Una risoluzione compatta che accende un faro sul consumo di alcol, e che di fatto "preoccupa" tutto il settore vitivinicolo. A votare il documento - dal titolo "European framework for action on alcohol 2022-2025" - è stata l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che, con il direttore dell'Area Europa Hans Kluge è tornata sulla questione mettendo in evidenza come "non esista un consumo sicuro di alcol".

 

La levata di scudi non si è fatta attendere, e si è innalzata da più parti al suono di nuovi "venti di proibizionismo". L'Unione Italiana Vini (Uiv) ha fatto sentire la sua voce: "L'Oms-Regione Europa ha adottato integralmente la propria risoluzione che di fatto mette in crisi un comparto, quello del vino europeo, che solo nel nostro Paese conta 1,2 milioni di addetti e un surplus commerciale con l'estero di circa 7 miliardi di euro all'anno".

 

Ma per l'Uiv non si tratta soltanto di un danno economico e lavorativo; la risoluzione infatti - viene spiegato - "si discosta da quanto previsto dalla Global Alcohol Strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa Oms e dalla votazione al Cancer Plan da parte del Parlamento Europeo che avevano rimarcato l'esigenza di focalizzare l'azione sul consumo dannoso di alcol".

 

Ma Kluge rincara la dose: "Non esiste un livello sicuro di consumo, dobbiamo dire che anche la prima goccia aumenta i rischi" per la salute.

 

Immediata la risposta, questa volta, di Assoenologi: "È semplicemente folle accostare il vino alle sigarette in termini di pericolosità per la salute umana - dice il presidente Riccardo Cotarella - è l'ennesimo attacco scriteriato al nostro mondo ma metteremo in atto tutte le azioni necessarie per contrastarlo"; quella dell'Oms è un'indicazione che "resta un atto pericoloso che rischia di mettere in ginocchio uno dei settori più importanti dell'agroalimentare italiano".

 

In campo scende anche il sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio che parla di "nuova crociata contro l'alcol, proprio come è accaduto in passato per la carne rossa. L'Oms presenta un Piano all'insegna del proibizionismo, che mette all'indice i superalcolici così come vino e birra". Tanto che, osserva ancora Centinaio, "in Paesi come l'Italia il vino viene consumato in quantità limitate, durante i pasti, e rientra appieno nella dieta mediterranea che è patrimonio immateriale Unesco". Le indicazioni dell'Oms - secondo Centinaio - "più che azioni per tutelare la salute sono azioni per distruggere settori economici importanti di Paesi come il nostro. In Italia il vino è cultura, tradizione, espressione dei territori".

 

Sulla stessa scia Francesco Battistoni, anche lui sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole: "Ciò che è stato illustrato dall'Oms possiamo consideralo un attacco sconsiderato al vino italiano e a un comparto leader a livello mondiale per etichette Igp e Dop. Colpire il nostro vino oltre a produrre effettivi economici negativi a livello nazionale, colpisce il nostro made in Italy. Questo ulteriore attacco ci impone di fare quadrato e di difendere il nostro vino, i nostri produttori, le associazioni e le realtà territoriali. Non possiamo permettere che un settore strategico del nostro Paese venga demonizzato e colpito".

 

Per la Coldiretti "il pronunciamento dell'Oms attacca un prodotto con una storia millenaria e colpisce un settore strategico del made in Italy agroalimentare con 12 miliardi di euro di fatturato, e che offre un importante contributo all'economia e all'occupazione dell'intero Paese. È del tutto improprio assimilare l'abuso di superalcolici tipico al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino, che è diventato l'emblema di uno stile di vita 'lento', attento all'equilibrio psico-fisico che aiuta a star bene con se stessi, da contrapporre proprio all'assunzione sregolata di alcol".

 

Chiude ancora l'Uiv con un appello alla politica affinché cerchi "di tutelare uno dei capisaldi del made in Italy, ma anche di un tessuto sociale di migliaia di viticoltori, custodi dei territori e di una cultura millenaria parte integrante del nostro Paese".