Eima International 2022 (Bologna, 9-13 novembre) apre le porte in un momento turbolento per l'agricoltura e la meccanizzazione agricola. Gli agricoltori stanno facendo i conti con gli effetti della siccità estiva e i rincari energetici, mentre i costruttori di macchine agricole si trovano a produrre affrontando contemporaneamente problemi nelle forniture, ritardi nelle spedizioni e aumenti dei costi di produzione.
Su tutti gli operatori pesa l'incertezza legata al cambio di Governo, alla guerra in Ucraina e al profilarsi all'orizzonte di proposte che potrebbero ledere i prodotti alimentari made in Italy. Le sfide attuali e future al centro della terza intervista "dietro le quinte" con FederUnacoma: stavolta abbiamo incontrato il presidente della Federazione Alessandro Malavolti.
Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma
(Fonte foto: FederUnacoma)
Periodo complesso per la meccanica agricola
Partiamo dalla situazione attuale: il nuovo Governo sta provando a formarsi, quali scenari immaginate per il Ministero dell'agricoltura? Una volta strutturato il Ministero, quali richieste ritenete prioritarie da portare avanti?
"Per molto tempo l'agricoltura è stata considerata un settore marginale nell'economia italiana, non perché fosse poco importante ma perché appariva come un sistema bene o male 'stabilizzato'. Oggi l'agricoltura deve affrontare l'emergenza alimentare, la transizione ecologica, il dissesto dei territori, l'emergenza energetica, il business dei biomateriali, il cambio generazionale e persino i rischi geopolitici. Dunque è un comparto strategico, che richiede, anche a livello governativo, competenze notevoli.
FederUnacoma auspica la scelta di un interlocutore autorevole con cui poter condividere un principio basilare: è la meccanizzazione che rende possibile l'agricoltura. Non esiste una politica per il settore primario senza una politica per la meccanizzazione agricola".
Le difficoltà di approvvigionamento, i ritardi logistici e i rincari per gas ed energia non vedono una fine e anzi il panorama di incertezza non fa che peggiorare. Quali strategie consigliate ai costruttori? Come vedete il mercato delle macchine agricole nei prossimi mesi?
"La situazione in peggioramento è molto dannosa per noi, perché la domanda di tecnologie per l'agricoltura è potenzialmente molto elevata ed era in crescita prima che la congiuntura negativa frenasse il mercato. In ogni caso, le forniture di materie prime e la crisi energetica sono un problema enorme per tutti i settori produttivi. Per questo Confindustria si presenta compatta per portare proposte in sede politica volte a fronteggiare l'emergenza.
Abbiamo già messo in evidenza il problema dell'aumento dei listini dei macchinari agricoli, dovuto alla crescita smisurata dei costi di produzione. Il fenomeno scoraggia il mercato e in più rischia di favorire i prodotti di alcuni Paesi emergenti che, praticando un marketing basato sul basso prezzo e non essendo toccati dai rincari energetici, godono di un chiaro vantaggio competitivo".
Quali conseguenze stanno avendo e avranno il perdurare della siccità e il conseguente calo delle produzioni agricole?
"Spesso il calo delle produzioni agricole comporta un aumento del loro valore di mercato che, talvolta, crea una sorta di compensazione tutelante il reddito degli agricoltori. Purtroppo quest'anno la siccità si è presentata in modo drammatico, sommandosi alla crisi delle forniture di derrate agricole causata dal conflitto Russia-Ucraina e al forte incremento dei costi di produzione nelle filiere agroalimentari. In tale contesto il costo degli alimenti è destinato a crescere molto, favorendo tensioni sociali e politiche".
La dinamica positiva osservata nei mercati dei mezzi agricoli per il 2020-2021 continuerà a livello italiano ed europeo? Quali fattori possono incidere positivamente sulle vendite?
"L'aumento dei listini incide negativamente sul mercato, soprattutto per quanto riguarda prodotti high tech come sono quelli realizzati dalle imprese italiane. In questo quadro assumono grande importanza gli incentivi pubblici che incoraggiano gli acquisti e riducono il rischio di un blocco del mercato in attesa di un momento più favorevole.
Nel 2022 stiamo osservando un progressivo calo delle immatricolazioni di macchinari, ma i volumi si mantengono ancora abbastanza elevati probabilmente proprio per la presenza di incentivi quali i Psr, il credito d'imposta 4.0, il Pnrr, il bando Isi dell'Inail. Dobbiamo lavorare per il rinnovamento degli incentivi in scadenza allo scopo di dare continuità agli investimenti nelle aziende agricole".
Non buttiamo via gli incentivi economici messi sul piatto dal governo Draghi, ma sappiamo che non sono sufficienti a un cambio di rotta su sicurezza e svecchiamento del parco macchine per il quale altre misure più strutturali e continuative sarebbero utili. Come pensate di poter agire sul nuovo Governo per ottenere attenzione su questi aspetti? Cosa dobbiamo aspettarci per quanto riguarda la revisione?
"Lo svecchiamento del parco macchine italiano resta una priorità e deve essere perseguito con politiche di lungo periodo, giacché è in larga parte obsoleto e frena la competitività del settore. La revisione ha un'incidenza relativa sul mercato perché la legge in questione prevede per i veicoli agricoli il ripristino delle condizioni di funzionalità originarie, quindi non interventi particolarmente onerosi per gli operatori.
L'obiettivo della legge è prima di tutto salvaguardare la sicurezza sul lavoro. Dunque risultano incomprensibili alcune resistenze del mondo agricolo che hanno rallentato l'avvio del provvedimento, ancora bloccato per la mancanza del decreto attuativo. Ci batteremo affinché la revisione non sia vista come un obbligo burocratico che grava sulle imprese agricole ma come uno strumento per l'aumento della sicurezza".
Entro fine 2022 la Commissione europea dovrà approvare o meno l'etichettatura Nutriscore che può penalizzare diversi prodotti alimentari italiani d'eccellenza. Questo potrebbe avere ripercussioni negative anche sul mercato dei mezzi agricoli?
"In generale, ogni sistema che premia la qualità delle produzioni alimentari richiede a monte una meccanizzazione innovativa, poiché proprio le nuove tecnologie permettono di ridurre l'uso di agrofarmaci, monitorare le fasi di maturazione, raccogliere il prodotto tempestivamente e accorciare le filiere garantendo una maggiore salubrità degli alimenti. Se si realizzeranno strumenti comunitari che valorizzano la qualità degli alimenti, la meccanizzazione dovrebbe trarne vantaggio.
Chiaramente occorre valutare l'utilità e la correttezza dell'etichettatura Nutriscore. Con la classificazione dei prodotti in base a un semaforo verde, giallo o rosso, si rischia un'eccessiva semplificazione delle informazioni nutrizionali, peraltro in un ambito complesso come quello della valutazione degli apporti nutritivi e calorici. Come alternativa a Nutriscore, l'Italia ha proposto Nutrinform battery, vedremo cosa succederà".
Se il documento "European framework for action on alcohol 2022-2025" dell'Oms venisse effettivamente adottato in Europa, la produzione vinicola potrebbe risentirne fortemente. Quale sarebbe l'impatto sulle vendite di trattori e attrezzi per la viticoltura, eccellenze italiane per know how e qualità?
"Negli ultimi anni la viticoltura ha fatto enormi passi avanti, confermandosi un comparto d'eccellenza e con interessanti prospettive. Sostenute dal mercato in espansione, le imprese vitivinicole hanno effettuato grandi investimenti anche nella meccanizzazione acquistando macchine specifiche e di nuova generazione.
Credo che questo trend non possa essere bloccato, piuttosto andrebbe incentivato il consumo di vino di qualità. Se si punta su filiere ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto, il consumo può anche ridursi ma la redditività sarà comunque elevata con riflessi positivi anche sul settore della meccanizzazione".
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