grande espansione nel mondo grazie anche all'interesse primario che assume nell'intero comparto ortofrutticolo. Alcuni fattori comunque tendono a frenare l'interesse come ad esempio i rischi dovuti ai sempre maggiori costi di produzione a cui si affiancano prezzi di vendita e di conferimento piuttosto bassi. Altri fattori negativi sono legati alla disponibilità sempre più limitata di manodopera, all'invecchiamento degli addetti al lavoro, ad un limitato turnover aziendale ed alle scarse risorse idriche di molte aree meridionali. Le variazioni climatiche avvenute negli ultimi anni hanno portato alla riduzione di produzione e ad una qualità dei frutti scarsa.

Un aspetto di forte impatto che non può essere trascurato dal nostro paese è rappresentato dall'incremento di superficie investita a fragola in Germania (primo importatore di fragole dall'Italia), con l'aumento progressivo delle produzioni precoci che potrebbe portare alla diminuzione delle importazioni.

Questo fenomeno, insieme a quelli individuati in precedenza, crea i presupposti per un'involuzione fragolicola nei paesi definiti ad alto livello salariale. Inoltre in questo modo si continuerà a cercare un'espansione verso paesi a clima invernale più mite ma soprattutto con grande offerta di manodopera a basso costo (vedi ad esempio alcuni paesi emergenti). 

"La ricerca è stata in grado di manifestare una grande vitalità ma di contro esiste il rischio di un'eccessiva diffusione di varietà non all'altezza degli standard richiesti." sottolinea Faedi, direttore del Cra, Unità di ricerca per la frutticoltura (Forlì),  E' quindi importante individuare quali siano le reali necessità del mercato ed indirizzarsi su quelle senza cercare di percorrere strade alternative e dispendiose che creano confusione ed incertezza. L'attività del miglioramento genetico è quindi sempre di più finalizzata all'incremento della qualità del frutto per sostenere il mercato: consistenza, colore rosso brillante ed elevato grado zuccherino. Per cercare di ottenere produzioni elevate e di qualità si dovranno individuare e scegliere le varietà vincenti e contemporaneamente studiare quale sia la tecnica migliore di coltivazione.

 

A cura di Lorenzo Cricca

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