Solo le Marche, tra le regioni centrali per ora non lamentano disagi eccessivi per la mancanza d'acqua.
Il presidente del Consorzio di bonifica delle Marche Claudio Netti e quello dell'assemblea del consorzio Michele Maiani, in una conferenza stampa hanno infatti detto che al momento non c'è allarme, visto i livelli dei bacini idrici regionali, ma che comunque è necessario controllare la situazione e arrivare a una gestione coordinata dell'acqua sul territorio per evitare che in futuro la situazione diventi insostenibile.
Ben diversa invece è la situazione nel Lazio, dove la ormai prolungata carenza idrica sta mettendo a dura prova le aziende agricole.
Secondo una stima di Coldiretti, tra il gelo di gennaio, i ritorni di freddo di aprile e la mancanza d'acqua, le perdite per il settore agricolo regionale hanno già portato a perdite di circa 15 milioni di euro nei primi sei mesi dell'anno.
A rischio le colture ortofrutticole, mentre la produzione di frumento risulta ormai danneggiata. Perdite pesanti, che al momento sono stimate in un calo del 40% della produzione agricola.
In crisi anche la zootecnia, con gli allevatori che iniziano ad avere carenze di foraggi.
Un problema, quello della scarsità di foraggi che è molto sentito anche in Umbria, dove rappresenta la problematica principale dovuta alla mancanza d'acqua.
Altra situazione grave è quella dell'Abruzzo dove a giugno le precipitazioni si sono praticamente azzerate facendo registrare una diminuzione del 94,1% rispetto all'anno scorso.
E questo con le temperature in aumento, con massime che nella prima decade di giugno sono arrivate a 27,5°C, una media di 3,5°C in più rispetto al giugno 2016.
A essere a rischio ora è soprattutto la produzione della Marsica, ma anche le altre zone della regione devono fronteggiare gli effetti della siccità.
Attualmente, secondo la Coldiretti regionale, le perdite vanno dal 20% al 30% della produzione, con un danno economico di circa 100 milioni di euro, ma le perdite potrebbero arrivare al 50% in agosto se la situazione meteorologica non cambia.
In crisi anche qui le coltivazioni di ortaggi in pieno campo, i frutteti, cereali e foraggi, ma nel caso la mancanza d'acqua continuasse, inizierebbero a subirne le conseguenze anche le viti e gli olivi.