Il primo asse per accelerare la lotta agli sprechi è rendere più facile la donazione degli alimenti rispetto alla loro distruzione da parte di industrie e Gdo. Oggi infatti se un'azienda vuole distruggere non più in vendita è tenuta a fare alcuni adempimenti burocratici se il valore della merce è superiore a 10mila euro, mentre se vuole donare l'obbligo scatta a 5 mila euro. Il Governo vuole modificare la legge, alzando la soglia delle donazioni a 15mila euro e semplificando così la vita alle imprese che scelgono di destinare le eccedenze a favore degli indigenti.
Il secondo punto è l'approvazione, entro il 2015, della Legge Spreco Zero, presentata alla Camera dai deputati Pd Maria Chiara Gadda e Massimo Fiorio, che inizierà il suo iter proprio in questi giorni in Parlamento. Nel testo sono previsti incentivi fiscali come lo sconto sulla tariffa dei rifiuti per chi dimostra di convertire lo spreco in donazioni, e un taglio dell'Irap per le imprese che introducono sistemi innovativi a basso impatto ambientale. Con la nuova norma si vuole intervenire per potenziare il recupero degli alimenti, rafforzando la legge che incentiva la riduzione dello spreco dei cibi della ristorazione, semplicemente equiparando la consumatore le Onlus che provvedono a recuperarli e a donarli agli indigenti.
Il terzo nodo riguarda le eccedenze nella produzione agricola. Spesso infatti queste non vengono recuperate per motivi legati soprattutto alla deperibilità dei prodotti stessi. I progetti di filiera devono coinvolgere i produttori agricoli, i trasformatori e gli enti caritativi. Un esempio è il progetto pilota sulla trasformazione di mele in succhi, che verranno donati agli indigenti.
“Entro il 2016 vogliamo raddoppiare il cibo donato agli indigenti – ha sottolineato il ministro Martina – portando a 1 milione le tonnellate di alimenti salvati dallo spreco. Siamo pronti a semplificare le leggi per rendere la donazione di alimenti più conveniente per chi produce e distribuisce. Per raggiungere l'obiettivo dobbiamo continuare a puntare su un modello che incentivi il recupero e la costruzione di rapporti forti tra gli enti caritativi e il mondo della produzione e distribuzione alimentare. Fermare lo spreco è un dovere tassativo, tanto più quando dobbiamo sostenere oltre 6 milioni di persone che soffrono la povertà alimentare nel nostro Paese”.
“Il Governo sta facendo la sua parte – ha poi ribadito Martina – abbiamo messo a punto un programma di aiuti per il 2015 che prevede l'aumento della distribuzione di cibo da 65mila a 100mila tonnellate attraverso le strutture degli enti caritativi, in tutto il territorio. Dobbiamo fare di più e abbiamo voluto organizzare in Expo questo incontro del nostro tavolo di lavor con tutti i soggetti coinvolti proprio per rilanciare l'azione su questo fronte”.
“L'innalzamento della soglia ai 15mila euro è un passaggio essenziale della nostra proposta per raggiungere l'obiettivo di ridurre al massimo gli sprechi alimentari – ha affermato la De Micheli – altre misure e incentivi sono allo studio del ministero dell'Economia, che parteciperà al tavolo tecnico istituito sul tema. Donare deve diventare più semplice e conveniente che sprecare”.
A chiudere il coro c'è il viceministro Olivero. “Vogliamo potenziare maggiormente il grande lavoro che l'Italia fa da anni nel sostegno agli indigenti, abbinandolo a un rafforzamento del recupero del cibo che andrebbe sprecato. L'Expo è una grande occasione anche su questo fronte e da qui lanciamo un segnale forte per semplificare ancora la normativa aiutando chi ne ha bisogno. 13 miliardi di euro di spreco, come ha ribadito il presidente Mattarella, sono un insulto intollerabile”.