I pareri delle autorità scientifiche a volte divergono, quindi se ciò accade servono chiarimenti. Per esempio in tema di nuove tecniche di modifica genetica, le ormai note Tea, o Crispr-Cas9, la discordanza di pareri è fra Anses ed Efsa. La prima è l'agenzia per la sicurezza alimentare francese, la seconda è quella che opera per la sicurezza alimentare europea.
Stando ad Anses, una mutazione introdotta con le nuove tecniche di genome editing andrebbe considerata diversa rispetto a un'analoga mutazione occorsa casualmente per vie naturali. Stando a Efsa no: non vi sarebbe differenza alcuna. Per l'Agenzia di Parma, se una mutazione porta caratteristiche negative o positive non è importante che tali caratteristiche siano portate dall'uomo o da capricci della natura. Non è cioè l'origine della mutazione il punto chiave, bensì le conseguenze della mutazione stessa, indipendentemente da chi o cosa l'abbia generata.
Purtroppo, i colleghi Transalpini sono invece preoccupati che tali modifiche possano presentare incognite intrinseche che, a parer loro, non vi sarebbero in caso una mutazione occorresse per puro caso in una pianta coltivata. Si ricorda, peraltro, che ciò accade molto di frequente, basti pensare alle famose carote originariamente violacee e poi, grazie a una mutazione e alla successiva selezione, divenute arancioni.
Analogamente, l'Agrobacterium tumefaciens fu l'artefice di modifiche multiple del genoma di una radice, facendola diventare quello che oggi noi conosciamo come patata dolce. E gli esempi di alimenti derivanti da mutazioni casuali dei genomi ce ne potrebbero essere moltissime. Persino l'essere umano ricade in questa casistica, poiché i nostri geni derivano in buona parte da virus e altri microrganismi con cui si è venuti in contatto nel corso dell'evoluzione a partire dagli ominini capostipiti della nostra specie. (Non è un errore: le più recenti denominazioni antropologiche hanno abbandonato il termine "ominidi" per sposare quello di "ominini", nda).
Anses preoccupata, Efsa tranquilla
Come detto, stando all'agenzia di Parma non vi sarebbe alcuna differenza fra due mutazioni a causa della loro origine. Efsa guarda infatti al risultato finale, cioè l'effetto di quella mutazione, e non al processo tramite il quale si è generata. Del resto, l'acido ascorbico sintetico (Vit. C) è del tutto identico strutturalmente all'acido ascorbico contenuto nella frutta. L'insulina prodotta da Escherichia coli modificata è identica a quella umana, poiché il gene che la produce è il medesimo, essendo stato preso dall'uomo e trasferito nel batterio.
Per quanto tale concetto sia ben chiaro alla gran parte dei genetisti (stranamente non tutti), per fare chiarezza sul tema "New Breeding technologies" il Parlamento europeo ha chiesto a Efsa di fornire un parere scientifico sull'analisi effettuata precedentemente da Anses circa la proposta della Commissione europea di regolamento "sulle piante ottenute da determinati nuove tecniche genomiche (NGT) e relativi alimenti e mangimi, e che modifica il regolamento (UE) 2017/625".
Il parere di Efsa
Il gruppo di esperti di Efsa ha quindi valutato a sua volta il parere pubblicato da Anses, concentrandosi su tre differenti aspetti, cioè la "necessità di chiarire le definizioni e la portata, la base scientifica dei criteri di equivalenza e la necessità di assumere potenziali rischi derivanti dalla categoria 1 Ngt". Le piante modificate con tecniche artificiali sono state infatti divise in Ngt 1 ed Ngt 2: le piante modificate afferenti al gruppo Ngt 1 potrebbero essere anche nate in natura, oppure essere prodotte mediante tecniche di selezione convenzionali, compresa la mutagenesi casuale utilizzando agenti mutageni chimici e/o fisici.
Tali piante andrebbero quindi trattate in modo simile alle piante convenzionali e dovrebbero richiedere solo una procedura di verifica per confermare che siano equivalenti alle piante ottenute mediante selezione convenzionale. Le piante geneticamente modificate del gruppo Ngt 2 sono invece caratterizzate da una serie più complessa di modifiche genetiche, quindi dovrebbero rimanere comunque soggette ai requisiti dell'attuale normativa Ue sugli Ogm.
In base alla letteratura scientifica disponibile, gli esperti di Efsa hanno concluso che le piante contenenti i tipi e il numero di modifiche genetiche, utilizzati come criteri per identificare le piante Ngt di categoria 1, debbano essere considerate equivalenti alle piante selezionate convenzionalmente. Gli esperti non hanno infatti individuato alcun rischio aggiuntivo associato all'uso di Ngt 1 rispetto alle tecniche di selezione convenzionali.
Non si sa se Bruxelles ascolterà i propri referenti scientifici. Del resto, in tema Ogm da sempre Efsa sostiene che non vi siano rischi tali da impedirne la coltivazione. Nonostante ciò, le riottosità interne hanno portato l'Europa a vivere in modo molto contrastato le nuove opportunità offerte dalla genetica, vecchia o nuova che sia.
Nel tempo che questo articolo è stato letto, qualche miliardo di mutazioni sono però avvenute a livello mondiale in una miriade di organismi diversi. Mutazioni del tutto casuali che solo il futuro dirà se servivano, se non servivano o, addirittura, se fossero dannose. Uno scenario che dovrebbe fare riflettere su come a volte alle pagliuzze venga dato un peso di gran lunga superiore alle travi.
Diverso all'estero, in Cina in primis, ove i ricercatori marciano a tutto vapore con lo sviluppo di nuove varietà Crispr-Cas9. Non ci si lamenti quindi se fra qualche anno i concorrenti stranieri avranno varietà migliori delle nostre con cui fare una concorrenza efficace alle produzioni del Vecchio Continente.