"Quando le nuvole vanno al mare, prendi la zappa e vai a zappare; quando le nuvole vanno ai monti, prendi il libro e vai a fare i conti".

Proverbi a parte, sapere se è prevista pioggia o se sono in programma gelate permette all'agricoltore di studiare e programmare al meglio la propria strategia in campo.


Quando e come posizionare un trattamento fitosanitario, ad esempio, è quindi un punto chiave per evitare l'insorgenza di patologie e avversità ma anche non rischiare il dilavamento dell'agrofarmaco utilizzato.

 

Tutto porta quindi a guardare, e soprattutto capire, le previsioni meteo che cercano di "anticipare" questi fenomeni. In occasione della Giornata Mondiale della Meteorologia che si celebra il 23 marzo, AgroNotizie ha fatto qualche domanda a Roberto Cremonini, tecnico esperto e coordinatore della Struttura Meteorologia e Clima di Arpa Piemonte e professore di Meteorologia all'Università di Torino.

 

Come si arriva alla previsione meteo

"L'atmosfera è un sistema fisico complesso e caotico con moti e scambi di energia a scale temporali e spaziali che si estendono dai millimetri alle migliaia di chilometri, dai secondi alle settimane - spiega il docente -. Questa complessità si riflette nella previsione meteorologica, un processo che parte da osservazioni dello stato dell'atmosfera - acquisite da stazioni al suolo, radar meteorologici, satelliti, radiosondaggi (per citare gli strumenti più diffusi) - e che, attraverso modelli numerici ed algoritmi, giunge a definire lo stato atmosferico nei giorni successivi al tempo iniziale"

 

"I modelli meteorologici globali - cuore della previsione meteorologica - prevedono lo stato dell'atmosfera per tutto il globo terrestre; a partire dai loro output si innestano modelli ad elevata risoluzione in ambito locale con un'estensione variabile dal centinaio a qualche migliaio di chilometri. Vi sono poi versioni particolari di modelli che, partendo da condizioni iniziali opportunamente perturbate, ci forniscono informazioni sulla probabilità di accadimento e quindi affidabilità della previsione. Questo il compito delle 'macchine'. Ma non basta. Occorre tradurre numeri, informazioni, probabilità in un linguaggio comprensibile. Non solo: occorre verificare regolarmente le previsioni e migliorare gli algoritmi" spiega Cremonini. 

 

Questo è il lavoro del meteorologo che quotidianamente, interagendo con numeri, algoritmi e con le macchine, fornisce la previsione al pubblico.

 

L'importanza del dato

Oltre alle ragioni di salvaguardia, come ad esempio evitare di intraprendere un trekking in condizioni di forte maltempo, conoscere le previsioni consente di pianificare al meglio attività lavorative, come ad esempio quelle agricole. Nel caso della semina le temperature e le precipitazioni sono fattori determinanti. 
Bisogna ricordare però che le previsioni sono solo uno sguardo sul futuro, tutt'altro che perfette o certe, "altrimenti sarebbero predizioni meteorologiche" sottolinea il professore.

 

È quindi necessario ricordare che l'affidabilità delle previsioni meteorologiche diminuisce con l'aumento dell'orizzonte temporale, "la previsione per domani è sicuramente più attendibile di quella per la prossima settimana, ma anche con la scala spaziale del fenomeno. E la previsione di un uragano, fenomeno che si estende per centinaia di chilometri, è più attendibile di quella di temporale estivo"

 

"Quando leggiamo su un'app meteo che dopodomani alle 17:00 inizierà a piovere, riteniamo con certezza che dopodomani all'instante previsto, ovvero alle 17:00 in punto, inizieranno a cadere le prime gocce? Occorre interrogarsi sull'impatto dell'imprevedibile sulla nostra attività: se ciò che è stato previsto non si verificherà o accadrà secondo modalità differenti, quali sono le conseguenze e/o i rischi?".

 

Dati, saperli leggere e interpretare

Una volta a conoscenza del dato è importante saperlo leggere per agire di conseguenza.


"In generale è importante capire le misure - prosegue il docente -. In questo periodo storico abbiamo una fede cieca nei numeri ma spesso non capiamo il loro significato, le incertezze che li accompagnano, la rappresentatività. Un termometro in un piazzale, installato presso un edificio, in estate registrerà temperature molto elevate, quasi eccezionali se rapportate al senso comune. Sono probabilmente veritiere ma sono dovute alle condizioni termiche estremamente locali che si verificano in prossimità della parete assolata in una giornata torrida"

 

Bomba d'acqua o caldo infernale, bisogna crederci o è solo sensazionalismo?

Quindi se la colonnina di mercurio segna temperature molto elevate, in una giornata estiva, e i media riportano "caldo infernale", bisogna crederci e allarmarsi? 
Saper leggere i dati diventa fondamentale soprattutto oggi che le previsioni meteo, a livello di comunicazione, sono sempre più impattanti e forti; "un riflesso, però, di una tendenza mediatica generale".

 

"La nostra attenzione è continuamente distratta da stimoli che giungono da ogni dove, come fossimo in piazza immersi in una folla rumorosa. Per farsi ascoltare è necessario 'urlare'".

Termini come "bombe d'acqua" non hanno alcun significato scientifico, "ma rispondono proprio a questa necessità di attrarre l'attenzione. L'auspicio è che un giorno questi espedienti non si rendano più necessari e una comunicazione pacata e scientificamente rigorosa, ma chiara, sia sufficiente per comunicare un pericolo o una previsione meteorologica" conclude Roberto Cremonini.