I dati diffusi da FederUnacoma sull'andamento del mercato delle macchine agricole, in questa prima porzione di 2022, non richiedono molte parole: in linea con la perdita di 10 punti percentuali vista da gennaio a marzo 2022, il dato aggiornato a giugno indica una flessione nella vendita dei trattori dell'11% sullo stesso periodo del 2021 (anno caratterizzato da un risultato eccezionale). La media sugli ultimi quattro anni conferma una crescita del 13%.

 

Flessione tecnica

Viviamo "una flessione tecnica" chiarisce in conferenza stampa Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma. I dati non evidenziano un calo effettivo della domanda ma sono frutto del boomerang dovuto ai ritardi nella catena di fornitura, stritolata da mesi in una morsa di ordinativi sopra la media (in parte frutto del programma di incentivi consistente) e alla perdurante difficoltà negli approvvigionamenti delle materie prime.

 

"La situazione dovrebbe normalizzarsi da qui a fine anno, anche in conseguenza del raffreddamento della domanda. Se riusciamo a fare i numeri dello scorso anno per noi è un successo", spiega Malavolti.

 

Il panorama

La vendita di trattrici a livello mondiale nel 2021 ha raggiunto un totale di 2 milioni e 485mila unità, superando il 2020 del 13,2%. Le previsioni vedevano nel periodo 2022-2025 una crescita in valore del 7,1%.

 

Il conflitto tuttora in atto in Ucraina, le cui conseguenze sono di respiro globale, la perdurante siccità e la caduta del Governo per l'Italia fanno credere che le previsioni potrebbero variare.

 

Nei mesi tra marzo e aprile 2022 era viva e forte la preoccupazione in merito alla tenuta del mercato russo"Qualcosa è andato perso - spiega il presidente di FederUnacoma - ma i clienti, pur con tutte le immaginabili difficoltà, hanno continuato a pagare e ritirare le macchine". Diversa la questione per il mercato ucraino che, con buona probabilità, dopo quest'anno si chiuderà a tempo indeterminato.

 

Futuro fluido

Spingere l'acceleratore su nuovi mercati sembra essere la direttrice che offre maggiori chance. Da studiare sono l'assetto geopolitico e la nuova geografia agricola, soprattutto per quel che riguarda la produzione di oleaginose e cereali. L'Africa, che dal punto di vista agronomico è incredibilmente ricca, come ben sintetizza l'analista geopolitico Dario Fabbri, rappresenta "il futuro che non arriva mai".

 

Sbocchi più interessanti sono l'India, il Sud America da cui arrivano ottimi riscontri, l'Australia che dopo le problematiche dovute alla siccità si sta riprendendo e, soprattutto, l'Europa che è in forte crescita.

 

I fattori chiave

Tra le sfide principali da affrontare senz'altro c'è l'aumento dei costi di produzione. "Per ora abbiamo in parte scaricato a terra i rincari - afferma il presidente dei Costruttori Nazionali - ma la possibile riduzione dei margini di investimento delle aziende, associata al possibile ritocco dei listini da parte dell'industria, potrebbero danneggiare il mercato delle macchine agricole raffreddando gli investimenti".

 

Previsioni difficili

Se prima della caduta del Governo c'era una buona dose di speranza riposta negli interventi economici a sostegno del mercato, l'ulteriore scossone inflitto dalla decisione di andare al voto il prossimo 25 settembre complica le previsioni.

 

Il rallentamento del mercato per il 2022, già previsto prima dello scioglimento delle camere e dell'evidenza che la continuità politica richiesta da FederUnacoma è sfumata, darà da pensare.

 

Il Governo ora incontra limitazioni nella sua attività e, anche dopo le elezioni di settembre, i tempi di risposta non saranno brevissimi. Per il settore agricolo rimangono aperte diverse questioni che si pensava avrebbero avuto l'attenzione delle istituzioni, ma che dovranno aspettare. La questione è quanto.