Di lavoro ce n’è comunque parecchio da fare e anche il dossier sul biologico, avviato sotto la presidenza italiana e con regole ormai datate anni Novanta, è alle fasi conclusive del dibattito. “Puntiamo a chiudere entro il prossimo giugno – afferma Hogan – perché siamo convinti che nuove regole saranno utili a dare maggiori certezze, anche sul versante delle esportazioni, a un comparto che in questi anni ha registrato una forte crescita”.
Missione redditività. La Commissione europea è chiamata a dare risposte su una missione cruciale, che è “migliorare la redditività degli agricoltori e superare gli squilibri nella redditività della catena agroalimentare”. Detta così sembra facile, ma il commissario Hogan riconosce che la strada è in salita. Il mondo ha bisogno di più cibo, perché la popolazione a livello globale è in aumento.
In quest’ottica, anche il ricambio generazionale contribuisce al rinnovamento e a dare un nuovo slancio in proiezione. E Hogan non perde l’occasione per riconoscere che “per la prima volta la Pac sostiene i giovani agricoltori e allo stesso tempo prevede azioni finanziarie a sostegno degli imprenditori agricoli under 35. Ci attendiamo dunque nei prossimi cinque anni l’ingresso di nuove forze in agricoltura”. anche questa è una strategia per “trovare nuovi mercati e sostenere l’export”.
Il fronte russo. A preoccupare, in Europa, è l’embargo russo. “Mosca ha sancito la chiusura delle frontiere per un anno, il che significa fino alla prossima estate – ricorda – poi vedremo cosa succederà. In questa fase, è bene chiarirlo, che il commissario europeo Juncker ha espressamente escluso i rapporti bilaterali fra Stati membri e Federazione Russa”.
L’Europa sta indubbiamente accusando la sospensione dei flussi commerciali verso la Russia, ma c’è chi da questa situazione sta risentendo in misura maggiore di altri. Si tratta dei Paesi baltici, ma anche della Danimarca. “Sto lavorando col ministro agricolo danese, Dan Jørgensen per il problema dei suini e della crisi conseguente alla chiusura delle frontiere russe e siamo in stretto contatto per sostenete il comparto a uscire dalla crisi conseguente al blocco dell’export verso la Russia”, assicura Hogan alla pattuglia di cronisti proveniente dalla Danimarca.
© Commissione europea
Nessuna crisi per il latte. Allerta in Europa (fra i giornalisti) anche per la situazione del latte, alla vigilia della fine del regime delle quote latte. Alla liberalizzazione mancano meno di 60 giorni. Eppure, stupisce la posizione del commissario Hogan, che nega fermamente una situazione di crisi dei prezzi.
“Il 23 gennaio la media europea del prezzo del latte era 32 centesimi al chilo, in novembre 32,40 centesimi – afferma – per cui non possiamo parlare di crisi. Certo, è inevitabile per i produttori operare una riflessione: se quest’anno non vogliono pagare il super prelievo, devono rallentare la produzione nelle stalle”.
L’unione europea deve guardare oltre i propri confini. “Nel Far East ci sono opportunità di crescita per i produttori europei, ad esempio per l’export di polvere di latte – insiste Hogan – e come Ue abbiamo appena stipulato accordi con Giappone, Corea del Sud, Vietnam e Cina proprio sui prodotti lattiero caseari”.
Serve, tuttavia, un lavoro di squadra. “Credo che tutti gli attori della filiera debbano lavorare congiuntamente, sostenuti da regole e da una legislazione che individua opportunità di collaborazione reale, in modo da evitare squilibri – prosegue -. E il benessere animale è una variabile che può aiutare il reddito degli agricoltori e caratterizzare la qualità delle produzioni”.
Il Ttip. Altro tema caldo è il Ttip, l’accordo transatlantico di libero scambio fra Unione europea e Stati Uniti. “Abbiamo avuto un negoziato soddisfacente in Canada e anche nel Ttip non vogliamo abbandonare la protezione dei prodotti Dop e Igp, ma dobbiamo valutare l’opportunità di un loro rapporto col mercato americano – afferma -. Si tratta di fatto di un negoziato nel negoziato. L’accordo non è ancora stato approvato, non succederà che sacrificheremo gli standard comunitari”.
Lo zucchero. “Il regime delle quote andrà avanti fino al 2017 – dichiara Hogan - come è stato deciso nel 2013. Ma la delegazione italiana e altre hanno chiesto di prorogare il mantenimento delle quote sullo zucchero. Devo dire che la situazione non è semplice: dobbiamo essere competitivi a livello comunitario e questa sarà una sfida nella trattativa con gli Usa. La nostra politica, anche per lo zucchero, deve essere orientata al mercato”.