L'utilità e la necessità dei sistemi robotici all'interno del settore agricolo è ormai assodata, così come lo sono i limiti che ne ostacolano la diffusione.
Se da un lato la necessità di produrre di più con meno richiede un aumento dell'efficienza, una riduzione dei costi e la risoluzione del problema della manodopera, dall'altro costi ancora molto elevati, difficoltà operative e una normativa non ancora chiara, fanno dei robot agricoli un appannaggio ancora per pochi.
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Tuttavia, il numero di produttori e di soluzioni commercializzate sta aumentando e, come accaduto in passato - basti pensare all'introduzione delle prime trattrici a motore -, quello che oggi è costoso e poco diffuso un domani potrà essere alla portata di tutti o quasi.
Limiti o preconcetti?
Analizziamo sinteticamente i tre ostacoli all'adozione di robot in campo agricolo partendo da quello economico che rimane un vincolo non indifferente.
Per fare un robot servono due trattori (specializzati)
Una recente analisi del Dipartimento territorio e sistemi agro-forestali (Tesaf) dell'Università di Padova ha raccolto il prezzo di diverse soluzioni robotiche in base alla loro potenza fornendo un'interessante conclusione.
Secondo quanto analizzato da Marco Sozzi, ricercatore del Tesaf, il prezzo medio di un trattore specializzato (100 kW 0 135 cavalli) gravita intorno a 99 mila euro, per un generico robot equivalente per potenza il prezzo richiesto è di circa 243 mila euro. Quasi il 150% in più dello specializzato.
Rapporto tra potenza (kW) e prezzo dei principali robot attualmente in commercio suddivisi per forma di alimentazione
(Fonte foto: M. Sozzi - Unipd)
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Un robot per ogni campo o un robot per fare tutto?
Se per la riduzione dei costi d'investimento serve tempo e per ora poco si può fare, parlando di operatività il settore dei robot è migliorato notevolmente dai primi prototipi. Non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello funzionale: oggi ne esistono diverse tipologie, da quelli specializzati in una solo mansione ai robot tuttofare, i cosiddetti portattrezzi o multitasking.
Dall'analisi del database - sempre realizzato dal Tesaf - contenente 175 robot disponibili sul mercato (a livello globale), gran parte di questi sono di tipo multifunzione (19%), con o senza attacco a tre punti, o portattrezzi (16%). Mentre, tra gli specializzati troviamo in primis quelli per il diserbo meccanico (16%), seguiti dai robot per il monitoraggio (14%), la difesa (13%) e la raccolta (13%) di colture ad alto valore.
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Anche la normativa si muove
Non da ultimo, il framework legislativo - che fin'ora non prevede l'utilizzo di macchine senza la presenza di un operatore - è in una fase di transizione. Ad esempio, il nuovo regolamento macchine (2023/1230, in vigore dal 2027) sembra dare un nuovo indirizzo alla robotica chiarendo che la supervisione potrà avvenire anche da remoto e non con controllo "a vista" come avviene ora.
In Italia i robot agricoli sono una realtà
Questo fermento legislativo e operativo, si ripercuote anche sui mercati. Non a caso aumentano in Italia le soluzioni commercializzate, importate o made in Italy. di cui Fieragricola 2024 è stata una prima vetrina.
Rinaldin: robot AgXeed per le grandi aziende agricole
È il caso di AgXeed - società che conta tra i suoi azionisti anche due big del settore della meccanizzazione come Claas e Amazone - che da gennaio 2024 è ufficialmente commercializzata in Italia da Rinaldin Group che all'ultima edizione della Fiera di Verona, ha esposto ufficialmente i due robot del Brand olandese.
"Ad oggi abbiamo l'esclusiva su 4 regioni: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, ma attualmente siamo di fatto gli unici importatori in Italia" ci spiega Roberto Rinaldin, titolare della Rinaldin Group e attualmente presidente del Climmar.
Roberto Rinaldin, titolare della Rinaldin Group, davanti al primo robot AgXeed venduto in Italia
(Fonte foto: AgroNotizie)
AgXeed propone tre modelli di AgBot, di cui due già sul mercato, tutti portattrezzi e dotati di un generatore diesel che alimenta diversi motori elettrici per la trazione con ruote o cingoli ma anche l'alimentazione delle attrezzature connesse che può essere meccanica, idraulica o elettrica grazie alla presenza di connettori ad alta tensione da 700 Volt.
La versione cingolata da 156 cavalli - AgBot 5.115 T2 - è sovrapponibile a un trattore di media alta potenza ed è ideale per l'utilizzo in contesti di pieno campo. L'autonomia è garantita da un serbatoio equiparabile a quello di un trattore da ben 350 litri che garantisce un'autonomia di 14-15 ore.
La presenza di due sollevatori posteriori e anteriori con attacco tre punti, rispettivamente da 8 mila e 3 mila chili, di un impianto idraulico da 85 litri al minuto con 4 distributori e di una Pto elettrica fino a 100 chilowatt, consentono al robot di lavorare anche con attrezzature con dimensioni e masse generose.
L'ampiezza del cingolo può variare da 30 fino a 91 centimetri così come l'interasse che può essere regolato da 190 a 320 centimetri per arrivare ad una larghezza massima del robot di 3,5 metri. Un peso di 7.800 chili e la configurazione cingolata lo rendono adatto a terreni difficili e a una gran varietà di lavori agricoli.
