L'agricoltura è in costante evoluzione e alla ricerca di soluzioni sostenibili e innovative per ridurre gli sprechi e massimizzare le risorse disponibili. Uno dei settori che ha fatto passi da gigante in questo senso è quello vitivinicolo.

 

Se dai tempi più remoti, il maiale è considerato dalla cultura contadina una grande risorsa per l'ampio utilizzo dei suoi scarti (del maiale non si butta via niente, dice un detto popolare), oggi possiamo dire la stessa cosa della vite. Di recente, anche i cosiddetti residui di potatura - in passato ben più considerati di oggi - stanno riemergendo come una risorsa preziosa che può essere sfruttata in modi sorprendenti e creativi.

 

Da rifiuto a co-prodotto: il potenziale nascosto nei residui di potatura

Quando si pensa alla potatura delle viti, la mente va naturalmente alla cura della pianta e alla produzione di uva di qualità. Tuttavia, la potatura produce ogni anno ingenti quantitativi di sarmenti di vite che, a oggi, non hanno una filiera ben definita per lo smaltimento.

 

In alcuni casi, la produzioni di ramaglie durante la potatura delle viti raggiunge volumi molto elevati

In alcuni casi, la produzioni di ramaglie durante la potatura delle viti raggiunge volumi molto elevati
(Fonte foto: Agres)

 

Spesso tutto ciò che rimane in campo viene eliminato come rifiuto, con conseguenti costi economici per lo smaltimento, oppure, ancora peggio, bruciato sul posto, con un notevole impatto ambientale che ha portato, in alcuni casi, al divieto di questa pratica. In alternativa, i residui possono essere lasciati a terra contribuendo al miglioramento della sostanza organica del suolo. Ma, anche qui, ci sono costi netti in termini di lavoro e consumo di carburante.

 

Ecco dove entra in gioco la nostra storia: gli scarti di potatura sono in realtà un vero e proprio tesoro nascosto.

 

Energia, compost e non solo

I sarmenti lasciati lungo i filari possono essere raccolti, valorizzati, anche dal punto di vista economico e, se raccolti e trasformati in pellet o cippato, essere impiegati come combustibile per la produzione di energia rinnovabile, termica o elettrica. Se adeguatamente trattati e in combinazione con le vinacce, possono essere usati come compost da riutilizzare nei vigneti (o in altri ambiti).

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Schema semplificato dell'approccio circolare di valorizzazione dei residui di potatura nelle aziende vitivinicole
Schema semplificato dell'approccio circolare di valorizzazione dei residui di potatura nelle aziende vitivinicole
(Fonte foto: AgroNotizie)
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Oltre ai precedenti usi, soprattutto nelle realtà più piccole e a diretto contatto con il pubblico, non bisogna dimenticare un'attività che nell'ultimo periodo sta riscuotendo sempre maggior successo. Le produzioni artigianali locali con materiali a km 0 sono ampiamente valorizzate e le ramaglie, possono essere trasformate in opere d'arte uniche, intrecciando cesti, creando decorazioni o persino modellando sculture.

 

Ma non è finita qui. L'attenzione alla sostenibilità dei materiali permea anche il settore edile, dove a partire dai sarmenti potati, alcuni ricercatori dell'Università di Melbourne (Australia) stanno sperimentando la creazione di materiali da costruzione ecologici. Dalle analisi, i pannelli edili prodotti mostrano un'ottima qualità grazie al basso contenuto di silice e minerali, caratteristiche peculiari del legno della vite. Ciò permette di avere pannelli più sottili perché caratterizzati da alto potere isolante.

 

Confronto tra un pannello di truciolato di vite (destra) e un tradizionale pannello di legno (sinistra)

Confronto tra un pannello di truciolato di vite (destra) e un tradizionale pannello di legno (sinistra)
(Fonte foto: Università di Melbourne)

 

Economia circolare: la coltura dello scarto

Le problematiche che hanno, negli anni, impedito di percorrere una di queste vie ad alto valore aggiunto sono varie: i quantitativi prodotti sono tanto elevati da essere un problema per la gestione del vigneto ma non abbastanza da giustificare l'uso di macchinari e processi non presenti nella routine del viticoltore. Come spesso capita, la soluzione vincente è adottare un approccio di filiera.

 

Specialmente per la valorizzazione energetica, numerosi progetti universitari e non, ne hanno confermato la fattibilità presentando esempi di filiere che prevedono la creazione di ballette di sarmenti - mediante speciali mini rotopresse da vigneto o semplici raccoglitori pick up - successivamente macinate e pellettizzate. Il pellet prodotto viene utilizzato come combustibile in appositi generatori e convertito in energia elettrica e calore

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Esempio di macchina per la raccolta meccanizzata dei residui di potatura tra i filari

 

In questo modo si può contribuire all'incremento dei profitti per i viticoltori. La riduzione dei costi di smaltimento e la generazione di reddito extra attraverso la vendita di prodotti derivati dagli scarti, possono migliorare la sostenibilità economica delle aziende vitivinicole.

 

Anche l'ambiente vuole la sua parte

Finora ci siamo concentrati solo su un aspetto economico, ma produrre energia degli scarti di potatura ha importanti ripercussioni sull'ambiente producendo una netta riduzione dei consumi di gasolio o altre fonti non rinnovabili all'interno del centro aziendale. 

 

La combustione a fini energetici genera a sua volta un residuo che, se trattato ulteriormente, può diventare un carbone vegetale (biochar) altamente poroso. Reintrodotto nel terreno, aiuta a trattenere nutrienti e acqua aumentando la produttività del vigneto e incorpora nel suolo una parte della CO2 atmosferica che la vite ha utilizzato in precedenza per formare i sarmenti. Si tratta proprio di carbon sequestration, processo chiave per ridurre l'impatto del cambiamento climatico

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Esempio di pellet (sopra) e biochar (sotto) ottenuti a partirà dagli scarti di potatura delle viti

Esempio di pellet (sopra) e biochar (sotto) ottenuti a partirà dagli scarti di potatura delle viti
(Fonte foto: Go Val.So.Vitis)

 

Non solo, con particolari processi di combustione, nel carbone vegetale viene immobilizzato anche il rame, presente nei sarmenti a causa dei trattamenti fungicidi eseguiti nei filari. In un'ottica di economia circolare e a rifiuti zero, è possibile pensare a un processo per il recupero e il riutilizzo del rame per nuovi interventi fitosanitari.  

 

Una strategia vincente per l'ambiente e l'economia

In un mondo sempre più attento alla sostenibilità, è importante riconoscere il potenziale degli scarti di potatura. Questi materiali, spesso trascurati, possono essere trasformati in una risorsa preziosa per l'agricoltura e l'industria. Il loro utilizzo non solo riduce gli sprechi, ma può anche aprire nuove opportunità commerciali.

 

Con una prospettiva innovativa e una mente aperta, l'industria vitivinicola può contribuire a rendere il mondo un posto migliore, un grappolo d'uva alla volta.

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