L'agroalimentare italiano e la green economy
Questo un quadro delle relazioni tra l'agroalimentare italiano e la green economy: la produzione di energia rinnovabile di origine agricola è cresciuta da 6 a 7,8 milioni di Tep tra il 2010 e il 2012 e oltre 21.500 aziende agricole possiedono impianti per la produzione di energia rinnovabile; l'agricoltura italiana ha ridotto le emissioni di gas serra di 10 Mton di Co2Eq dal 1990 al 2013 ed è responsabile del 7,1% delle emissioni di gas serra nazionali. In flessione anche il consumo di fitofarmaci passati da 11,2 Kg/Ha nel 2010 a 9,2 nel 2013, inoltre il 10% della superficie agricola italiana è occupata da coltivazioni biologiche (1,3 mln ettari) e l'Italia è seconda in Europa per coltivazioni bio subito dopo la Spagna.
A fronte di questo quadro positivo permangono però numerose criticità. Tra queste l'aumento delle frodi alimentari che sono cresciute del 48,6% tra il 2010 e il 2012 e questa contraffazione dei prodotti made in Italy vale solo in Italia 4 miliardi di euro. Inoltre continua a ridursi la superficie agricola (15 milioni di ettari nel 1990 e 12,8 nel 2012) e il consumo del suolo continua a crescere a un ritmo di 55 ettari al giorno nel 2013.
"Il Manifesto della green economy per l'agroalimentare - ha osservato il viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero -rende più esplicita e chiara la Carta di Milano e la integra perfettamente. Dopo più di 30 anni in cui l'agricoltura veniva percepita come omologazione, oggi ci troviamo di fronte a un nuovo modello di sviluppo agricolo, che rispetta le colture e le culture e fa della diversità un fattore positivo". Per Claudia Sorlini, presidente del Comitato scientifico di Expo Milano 2015, questo Manifesto fa entrare "la sostenibilità nella realtà dell'agroalimentare italiano".
Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, organismo di supporto del Consiglio nazionale della green economy, ha affermato: "In merito alla produzione agroalimentare, vengono articolate proposte sui temi cruciali per l'agricoltura della nostra epoca: la necessità di uno sviluppo durevole e di buona qualità delle produzioni agroalimentari per nutrire la popolazione mondiale, il rapporto che va regolato per coordinare la priorità della produzione di cibo con le altre attività e produzioni non alimentari cresciute nelle campagne, le misure da adottare anche nell'agricoltura per far fronte alla crisi climatica in atto, la necessità di sostenere la diffusione delle buone pratiche di un'agricoltura sostenibile e di qualità, quelle per rafforzare i controlli e la sicurezza alimentare, come combattere lo spreco di alimenti e di risorse agricole e come far fronte agli inquinamenti e al continuo consumo di suoli agricoli. Questo manifesto si propone di diffondere, su questi temi, il punto di vista della green economy per contribuire a un dibattito nazionale e internazionale".
Il vicepresidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo a Roma alla presentazione del Manifesto, ha affermato: "Una cosa emerge con chiarezza - ha proseguito Giansanti - bisogna dare risposte adeguate al fabbisogno di innovazione delle imprese, per produrre di più ma anche per produrre meglio. Solo così si risponde a food security (sicurezza del cibo, per tutti) e food safety (sicurezza sanitaria del cibo prodotto); si risponde poi alla conservazione del cibo senza perdite in campo e senza sprechi lungo la catena alimentare. In quest'ottica, le esperienze di precision farming, che Confagricoltura sta sostenendo nelle sue aziende, sono l'esempio concreto di un'agricoltura attenta all'ambiente ed alla sicurezza alimentare che migliora grazie alle innovazioni. Produrre meglio - ha aggiunto Giansanti - vuol dire attenzione costante alla sostenibilità economica, ambientale e sociale, adottando pure buone pratiche agricole, come fanno le aziende di Confagricoltura che hanno aderito al progetto Ecocloud. Si può rendere più incisivi questi comportamenti virtuosi attraverso processi di aggregazione e cooperazione come le reti d'impresa. Senza trascurare le peculiarità territoriali".
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Fonte: Agronotizie