"Questa versione è pensata per le aziende medio grandi che ricercano precisione estrema e un'ottimizzazione dei costi, a partire da quelli legati alla manodopera. Il robot va infatti ad eliminare i costi di esercizio. Ovviamente una macchina come questa, che ha un costo superiore del 30-40% rispetto ad un trattore da 200 cavalli, non si ammortizza in due minuti, ma nel lungo periodo ripaga sicuramente" aggiunge Rinaldin.
AgBot 5.115 T2 di AgXeed, robot cingolato compatto con attrezzatura posteriore Amazone esposto a Fieragricola 2024
(Fonte foto: AgroNotizie)
La versione a tre ruote da 75 cavalli - AgBot 2.055W3 - è più piccola e ideale per operazioni tra i filari o in spazi ristretti, come frutteti e vigneti. La sua configurazione offre una grande manovrabilità, grazie alla singola ruota pivottante anteriore e - a seconda del pneumatico montato - una larghezza massima compresa tra 1,38 e 1,71 metri.
È disponibile con le stesse dotazioni del modello da 156 cavalli ma ridotte: un solo caricatore posteriore da 2.500 chili, 3 distributori, una Pto da 55 chilowatt e un serbatoio da 170 litri. Può essere dotato di un serbatoio integrato per i trattamenti fitosanitari da 2 mila litri.
"Ulteriore vantaggio delle macchine autonome è la sicurezza. Oggi si parla di sicurezza intorno al robot, garantita in questo caso da un complesso sistema di sensori Lidar, ad ultrasuoni e radar, georecinzioni e paraurti sensibili, trascurando che con i robot vengono eliminati tutti i rischi che corre l'operatore nello stare sopra al trattore, non ultimo il rischio chimico" commenta Rinaldin.
AgBot 2.055W3 di AgXeed esposto a Fieragricola 2024 con serbatoio integrato per l'irrorazione
(Fonte foto: AgroNotizie)
In fase di avviamento al mercato, infine, troviamo la versione da 75 cavalli ma con quattro ruote (AgBot 2.055W4). Questa condivide le stesse caratteristiche di potenza della versione a tre ruote ma offre una stabilità e versatilità maggiori per un uso anche in pieno campo.
Arvatec: riferimento per la robotica italiana
Oltre a soluzioni per l'agricoltura di precisione, Arvatec commercializza quattro soluzioni robotiche: i più conosciuti FD20 di Farmdroid e Moondino - il primo per il diserbo e la semina in pieno campo e il secondo per il diserbo in risaia, entrambi dalla propulsione elettrica con ricarica solare - e, da poco meno di un anno, anche i robot della slovena Pek Automotive.
Il primo, Slopehelper è una piattaforma multiuso che, una volta collegata ad attrezzature interscambiabili, automatizza diverse operazioni in vigneti larghi e frutteti, dalla lavorazione del terreno, alla potatura, fino all'irrorazione e la raccolta.
Dotato di cingoli e alimentazione elettrica a bassa tensione (48V) il robot ha un'autonomia variabile dalle 8 alle 14 ore a seconda dell'uso. L'intelligenza artificiale, un innovativo sistema radar e il sistema Gnss, consentono a Slopehelper di operare, identificare e adattarsi alle differenti situazioni in campo.
Al precedente si aggiunge Agilehelper, novità di casa Pek pensata appositamente per il mondo vitivinicolo che richiede macchine di minor dimensioni per adattarsi a condizioni operative più estreme. Il robot mantenendo il carattere miltitasking del fratello maggiore ha dimensioni inferiori ma può operare fino a una pendenza massima di 42 gradi.
Più piccolo ed economico del maggiore Slopehelper, Agilehelper è l’ultimo robot di Pek commercializzato da Arvatec in Italia
(Fonte foto: AgroNotizie)
Dotato di un allestimento - per ora unico - che comprende un erpice rotante interceppo posteriore, una cimatrice centrale e un trinciasarmenti anteriore, esegue la trinciatura, il taglio dell'erba, l'erpicatura e il taglio dei rami in un solo passaggio. In fase di sviluppo un modulo atomizzatore alternativo per i trattamenti fitosanitari.
Un robot portaattrezzi made in italy
Non vi è propriamente un rivenditore terzo ufficiale - anche perché è costruito proprio in Italia - per il Robot RC 3075 di Black Shire. La collaborazione con i produttori di attrezzature Dragone e Pellenc (Volentieri Pellenc in Italia) ha portato a Fieragicola 2024 due esemplari di macchina autonoma del Brand piemontese collegati alle attrezzature dei due costruttori.
L'RC 3075 è equipaggiato con un motore termico Kubota da 75 cavalli che genera corrente elettrica a 780 Volt. L'elettricità è utilizzata per azionare due cingoli indipendenti Camso CTL SD e, tramite 3 prese, per alimentare le attrezzature elettriche collegate. Presente anche un impianto idraulico con per gli attrezzi tradizionali. RC 3075 offre un'autonomia elevata grazie a al serbatoio da 85 litri.
La presenza di due sollevatori, anteriore e posteriore, con attacco tre punti standard consente al robot di equipaggiare fino a due generiche attrezzature in contemporanea - tutte gestite dal software del robot - per svolgere differenti attività in frutteti larghi o vigneti.
Volentieri Pellenc espone a Fieragricola per la prima volta il Robot RC 3075 con due attrezzature per la viticoltura
(Fonte foto: AgroNotizie)
La sicurezza è garantita da sensori di sicurezza attivi (radar) e passivi (bumpers) certificati. I radar individuano eventuali corpi estranei nel raggio di 9 metri e riducono la velocità del robot fino all'arresto, mentre i bumpers bloccano istantaneamente il trattore in caso di urto. Il riavvio della macchina deve essere eseguito localmente in manuale.