Sono oltre mille gli animali morti e feriti a causa dei crolli e del gelo, secondo una stima di Coldiretti.

Bilancio che potrebbe arrivare a 100mila capi morti, secondo i calcoli dell'associazione Insieme per la terra, se si considerano anche i piccoli animali come polli e conigli.
Mentre il resto del bestiame rimane al rischio di malattie e freddo.

A questo poi si sommano danni per i mancati redditi dovuti ai ritardi o all'impossibilità della consegna del latte, al calo di produzione e agli aborti per lo stress da freddo o per le scosse continue.

E se sono più di mille i posti stalla messi a disposizione dalla generosità degli altri allevatori in tutta Italia, per chi è costretto a restare, la situazione rimane critica, con ancora non più del 15% delle strutture provvisorie realizzate.

La situazione più grave è quella delle Marche, con solo lo 0,5% delle strutture provvisorie realizzate dopo cinque mesi dalla prima emergenza: il terremoto di agosto.

E così oggi si contano oltre duecento animali morti e seicento mucche e cinquemila pecore senza riparo, con la produzione di latte dimezzata e il sistema di trasporti messo in crisi dal maltempo che rende difficile le forniture di foraggio e le consegne delle produzioni.

Una situazione inaccettabile, per la quale la Coldiretti regionale non esita ad accusare l'assessorato all'agricoltura dell'inefficienza degli interventi e della gestione dell'emergenza, dichiarando di voler andare fino infondo nell'accertamento delle responsabilità.

Inefficienze che in alcuni casi ha reso necessario nuovi sopralluoghi dei tecnici regionali perché a distanza di mesi si riscontravano diverse inesattezze rispetto alla reale situazione, come aziende che avevano chiesto due stalle e ne era stata segnata solo una, oppure avevano chiesto un fienile e figurava una stalla.

La situazione resta grave anche in Abruzzo, dove su 28 stalle richieste, ne sono state montate 16, tra l'altro non ancora attive a causa delle abbondanti nevicate. E dove il blocco della fornitura elettrica si è fatto sentire pesantemente.

Anche in Abruzzo si registra un drastico calo della produzione di latte, dovuta al freddo e allo stress, che una stima della Coldiretti indica oltre il 30%, con una perdita di oltre 2 milioni di euro.

Continua comunque la mobilitazione dei trattori per liberare le strade da neve e ghiaccio e raggiungere le stalle isolate da giorni dove occorre garantire l’operatività degli impianti di mungitura e abbeveraggio ma anche la consegna dei mangimi fino ad arrivare al trasferimento degli animali su mezzi idonei ed alla loro sistemazione in nuovi ricoveri.

Il problema delle consegne dei prodotti, in particolare di quelli lattiero caseari, è il più sentito anche in Umbria, dove molte derrate di latte e formaggi freschi devono essere buttati per l'impossibilità di consegnarli per i disagi alla circolazione.

In particolare rimane difficoltosa la viabilità nella zona di Colfiorito, snodo fondamentale per le comunicazioni tra Umbria e Marche, ma che coinvolge anche altre zone della regione, soprattutto nella zona di Gubbio, Gualdo, Città di Castello e Pietralunga, dove alcuni allevamenti rischiano l'isolamento, aumentando le difficoltà per portare il cibo nelle stalle, oltrettutto spesso con le tubature dell’acqua ghiacciate.

Emergenza quella della distribuzione del foraggio molto sentita anche nel Lazio, dove comunque sembra funzionare il sistema di distribuzione degli alimenti realizzato dalla regione e dall'Arsial nelle stalle di Accumuli e Amatrice.

Intanto alcune buone notizie arrivano dalle autorità europee, dopo l'incontro tra il ministro Martina e il commissario Hogan, con l'autorizzazione della Commissione europea ad integrare la quota dei 21 milioni di euro di fondi europei ricevuti a luglio 2016 con fondi nazionali fino al 200%, triplicando così il sostegno finanziario disponibile e l'aumento dall'85% al 100% della percentuale di pagamenti anticipati per alcune misure del Psr.
Una mucca ferita nella neve
fonte immagine: © Coldiretti

E se intanto Agrinsieme saluta come positive queste nuove opportunità concesse dall'Unione europea, nell'immediato la risposta più importante viene dallo slancio di solidarietà che sta arrivando dal tutto il mondo agricolo italiano.

Tra queste la rete Hepl foraggio, lanciata dalla Cia, che ha già fatto recapitare oltre 200 quintali di fieno nelle Marche e in Abruzzo e ne sta raccogliendo un altro centinaio in Umbria.

Analoga l'iniziativa di Coldiretti Dona un ballone di fieno che ha già visto un migliaio di quintali di foraggio donati dagli allevatori parmensi, dai pastori toscani e da altri singoli agricoltori.

Sempre Coldiretti con la campagna Adotta una mucca ha attivato una rete che ha messo fino ad oggi a disposizione oltre 1500 posti in varie aziende italiane per ospitare i capi di bestiame evacuati dalle stalle crollate.

E continua anche l'iniziativa Caciotta della solidarietà promossa dalla Coldiretti con il latte degli allevatori terremotati e degli altri prodotti per garantire uno sbocco di mercato dopo lo spopolamento forzata dei centri urbani colpiti dal sisma.

Come sempre in queste situazioni lo slancio solidale degli italiani, e in particolare del mondo agricolo, è enorme, ma forse sarebbe necessario iniziare a pensare ad un sistema strutturato e strutturale per gestire le emergenze in agricoltura.

Una sorta di protezione civile specifica per gli agricoltori, in particolare per gli allevatori, da affiancare o da inserire nella struttura della Protezione civile, forse potrebbe essere un'ipotesi.