In totale in questa estate 2017 sono andati in fumo oltre 5mila ettari di bosco nella regione. Secondo un rapporto della Protezione civile, sono stati circa 200 gli incendi di media e vasta entità interessando le zone della Marsica, della Valle Peligna, dell'Area Vestina.
Duramente colpite anche le aree protette del Parco nazionale del Gran Sasso e del Parco nazionale della Majella e del Parco regionale del Velino-Sirente in provincia dell'Aquila.
Gravissimi ovviamente anche i danni alla fauna selvatica, e ferito in maniera seria anche un volontario della protezione civile impegnato nelle azioni di spegnimento.
E intanto la Giunta regionale, presieduta dal governatore Luciano D'Alfonso, ha approvato la delibera per la richiesta dello stato di emergenza al Governo, per la straordinarietà degli incendi appiccati questa estate.
La senatrice abruzzese del Pd Stefania Pezzopane, intervista da Sky Tg24, si dice convinta che dietro agli incendi ci sia la mano della criminalità organizzata.
Per la senatrice qualcuno sta speculando per creare bisogni su cui strutturare interessi e in questo contesto alimentare il vespaio politico contribuisce a delegittimare lo Stato.
Secondo la Coldiretti Abruzzo ci vorranno almeno quindici anni per ricostituire i boschi andati a fuoco con il loro strascico di danni all'ambiente, all'economia, al lavoro e al turismo ed un costo per la collettività stimabile in circa 10mila euro all'ettaro percorso dalle fiamme.
Nelle foreste andate a fuoco saranno impedite, per legge, anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna e dei tartufi.
Secondo le stime della Coldiretti, la superficie coperta da boschi in Abruzzo è praticamente raddoppiata dai tempi dell'Unità d'Italia, e oggi interessa 400mila ettari, circa il 41% della superficie regionale, che però, a causa della chiusura di molte aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirli.
Per l'associazione di categoria per difendere il bosco occorre creare le condizioni affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli e cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale.